26 Mag 2021

“Ho dato vita a un rifugio nel bosco per avvicinare le persone alla natura”

Scritto da: Valentina D'Amora

The Honey Farm è un piccolo rifugio sulle alture tra Pegli e Prà, dove ci si ristora all’aperto, sui tavolini vista mare, accolti dal sorriso di Gennaro Acampora, apicoltore e bartender. Raggiungibile solo a piedi con una passeggiata di circa 30 minuti dalla Vetta di Pegli, immersi nella macchia mediterranea, è un invito a scoprire un angolo di Genova sconosciuto ai più.

Salva nei preferiti

Genova - Gennaro Acampora è il titolare del cocktail bar a tema miele più famoso di Genova. Creativo e di indole ottimista, è riuscito a non soccombere durante il lockdown trasformando la sua attività in un punto vendita di miele, frutta, verdure e prodotti locali, consegnando ogni settimana le sue box di primizie in tutta la città.

Nel frattempo, la scorsa estate, una nuova intuizione folgora la sua mente: dare vita a una succursale del suo bar in un piccolo angolo di paradiso, raggiungibile solo a piedi. The Honey Farm, sulle alture di Prà, è un rifugio sui generis dove si viene accolti da alberi di acacia – i cui fiori si trasformano in ingredienti per frittelle – e dove tavoli di legno sparsi qui e là fanno da appoggio a cestini da picnic a base di fave, formaggi e altre bontà.

IL LUOGO

Ci si imbatte nella Honey Farm passeggiando sul sentiero E1, l’itinerario europeo che collega capo Nord, in Norvegia, con capo Passero, in Sicilia. Proprio su questo sentiero, che attraversa da nord a sud tutto il continente, lungo il tratto genovese che raggiunge Pegli attraverso Monte Penello, si incontra la località Pian delle Monache: qui un piccolo cartello in legno segnala la presenza di questa oasi di pace, con una vista che nelle giornate di cielo terso spazia fino alla Corsica.

Gennaro The Honey Farm cop
Gennaro Acampora, fuori da The Honey Farm – Foto di Silvia Aresca

«Ho approfittato di questo momento così particolare – racconta Gennaro – per imbastire tutto il lavoro alla Farm: ho pulito le fasce intorno alla struttura e decespugliato parte della boscaglia lungo il sentiero, così fitta che non si vedeva nemmeno il segnavia, collocato i cartelli. Certo, di lavoro da fare ce n’è ancora parecchio, ma sono soddisfatto».

IL PROGETTO

Com’è nata l’idea? «Beh, The Honey Farm è, in un certo senso, un crescendo evolutivo del The Honey Bar. Anzi vorrei che in futuro, invece di esserne la succursale, diventasse proprio la sede principale».

Il negozietto offre golosità a tema api, ortaggi, prodotti locali ed è arredato con accessori d’epoca ricevuti in dono dai vari vicini. E i tavoli sparsi sul prato, tutti dipinti di blu, hanno il chiaro intento di non interrompere il continuum di tutte le sfumature del colore del mare, per consentire anche agli occhi un’immersione completa nel contesto naturale che questo luogo offre.

Poco più avanti, quella che un tempo era una serra è diventata un coloratissimo spazio bimbi, dove i più piccoli possono giocare insieme e divertirsi in libertà, mentre le mamme, sulla fascia poco sopra, si rilassano sorseggiando uno dei noti cocktail di Gennaro. Proprio in quest’area nei prossimi mesi si terranno laboratori, reading e presentazioni di libri per bambini, naturalmente incentrati sulla divulgazione della tutela dell’ambiente.

«Ci impegneremo a salvaguardare la biodiversità di questo territorio, a valorizzare le produzioni locali e la filiera corta, a diffondere i princìpi dello sviluppo sostenibile e, soprattutto, a rendere sia l’impollinazione che la pratica agricola accessibili e visibili a tutti». L’intento di Gennaro è quello di trasportare quassù tutte le sue arnie e rendere la Farm anche un luogo di produzione e apprendimento, oltre che punto di ristoro.

«Sto guardando avanti con creatività e ottimismo, passione e amore, sudore e ingegno». Non per niente, questo luogo trasuda entusiasmo e i risultati si vedono.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Il turismo outdoor? Se non è davvero sostenibile non può esistere
Il turismo outdoor? Se non è davvero sostenibile non può esistere

Cammini e sentieri: ecco come custodire e valorizzare un tesoro lungo 150mila chilometri
Cammini e sentieri: ecco come custodire e valorizzare un tesoro lungo 150mila chilometri

Paolo Signorelli: le piante raccontano la storia dell’umanità
Paolo Signorelli: le piante raccontano la storia dell’umanità

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Il boom dei fast food e la fine dell’identità – INMR Sardegna #58

|

Smartphone, pc, elettrodomestici: ripararli è possibile con “The Restart Project” – Soluscions #4

|

Terapie psichedeliche: una soluzione ancestrale ai disturbi mentali?

|

Il futuro del vino tra crisi climatica e innovazione

|

Dalla crisi ecologica alla disumanizzazione delle guerre, l’amore è la risposta

|

Lo storyteller dell’acqua Zach Weiss e il nuovo paradigma per mitigare clima, siccità e alluvioni

|

Tyrrhenian Link: “La nostra lotta continua oltre lo sgombero del presidio degli ulivi”

|

Luana Cotena e il suo concetto rivoluzionario di capo d’abbigliamento

string(7) "liguria"