24 Giugno 2021 | Tempo lettura: 4 minuti

CasaBottega: i negozi sfitti del quartiere si trasformano in atelier e laboratori artistici

A Torino, nel quartiere di Barriera di Milano, le botteghe da tempo chiuse hanno riaperto i battenti e si sono popolate di artisti che, attraverso azioni partecipate e collettive, le hanno trasformate in presidi del territorio. Veri e propri laboratori dove, insieme agli abitanti, coltivano l’arte e la cultura per creare una nuova narrazione del quartiere. Oggi vi raccontiamo il progetto di CasaBottega, che ha reso possibile tutto ciò.

Autore: Lorena Di Maria
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E se scoprissimo che quel quartiere che da sempre consideriamo come “insicuro”, “pericoloso” e “marginale” fosse invece un luogo pieno di vita dove l’arte ha risvegliato negozi ormai chiusi da tempo e dove gli abitanti si stanno impegnando a prendersi cura di questo angolo di città? Nel quartiere Barriera di Milano a Torino tutto questo è già realtà… provare per credere!

Qui, dal 2019, gruppi di giovani creativi sono stati affiancati, economicamente e non solo, nella ricerca, nell’affitto e nella ristrutturazione di uno spazio di lavoro e di vita nel borgo storico del quartiere, contribuendo a cambiarne il volto: CasaBottega è un intervento diffuso di rigenerazione che nasce per sostenere azioni territoriali culturali trasformando le botteghe e i negozi abbandonati per promuoverne la riconversione e per trasformarli in presidi territoriali e di sviluppo di comunità.

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Il progetto vuole mostrare come arte e creatività, cooperazione sociale e nuovi servizi possano intrecciarsi sempre più con l’economia di un luogo. Così le “botteghe d’arte”, che comunemente consideriamo micro e piccole imprese, possono rappresentare la congiunzione tra coesione sociale e sviluppo locale. In questo modo, attraverso la creatività, i locali in Barriera di Milano si sono trasformati in vetrine per giovani designer, laboratori artistici e luoghi di incontro.

Ma chi sono i nostri bottegai? Sono collettivi di giovani musicisti e compositori come il progetto di “Casa Tonale”; sono studenti del liceo artistico, che attraverso pittura, scultura, grafica e teatro coinvolgono gli abitanti in eventi nel quartiere, proprio come fa il gruppo di “Vernice Fresca in Barriera”. Sono i giovani di Ventunesimo, progetto di ricerca sull’arte contemporanea che crea collaborazione con gli artisti emergenti. Sono i progetti come La “Scimmia in tasca”, che valorizza le diverse culture del quartiere trasformandolo in un polo culturale attivo, partecipe e inclusivo. Sono loro e altri ancora gli “artisti civici” che portano tra palazzi e vecchie case di ringhiera tutta la bellezza dell’arte.

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Il primo anno di presenza delle CaseBottega è stata ricca di esperienze: installazioni nelle vetrine, piccoli concerti, performance di strada hanno creato una relazione partecipata con il contesto sociale del quartiere che ha accolto i nuovi abitanti con entusiasmo. Non solo: durante tutto lo sviluppo del progetto, con il programma Barriera in divenire, i “bottegai” e la cittadinanza sono stati coinvolti in un programma di interventi e contributi di artisti internazionali e nazionali, oltre che camminate, talk e approfondimenti.

«CasaBottega affonda le proprie radici nella storia più autentica di Barriera di Milano, quella delle serrande di vicinato, delle case di ringhiera, dei mestieri, eterogenei e variopinti, del lavoro. Una storia che ha lasciato un segno tangibile nella memoria e nella vita di migliaia di persone e che può e deve concorrere alla ridefinizione dell’identità di Barriera stessa, il nostro quartiere laboratorio», ha raccontato Carlotta Salerno, Presidente Circoscrizione 6, aggiungendo che «le “bottegaie” e i “bottegai”, veri protagonisti del progetto con le loro case botteghe, hanno accettato una sfida non scontata e hanno accolto la storia per disegnare, insieme, il futuro».

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Il progetto di CasaBottega, ideato e realizzato da Sumisura Aps, Città di Torino – Divisione Decentramento Giovani e Servizi – Torino Creativa, Circoscrizione 6, Associazione Respons/Ability e Liberitutti, si ispira alle “house-workshop”, ovvero laboratori urbani situati in contesti della città dove si crea innovazione e si sperimentano nuove forme di empowerment. Così si costruisce una nuova narrazione del quartiere: da luogo da molti considerato degradato a luogo di vita dinamico. Da parte di città dove le diversità sono viste come un problema, a spazio dove abitanti e artisti dialogano tra loro rendendo possibile l’inclusione sociale. E ancora, da luogo dove i bisogni delle persone sono inascoltati, interventi rigenerativi dove tutti diventano possono diventare protagonisti.

«Ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone, scriveva Calvino ne Le Città Invisibili. In Barriera – ha aggiunto Marco Alessandro Giusta Assessore al Decentramento, alle Periferie e alle Politiche Giovanili della Città di Torino – il deserto spesso è il vuoto urbano, le strade buie con le serrande abbassate, gli spazi che dopo una certa ora si svuotano, la mancanza di luoghi evidenti di fermento culturale. Dico evidenti perché, contrariamente a una narrazione imposta, Barriera è ricca di cultura, di giovani, di luoghi d’incontro, di reti di solidarietà, di bellezza. Lo sa bene chi ci vive, meno chi la racconta da fuori».