6 Mag 2021

Stella Pulpo: Memorie di una vagina, ieri, oggi e domani – Amore Che Cambia #5

Scritto da: Daniel Tarozzi
Video realizzato da: PAOLO CIGNINI

Siamo a Milano e sono ancora i primi giorni del nostro viaggio nell'amore (e nel sesso) che cambia. Io e Paolo arriviamo trafelati all'indirizzo indicatoci. Per la precisione stiamo realizzando la prima intervista in assoluto del nostro viaggio, della nostra indagine e un po' per caso, un po' per scelta, partiamo proprio da lei, Stella Pulpo, scrittrice, blogger e opinionista.

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Milano, Lombardia - Il tempo di montare le attrezzature video e la chiacchierata comincia. Stella Pulpo è diventata famosa ormai diversi anni fa con un blog, Memorie di una vagina, in cui racconta di sé, delle sue esperienze amorose, delle sue disavventure, del suo essere inizialmente giovane donna single a Milano e poi delle trasformazioni che la sua vita e il mondo intorno a lei hanno subito negli ultimi dieci anni. Affronta inoltre tematiche difficili e complesse come il body shaming, la parità di genere, la libertà sessuale, la masturbazione, la consapevolezza del proprio corpo e così via. Dal blog, Stella è poi passata ai libri, pubblicando – tra gli altri – “Esserti fedele sempre (o forse no): Storie di amore, sesso e relazioni”. Partiamo da qui.

Di cosa parla questo libro?

Racconta trentasette storie che spiegano in quali e quanti modi è possibile stare insieme. Tutto il libro è il racconto di una sola giornata di matrimonio durante il quale, come se si fosse degli imbucati, si passa da un tavolo all’altro per conoscere le storie degli invitati che sotto un’apparente normalità nascondono degli altarini, cose non dette, abitudini “private”. Gli invitati sono distribuiti in base al loro status sentimentale: c’è il tavolo della coppia tradizionale, della coppia senza figli per scelta o per casualità, della coppia aperta, dei single. Ci sono anche le coppie over, perché si spazia da racconti di quindicenni a quelle degli over 60. Le storie che narro sono basate su testimonianze raccolte in un decennio di militanza sentimentale attraverso il mio blog, attivo dal 2011. Si toccano un po’ tutti gli aspetti legati all’amore e alla sessualità, compresi diritti dei disabili e il poliamore. È una geografia non esaustiva dei vari modi in cui si può stare bene.

stella pulpo 2

Cosa hai imparato in questi dieci anni?

Ho imparato a non giudicare. O almeno a provarci. Anche nella scrittura del libro ho provato a essere più imparziale possibile, cercando di non suggerire un giudizio e mostrando che non c’è una ricetta perfetta, qualcosa che sia migliore o più efficace. Rispetto alle epoche precedenti oggi abbiamo la possibilità di negoziare il perimetro delle nostre relazioni, decidendo cosa mettere in gioco, cosa è davvero sensato aspettarsi da una relazione con l’altro, al di là di tutta la retorica romantica che ci ha rimbambito per secoli.

Cosa intendi per militanza sentimentale?

Tutto è nato per caso. Premetto che scrivo da sempre. Dopo la fine di una relazione – il mio ex dei tempi mi diceva quando litigavamo “non fare la vagina”, usando la parola vagina come la somma di tutti gli attributi più deteriori in assoluto della femminilità – stavo molto male e ho usato la scrittura come un’analisi iniziando a raccontare i fatti miei prima ad un audience molto piccola. Non pensavo che il tutto avesse avuto questa risonanza. Poi nel corso di questi dieci anni diverse cose sono cambiate, anche i temi. Mi sono trovata a Milano, single, nel decennio del boom delle dating app (le app per ottenere incontri e appuntamenti). È stata davvero un’esperienza sul campo. Un’indagine su cosa stava succedendo alle relazioni, ai rapporti con i generi, all’impatto che la tecnologia stava e sta avendo sulle relazioni di qualsiasi tipo e in particolare nel rapporto uomo/donna, nell’aspettativa, nell’uso e nel consumo dei rapporti.

