Sapori biellesi: conoscere, coltivare e diffondere il valore del cibo
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Biella - Recuperare terre incolte e abbandonate, sostenere la valorizzazione della filiera dei prodotti biellesi creando connessioni tra realtà d’eccellenza, promuovere la cultura del cibo sano e locale, reinserire nel mondo del lavoro soggetti in condizione di svantaggio, creare ponti di accesso a prodotti di qualità anche per le fasce di reddito più deboli, contribuire allo sostenibilità del territorio attraverso il cibo educando a una maggiore attenzione ai suoi aspetti produttivi e informando il consumatore sulle modalità per controllare la propria alimentazione.
Sono questi, in sintesi, gli obiettivi chiave di “Sapori Biellesi, coltivare e degustare la nostra terra”, progetto che prende il via sul territorio laniero nell’ambito del bando Im.patto nato dalla co-progettazione tra Nova Coop e nove realtà territoriali. Il progetto, presentato l’11 maggio nell’ambito di una conferenza stampa a Cittadellarte, vede coinvolti CLS srl (BinarioZero), Wool Travel Experience-Viaggi e Miraggi, associazione Let Eat Bi, Rete Agricola Territori, associazione Harambee, Fondazione Pistoletto Onlus, Spaccio Popolare Casa Torrione, associazione White Rabbit e cooperativa sociale Biciclo, tutte unite per fare rete attorno agli obiettivi del progetto.
IL PROGETTO
Sapori Biellesi nasce al termine di un percorso di confronto tra i partner sulle modalità migliori per sviluppare azioni rivolte alla promozione del valore del cibo, nel contesto del territorio laniero, che potessero rispondere agli SGSs dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. «Per i proponenti – spiegano gli organizzatori – produrre cibo locale e di qualità ha rappresentato negli ultimi anni una delle vocazioni produttive che si sono affermate dal basso sul territorio in risposta alla crisi dell’industria tessile iniziata negli anni 2000 e, al contempo, uno dei bisogni resi più urgenti dall’emergenza pandemica e dalla conseguente necessità di ridefinire rapidamente spazi, organizzazione e necessità essenziali delle nostre vite, portando alla ribalta le cose da imparare per il futuro, come l’importanza della cura della terra per la produzione di cibo in grado di assicurare un’alimentazione sana e giusta, nel pieno rispetto dell’ambiente e dei suoi ritmi».
Su queste riflessioni si sono innestate altre considerazioni di carattere socioeconomico: il recupero di terreni incolti e la loro coltivazione costituisce un argine ad abbandono e spopolamento e può rappresentare per alcuni un’opportunità di reinserirsi nel mondo del lavoro. «Se poi queste esperienze vengono orientate verso produzioni di qualità diventa possibile dare impulso a produzioni locali che possono offrire progettualità alle nuove generazioni. Anche la consapevolezza del consumatore nel saper riconoscere la qualità di un prodotto e dare impulso a un mercato di prossimità gioca un ruolo determinante nel rendere più solide e possibili queste operazioni».
ORTI DEL BIELLESE E GLI INCONTRI
Il progetto proverà quindi a sistematizzare in un unico percorso tutte queste azioni intorno al tema cibo, a partire dalla coltivazione delle terre riconvertite in orti sociali come gli “Orti del Biellese“, che vengono ora curate da persone in situazioni di marginalità di vario tipo, permettendo loro di acquisire anche nuove competenze specifiche. Frutta e verdura di stagione provenienti da questi campi, insieme a prodotti locali a lunga conservazione provenienti dalla rete dei partner, potranno essere acquistati settimanalmente dai cittadini biellesi e consegnati a domicilio.
Il progetto vede dietro le quinte una A.T.S. (Associazione Temporanea di Scopo) formata da quattro realtà locali: L’Associazione Let Eat Bi, l’Associazione di Promozione Sociale Harambee, l’Associazione di Volontariato White Rabbit Event e la Cooperativa Sociale BiCiclo. «La nostra unione – spiegano – ha come scopo il recupero delle terre abbandonate, la coltivazione della frutta e verdura con tecniche naturali e sostenibili e portare bellezza». Nello specifico, chi aderirà al servizio potrà ricevere a domicilio una cassettina contenente frutta e verdura: «Seguiamo il ritmo delle stagioni – viene precisato – per questo motivo il periodo di consegna si svolge da maggio a dicembre ( 8 mesi). La cassetta contenente le verdure sane, naturali e ricche di nutrimenti, coltivate per voi dai nostri esperti, viene consegnata gratuitamente a casa o in ufficio in tutta la provincia di Biella ogni giovedì tra le ore 14:00 e le 19:00».
Orti del biellese, come accennato, punta all’aspetto etico: tutta l’ortofrutta verrà coltivata in modo naturale con l’obiettivo di creare un nuovo modello d’agricoltura sostenibile. Non verranno utilizzati, infatti, concimi chimici o naturali: «I nostri terreni sono arricchiti seguendo le tecniche di rotazione delle colture e l’utilizzo di piante azotanti. Osserviamo scrupolosamente i cicli della natura e irrighiamo il suolo esclusivamente con il recupero delle acque piovane, tramite delle vasche di accumulo e l’irrigazione a goccia che ci permette di eliminare inutili sprechi. Combattiamo funghi e parassiti tramite le tecniche di consociazione delle piante». Nell’arco del 2021 verrà inoltre organizzata una serie di appuntamenti e giornate dedicati alla scoperta di ristoranti e aziende agricole del territorio tramite visite, incontri e degustazioni, così da raccontare al consumatore biellese e alla rete dei fornitori locali la filiera dei prodotti Made In Biella.
LE VOCI DEI PROTAGONISTI
«Mangiare locale, naturale e solidale è la base su cui si fonda Let Eat Bi», ha affermato la presidente dell’associazione Armona Pistoletto. «Riattiviamo terreni biellesi abbandonati per creare socialità e condivisione coltivando. I frutti di questi orti, grazie a questo progetto con Nova Coop, possono arrivare anche a casa tua. Imparare a coltivare e degustare la nostra terra è fondamentale per il futuro di tutti noi». Alle sue parole hanno fatto eco quelle di Enrico De Luca, coordinatore di Wool Travel Experience: «Vogliamo creare una maggiore consapevolezza tra gli abitanti del Biellese rispetto all’approvvigionamento alimentare, su quanto può arrivare dal proprio territorio. Consapevolezza che può derivare da una maggiore conoscenza e da una volontà di diventare consumatori attivi, integrando questa tipologia di consumi alla spesa fatta presso le filiere tradizionali, sempre nel rispetto delle persone e della terra. Abbiamo organizzato un ciclo di degustazioni presso ristoranti o aziende agricole selezionate, con menù del territorio, con un prezzo calmierato per permettere a tutti di poter partecipare!».
Anche Monica Pietrobelli, Responsabile Politiche Sociali Nova Coop Zona di Biella, si è detta entusiasta del progetto: «Cibo come motore di sviluppo locale e inclusione sociale, come elemento identitario di una comunità e al tempo stesso attore di promozione territoriale verso i propri abitanti e verso l’esterno. La particolarità di Im.patto – ha argomentato – di progettare azioni che generano impatto sociale per rispondere a problemi diffusi e persistenti mettendo in rete soggetti plurali che magari non avevano mai lavorato insieme in precedenza, ci ha permesso di disegnare un progetto molto ambizioso intorno al valore della buona alimentazione che, come Nova Coop, siamo felici di sostenere».
Articolo tratto da: Journal Cittadellarte
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