4 Giu 2021

Perché l’amore deve essere esclusivo? Storia di una famiglia aperta e amorevole #10

Scritto da: Daniel Tarozzi
Video realizzato da: PAOLO CIGNINI

Nel corso del nostro viaggio nell'Amore (e nel sesso) che cambia stiamo incontrando numerosi tabù, situazioni, posizioni, sentimenti considerati inaccettabili dalla società. Era proprio questo il nostro intento: parlare con mente aperta di ciò che per "decenza" viene taciuto ma che fa parte integrante della nostra vita. E così oggi vi raccontiamo la storia di quattro donne e un uomo che hanno dato una connotazione nuova al concetto di amore, privandola di una sua caratteristica considerata distintiva dai più: l'esclusività.

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Lombardia - Siamo partiti dalla Chiesa Valdese e dalle sue stupefacenti aperture sul tema amore, famiglia, relazioni e sesso, passando per SmallFamilies e il tema dei genitori “soli”, single, vedovi o separati, per poi confrontarci con Stella Pulpo sui mille modi in cui le persone vivono le relazioni oggi e fare un focus quanto mai approfondito con Mario Bonfanti sul tema delle pratiche BDSM e del rapporto tra sessualità e religione.

Oggi affrontiamo un altro tema “scottante” che potrà far irrigidire alcune lettrici o lettori: le cosiddette “relazioni aperte”, ovvero quelle in cui più persone hanno relazioni tra loro contemporaneamente e alla luce del sole. Tutte queste storie sono state raccolte nel nostro Viaggio nell’amore (e nel sesso) che cambia, che ripartirà lunedì prossimo e ci porterà in Toscana, Lazio e Campania.

Ancora una volta voglio ricordare che il lavoro del giornalista è quello di riportare quanto avviene nella nostra società, non necessariamente di sposare ogni storia od ogni contenuto pubblicato. In questo reportage a puntate vi proponiamo i diversi modi in cui milioni di persone stanno vivendo le relazioni, l’essere genitore, la sessualità, l’amore. Il nostro compito è raccontare, interpretare e – ove possibile – rappresentare la realtà nel modo più onesto possibile, evitando di prendere parte e cercando di rompere i tabù. E quindi partiamo con la storia di oggi e spostiamoci sul Lago di Como.

Parcheggiamo il camper in una stradina, apriamo un cancelletto e veniamo accolti in un bel salone. Qui salta subito all’occhio una presenza femminile molto forte. Mentre poggiamo telecamere e cavalletti infatti, salutiamo un uomo – Maurizio Pirero – e alcune donne, tante donne, quattro per la precisione. Loro sono Ildiko, Sara, Denise ed Emanuela. La particolarità? Vivono tutti e cinque insieme e Maurizio ha una relazione “amorosa” con tutte e quattro le “compagne”. Quest’ultime – a loro volta – hanno relazioni di affetto e amicizia profonda tra loro nonché intrattengono rapporti amorosi o relazioni più o meno importanti con altri compagni esterni alla casa. Sembra una cosa complicata!

Ci sediamo quindi e ci facciamo raccontare la loro storia. Intanto però l’immagine. Quella che vediamo con i nostri occhi e voi vedete nei due video che vi proponiamo in questo articolo. Un bell’uomo seduto accanto o in mezzo a quattro belle donne. Inutile negarlo, il pensiero corre subito verso l’harem o la setta. Sono le donne di casa però a smentire con forza questi due stereotipi. Come anticipato infatti, in questo caso è “un caso” che vivano insieme quattro donne e un uomo, perché anche le donne intrattengono altre relazioni e rispetto all’idea della setta o simili, sono le ragazze stesse a spiegarci quanto si sentano offese quando qualcuno dice loro che sono manipolate o soggiogate. “È come se ci considerassero stupide o incapaci di prendere una decisione”, ci confidano.

Mentre li ascolto e lotto – come sempre in questo viaggio – con i miei pregiudizi o i miei stereotipi consci o inconsci, penso a come probabilmente in molti penseranno che questa cosa “non va”, mentre accettano serenamente la coppia borghese in cui per anni – in molti casi – ci si tradisce di nascosto in mille modi per poi mantenere la facciata di partner felici e fedeli.

La loro storia, le loro storie

Tutto ha inizio quando Maurizio incontra Ildiko. «Partecipavo a un training – racconta Maurizio –, sono entrato nella sala da pranzo e ho visto lei. È stato subito un bellissimo incontro. Mi hanno detto che era impegnata con un ragazzo in Ungheria, paese da cui Ildiko proviene, e così mi sono fermato. Il destino ha però voluto che ci incontrassimo d nuovo ed è nato subito qualcosa di particolare: eravamo in un posto che si chiama Dream Woods, la selva dei sogni, ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti che potevamo portare un qualcosa di nuovo, potevamo stare insieme finché l’amore ci sosteneva e sostenerci per qualunque cosa fosse importante per l’altro».