All’epoca, incontrare attraverso il web un ragazzo che non avevo mai conosciuto prima sembrava un evento. In questi dieci anni ovviamente sono cambiata molto, invecchiata e maturata. Sono cambiati il mondo intorno a me, l’ambiente culturale, il mondo dei social; il blog ha fatto da specchio a come mutava la mia vita. Per i primi sei anni ho raccontato la mia vita da single. Non a caso, i miei amici lo chiamavano “il club delle zitelle incarognite e cattivissime”. Anni divertenti che trasudavano un sessismo al contrario di cui oggi potrei vergognarmi. All’epoca quel linguaggio e quell’ironia avevano per me un senso. Poi c’è stato un grosso momento di fomento femminista. Ho studiato meglio la storia delle donne, le conquiste, i diritti basici per cui abbiamo lottato, come ad esempio il diritto alla proprietà che non avevamo fino a poco tempo fa. E poi il “me too”, la Legge Pillon, il convegno delle famiglie, un biennio da nazifemministe in cui litigavo con la metà dei miei amici maschi. Adesso sono in osservazione. Il 2020 mi ha messo un po’ nella posizione da spettatrice.

Come consideri tutti questi strumenti che abbiamo oggi a disposizione?

Dipende dai casi. È il modo in cui li usiamo o li inseriamo nelle nostre vite che cambia. Da un lato ci sono stati effetti positivi, ad esempio i ragazzi hanno evitato tanti due di picche. Dall’altro lato c’è stato un eccesso di offerta. La maggior parte delle relazioni ormai ha radici che affondano nel digitale. A un’apparente semplificazione grazie alla quale è diventato più semplice conoscere qualcuno, si è affiancata una fase di impasse: l’idea di avere un bacino inesauribile di contatti ha generato un atteggiamento usa e getta, più consumistico, ci si annoia più in fretta sapendo di avere a disposizione un catalogo sterminato di potenziali partner con cui relazionarsi. Ma è anche vero, come diceva qualche anno fa anche un articolo di The Guardian, che la nostra generazione è quella che tromba meno in assoluto, pur avendo tutti gli strumenti a disposizione. Come in ogni legge di mercato, l’eccesso di offerta crea una diminuzione del valore. Non è sempre così ovviamente. Ad esempio, il mio attuale compagno l’ho conosciuto su Tinder.

La pornografia tende a riprodurre modelli violenti, cosa ne pensi?

Quando si muove una critica alla pornografia si passa subito come bigotti o reazionari o nazifemministe. Io mi limito a dire che i destinatari di questi prodotti sono molto giovani e non hanno strumenti per interpretare quanto vedono e filtrare quanto sia reale o una messa in scena. Un tipo di riproduzione di un immaginario fa da cassa di risonanza a un rapporto non equilibrato, non consensuale, non perequo tra i due generi.

Quanto l’immagine romantica ha causato dolore alle persone che cercano un’idea di amore che non esiste in quella forma?

La retorica romantica per secoli ci ha raccontato attraverso film, serie tv e canzoni un ideale di amore che non esiste, creando l’aspettativa di una corrispondenza perfetta di sensi, intenti e valori, convincendoci che due persone si debbano completare, che siano le due metà della mela, che si possano appartenere e bastare per tutta la vita e che possano appagare le istanze l’una dell’altra. In realtà in amore non c’è nulla di facile. Sarebbe necessario dire alle persone che in ogni caso la relazione con l’altro impone un sacco di fatica, di apprendimento, una costante negoziazione e viene da chiedersi “ma chi ce lo fa fare?”. Le riposte sono milioni, di natura biologica e antropologica.

stella pulpo

Quale è il modello di coppia ideale? Ti sei fatta un’idea? Chi ti è sembrato più felice?

