Santa Rosalia: a Palermo un festino alternativo per animare le periferie
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Palermo - Se c’è una cosa che a Palermo mette d’accordo tutte le persone appartenenti a un popolo noto per la sua tendenza a lamentarsi sempre è il Festino di Santa Rosalia. La protettrice della città, come la livella di Totò unisce tutti: i ricchi, i poveri, quelli di destra, quelli di sinistra, gli anarchici e gli atei, la Santa è amata da tutti. Nel giorno del Festino – il 14 luglio – si mette in scena la sua vita e il suo grande miracolo, la liberazione di Palermo dalla peste. Il Cassaro, cuore del centro storico, diventa un grande palcoscenico a cielo aperto, la città per un giorno è unita e celebra la sua voglia di farcela.
Palermo però non è solo il centro: c’è una periferia vastissima fatta di numerosi quartieri popolari dove sono tanti coloro che non hanno mai potuto partecipare a un Festino, non hanno mai visto né una Santa né i fuochi d’artificio e non hanno mai sentito il sindaco gridare ai quattro canti “Viva Palermo e Santa Rosalia!”.
Ecco dunque l’idea di portare il festino anche nei quartieri periferici, suggerita da dall’attrice Silvia Scuderi e dalla regista teatrale Claudia puglisi, che hanno coinvolto diverse associazioni. Già durante il primo lockdown, le due hanno creato il collettivo di attori “Arte è Martello” e hanno portato degli spettacoli in giro per le periferie per fronteggiare non solo l’emergenza economica, ma anche quella culturale. È nato così il progetto “Io e Rosalia”, che si propone di realizzare un Festino che possa essere un vero e proprio rito collettivo di esorcizzazione e di costruzione dell’identità cittadina. Per finanziare il progetto è stata lanciata una campagna crowdfunding che vorrebbe collettare 25mila euro, ma si stanno cercando anche altri sponsor.
«Con la consapevolezza della grave emergenza culturale, economica e sociale che la città attraversa in questo momento in cui il mondo intero è colpito da una pandemia – racconta Claudia Puglisi –, il progetto nasce con l’obiettivo di promuovere e “muovere” il concetto di cura per l’intera Comunità e proprio attraverso il meccanismo del rito cerca di attivare reazioni positive inconsce. Lo scopo è costruire un percorso di risposte funzionali a uno stato emergenziale che ormai da un anno minaccia gravemente la stabilità e la coesione sociale di un’intera Comunità».
Il progetto si svolgerà nell’arco di cinque mesi e sono diverse associazioni che hanno aderito, tra cui Booq, Ecomuseodelmare, Terradamare, Cesie, Send, Moltivolti, Cotti in fragranza, Addiopizzo, Ballarò Buskers, Kala onlus, Handala. Si prevede che siano i cittadini a prendere parte alla realizzazione del Festino-Rito – e dunque alla costruzione del Rito stesso – che si celebrerà il 14 luglio in tutti i quartieri della città. Il coinvolgimento dei residenti sarà su diversi livelli e per questo verranno messi in campo numerosi laboratori diffusi incentrati su temi come musica, spiritualità, cibo, fino alla realizzazione delle statue e degli abiti dei due Santi coinvolti. Già, perché accanto a Rosalia ci sarà il protettore di Palermo, San Benedetto il Moro.
Igor Scalisi Palminteri, artista della città apprezzato e conosciuto per i suoi lavori, disegnerà le bozze per le effigi di Santa Rosalia e di San Benedetto il Moro. A partire dal disegno verrà realizzato il progetto per le due statue – alte ciascuna circa 6 metri – e per le parti essenziali delle strutture portanti. Il progetto verrà affidato alle associazioni di quartiere, che nel rispetto delle norme di sicurezza anti-covid attiveranno dei laboratori a cui prenderanno parte diversi gruppi, ciascuno dei quali realizzerà una parte del corpo della statua, per lo più con l’utilizzo di vetroresina e materiali di riciclo.
Un’altra parte del progetto prevede la scrittura delle preghiere. Saranno quindi realizzati degli incontri nei quartieri tramite il supporto delle associazioni aderenti per la scrittura condivisa delle preghiere, che in questo modo saranno espressione non di una sola, ma di tutte le diverse voci della città
La musica sarà appannaggio degli adolescenti, che suoneranno con strumenti veri o improvvisati le note che un gruppo di musicisti della città comporrà per l’occasione. Anche in questo caso si prevede di realizzare un piccolo laboratorio musicale in ciascuno dei quartieri della città e di coinvolgere il maggior numero possibile di ragazze e ragazzi, sempre nel rispetto delle norme anti-covid.
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