Da allora sono passati quasi undici anni. «Abbiamo vissuto e lavorato 24 ore al giorno insieme, girando il mondo. È stata una bella avventura, abbiamo sperimentato tantissime vite. All’inizio eravamo solo noi due e poi – incontrando tantissime persone – abbiamo compreso che ci possono essere infinite forme di relazione, anzi, non ci piace la parola relazione, preferiamo dire relazionarsi, come un fiume che si muove. Non abbiamo mai litigato perché da subito ci siamo presi la totale responsabilità delle nostre tensioni. Non investendo tempo in litigi e proiezioni ci siamo concessi tante possibilità di crescere ed espanderci. Abbiamo affrontato tutto in maniera molto fluida e poi abbiamo sentito la necessità di qualcosa di nuovo».

«Sono stati gli anni più belli della mia vita – interviene Ildiko –, ho scoperto un amore infinito che sostiene molto intimo e vasto; un’abbondanza di amore che può essere anche condiviso con altri. Più lo condividi più ti torna, cresce e diventa sostenibile e nutriente per tutti. C’è una infinita quantità di amore e infinite possibilità di scoprire le varie forme di amore. Ogni relazione è unica e noi stiamo sperimentando l’unicità delle relazioni in questo piccolo grande gruppo».

Nel loro percorso, Maurizio e Ildiko incontrano Sara. «Era la mia osteopata – ci spiega Maurizio –: ero tornato da un percorso sciamanico, cercavo una osteopata e ho trovato lei, ma io ero in un altro mondo in quel momento, parlavo sotto voce…».
«Io non capivo cosa mi stesse dicendo», interviene Sara. «Aveva una energia particolare, molto diversa dalle persone comuni, come fosse rarefatta ed espansa, e ogni volta che entrava in studio ero sballata, non capivo cosa mi succedesse. Lo chiamavo per dirgli di venire, ma ero io che lo cercavo, sentivo che era il tassello che mi mancava per fare un salto in più nella mia vita e realizzare me stessa. Così ho iniziato la prima sessione con lui e sono entrata in questa dimensione… quando andavo a casa di Maurizio e Ildiko c’era veramente una grande quantità di amore, c’erano una quiete, una energia diversa e mi sentivo cullata e tranquilla, leggera, con il cuore che si espandeva; non è stato facile per me perché man mano ho sentito emergere i miei attaccamenti, le mie proiezioni, i miei bisogni… Fino a quel momento avevo frequentato ragazzi molto “comodi” per me… che non mi portavano a mettermi in discussione, a crescere».

«Normalmente nelle relazioni si vive quello che chiamiamo “il grande conflitto”: ognuno proietta qualcosa sull’altro e si aspetta che sia l’altro a soddisfare il proprio bisogno, che sia quindi responsabile della nostra felicità. Siamo tutti cresciuti tutti con questi schemi ma è bello scoprire che ci si può liberare da essi».
«A volte si tratta solo di passare dal “tu mi renderai felice” a “tu sarai lo specchio con cui crescere, o che mi sosterrà nei momenti di crisi”», aggiunge Maurizio. «Così cambiando la promessa cambia l’aspettativa. Buddha ci ricorda che noi non soffriamo per ciò che ci accade, ma perché reagiamo con bramosia a ciò che accade. Uno specchio non ha colpe di ciò che riflette. È sempre innocente».

Una relazione di amichevolezza e di sorellanza

«Ci piace il termine amichevolezza perché ci sembra una forma di amore più puro. Di solito vogliamo il bene di un nostro amico anche quando questo va contro il nostro interesse. Se ad esempio sappiamo che per un amico è importante trasferirsi all’estero, lo invitiamo a farlo anche se ci mancherà. Questo è un approccio che ci piace».

Maurizio: «Con Ildiko ci siamo detti che se sentivamo qualcosa di importante per altre persone lo potevamo vivere e condividere. Non comunicare in una relazione non funziona, è il non detto che fa soffrire, perché proietti tutti dei film che non esistono».
Sara: «Io ero innamoratissima di Maurizio e sentivo per Ildiko un amore di sorellanza, un amore puro». E così hanno iniziato a convivere in tre con qualche gelosia rapidamente superata».

Negli anni successivi, si sono unite alla famiglia Denise ed Emanuela. Racconta quest’ultima: «Mi ero lasciata dopo dieci anni con un ragazzo e in più stavo vivendo la separazione dei miei genitori.. ero alla ricerca di qualcosa per stare meglio, liberarmi, sconfiggere la mia timidezza, andare oltre i miei limiti. Ero lì a cercare il modo di poterlo fare quando ho visto un annuncio di una serata di meditazione; con tutte le mie paure di fare le cose da sola, sono andata a questo incontro a Torino e mi sono sentita come non mi ero mai sentita prima, ho capito che dovevo fare qualcosa. Il weekend dopo c’è stato un workshop residenziale e sono diventata loro cliente fissa».