Secondo me già da un po’ la coppia tradizionale è in crisi e questo lo dicono anche i dati sui divorzi. Non so quale sia la formula perfetta, sono rimasta colpita in positivo dal poliamore. Probabilmente non sarei in grado di impostare una relazione in quella chiave, ma il pensiero che c’è alla base va a intaccare tutti quei miti di natura romantica all’inizio mielosi e che poi compromettono la qualità del rapporto con l’altro. Ci sono dei punti chiave della filosofia poliamorosa che secondo me sarebbe bene inserire in qualunque tipo di rapporto. È fondamentale rendersi conto che il partner non è una proprietà. Dobbiamo ricordarci che l’unica persona a cui apparteniamo e che ci appartiene siamo noi stessi. Tu puoi lavorare sulle tue emozioni e non cambiare l’indole dell’altro. In generale, poi, l’amore non va pensato in una logica di sottrazione, credendo quindi che se tu ami due persone allora le ami di meno. Non per forza.

Però tu hai scritto un altro libro come coautrice che parla di corna. Il concetto di corna e tradimento come si inserisce in questa ottica?

Il tradimento è una delle esperienze più dolorose, trasversali e comuni e ci mette tutti sullo stesso piano. Non penso che sia possibile eliminare completamente il concetto di tradimento. Qualche anno fa ho letto un libro di una psicanalista americana che raccontava delle testimonianze sul tradimento e sul perché non si riesce a superare questa esperienza traumatica. E portava esempi di coppie aperte che si erano tradite, che si erano nascoste delle cose e che avevano infranto quelle regole che si erano date. Liberarsi del tradimento sembra impossibile. Quello su cui bisogna lavorare è la nostra reazione al tradimento. Intanto bisogna pensare che può succedere come quando si gioca a calcio e ci si rompe il menisco. Bisogna capire qual è il perimetro di questo vocabolo, lavorare sulla gelosia, avere uno sguardo meno giudicante e colpevole guardando al tradimento come un fenomeno dell’essere umano.

Amore, sesso e disabilità…

Siamo in una fase storica che tende a uniformare tutto: stesse facce, bocche, denti, proprio come cloni. Dall’altro lato, per fortuna, c’è una rivendicazione alla diversità. È importante accettare, vedere, conoscere, imparare a relazionarsi con chi è diverso, includere chi vede da una prospettiva diversa sfide che non possiamo capire finché non ce le facciamo spiegare. Mi sembrava necessario parlarne.

Negli anni ti sei occupata anche di masturbazione femminile. Come mai hai sentito il bisogno di parlarne?

Ultimamente l’atteggiamento culturale nei confronti della masturbazione femminile è cambiato, è diventato meno provocatorio parlarne. Dieci anni fa, quando scrissi il primo post sul mio primo vibratore, fui accusata di voler attirare l’attenzione, di essere inopportuna, di fare qualcosa che ledeva il senso del pudore non si sa di chi. Sono felice di vedere che oggi non è più così. Per me è fondamentale. Sono dieci anni che invito più o meno quotidianamente le donne a scoprire il loro corpo, un luogo storicamente di negazione, abuso, cattiva informazione anche scientifica, mitologia assoluta. Basti pensare al ciclo mestruale e a tutte le assurdità che gli gravitano intorno. La masturbazione è un modo importantissimo per entrare in confidenza con il proprio corpo, per imparare a godere. Essere donne capaci di provare piacere ci rende donne migliori per noi stesse e per i partner che incontriamo e dobbiamo saperlo noi per spiegarglielo. Spesso le lettrici mi chiedono consigli o mi ringraziano per ciò che ho suggerito.

Se ti dico Amore che cambia?

Amore che cambia… è sempre un bene che cambi, che sia capace di evolversi, di adattarsi ai momenti storici e alle persone, di evolversi, di assumere la forma di cui abbiamo bisogno in quel momento della nostra vita. Viva Dio l’amore cambia!

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