Dopo aver superato alcuni blocchi sessuali – ci confida Emanuela – sono diventati molto amici e poi il salto è stato quasi naturale: «Non sapevo neanche dell’esistenza di questo tipo di relazione, ero nella mia isola felice, nei miei condizionamenti. Quindi me la sono vissuta così, come amicizia. Man mano che lavoravo su di me, mi rendevo conto che c’era un altro modo di poter vivere il tutto e quindi ho deciso di fare un passo per me stessa, lasciare il lavoro e tutto il resto è venuto da sé».
«Due o tre anni fa siamo andati tutti in Thailandia – ricorda Maurizio –, abbiamo affittato delle casette in cui abbiamo convissuto e tornati in Europa (a Budapest); è stato naturale continuare».
«Avevo vissuto dieci anni di storia tradizionale – prosegue Emanuela –, con tutte le mie idee di matrimonio e figli, quando poi ho iniziato a vedere che la mia famiglia si stava sgretolando e che io stavo riproponendo la loro storia, quando ho visto che le cose non andavano più come erano nella mia testa…».

E poi è arrivata Denise, la più giovane del gruppo: «Io mi sono avvicinata in modo differente», ci svela. «Mia madre è ungherese (come Ildiko) e mi ha invitato a frequentare i loro corsi. Io avevo finito la scuola ed ero in una situazione complicata. Ero confusa per il lavoro, per la mia vita, non sapevo se andare all’università, non mi riconoscevo nella strada comune. Ho voluto sperimentare qualcosa di diverso e quando mi sono affacciata al mondo della meditazione mi sono interrogata su cosa volessi fare. Poi mi è arrivata un proposta di collaborazione, mi sono messa a montare video e, frequentandoli, mi sono innamorata di lui e di tutto. Di tutto l’amore che c’era. Ho fatto passare qualche anno perché venivo da una situazione in cui mi ero invaghita di qualcuno più grande di me e non mi volevo infilare in quel filone lì. Ma insomma… è andata così».

Una volta cominciata la relazione con Maurizio, comunque, Denise ha continuato a vivere altre storie. «Ho avuto una relazione di un anno e mezzo con un ragazzo ungherese che non faceva parte di questo gruppo, ma conosceva tutti. Aveva un anelito anche lui verso qualcosa di diverso ma poi ha scelto un percorso più tradizionale».

famiglia aperta 1

Quattro donne e un uomo. Una casualità?

Glielo chiedo, non posso esimermi: «Il fatto che siate quattro donne e un uomo è una causalità?» e probabilmente sottintendo nel mio inconscio non troppo inconscio: non è che voi vi siete fatte manipolare da Maurizio? Gli cito anche le mille esperienze di gruppi spirituali in cui c’è un uomo al centro e tante donne intorno.

La risposta è univoca: «È stata una casualità». Le ragazze condividono con noi quanto le faccia sentire offese quando altri le vedono un questo modo. Sentono sminuite la propria dignità e la propria capacità di scegliere, ponderare.
Maurizio aggiunge: «La differenza con le sette o i mondi analoghi alle sette è che noi siamo molto liberi, ognuno può avere l’amante che vuole e ci aiutiamo a vivere il tutto in modo consapevole. In alcuni casi l’idolatria fa parte dell’inizio di una relazione. Si vede un partner come una guida e si proietta. È inevitabile. Noi cerchiamo di smontare questa prospettiva da subito: io ad esempio cerco di mostrare il mio lato più brutto. In generale mi sento a mio agio con le donne, ora sto imparando ad amare gli uomini. A volte arrivano ragazzi in questo gruppo, ma i ragazzi di oggi hanno poco maschile…».
«È difficile per un uomo una situazione del genere», osserva Idiko.
Le fa eco Sara: «Ho provato con un ragazzo, avevo una cotta, ma non ha resistito molto…una sera..».
«Deve essere un uomo integro per essere parte di questa costellazione – osserva Emanuela –, altrimenti non ce la fa».
«Già non è facile relazionarsi con una sola donna», risponde Idiko. «Le donne sono molto complesse e quindi capirne quattro è quasi impossibile per un uomo medio. Mauri è con noi perché ha una consapevolezza e integrità maggiori e una profonda comprensione del femminile… qua c’è spazio per sostenere il femminile. Ci sono pochi uomini che lo sanno sostenere, con le sue sofferenze e bisogni. Gli uomini secondo me devono maturare…».
Maurizio, chiamato in causa, osserva che «spesso confrontarsi con un altro maschio è noioso. Sono etero al 100%, ma riconosco il bello del maschio. Ma quelli che incontriamo sono spesso infantili, bisognosi, gli piace la donna ma non la amano».

Gli chiedo se hanno incontrato altre esperienze simili alla loro. La volontà c’è – afferma Maurizio –, ma ci torna in mente la battuta di Woody Allen “abbiamo visto i sostenitori della coppia aperta devastati dagli spifferi”. E spesso avviene questo».

Non si definiscono una relazione poliamorosa. «Questa nostra relazione per i poli-amoristi sarebbe limitante. Per noi il fatto che ci sia un contatto fisico è un gioco. Non si incentra su questo il nostro rapporto. Noi ci definiamo una famiglia. Insieme siamo una forza».

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