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“Arriva la garanzia: Giovani, casa senza anticipo”; “Piano di Draghi da 248 miliardi, Aiuti ai giovani per la prima casa”, “Mutuo senza anticipo per l’acquisto della casa la mossa per i giovani”. Questi alcuni dei titoli degli ultimi giorni sulla notizia della garanzia statale anticipata dal premier Mario Draghi. Garanzia che avrebbe lo scopo di permettere ai giovani italiani di acquistare casa con un mutuo al 100%, senza dover versare anticipi. Sembra che sia questa, al momento, la notizia “calda” su cosa si farà con i soldi europei per i giovani.
Peccato che agevolare i mutui non sia «una misura utile»: lo dice Eleonora Voltolina, giornalista e direttrice della testata online Repubblicadeglistagisti.it focalizzata proprio sul tema dell’occupazione giovanile. «La casa di proprietà non è una priorità» rincara Voltolina: «Lo è in Italia perché culturalmente siamo abituati alle famiglie che si tramandano le case in eredità di generazione in generazione, ai genitori che quando vanno in pensione con il tfr comprano la casa ai figli. Ma non sta scritto da nessuna parte che sia una buona cosa».
Voltolina cita i dati eloquenti di un rapporto dell’OECD in cui viene presa in considerazione una quarantina di Paesi, europei e non, conteggiando la percentuale di cittadini con case di proprietà, case di proprietà per le quali stanno pagando un mutuo, case affittate a prezzo di mercato e case affittate con sostegno pubblico. «L’Italia è tra i Paesi con più alto tasso di case di proprietà, con o senza mutuo», dice Voltolina. «Più o meno a parimerito con Grecia ed Estonia. Più inclini di noi alla casa di proprietà vi sono solo nove Paesi: Slovenia, Polonia, Lettonia, Ungheria, Slovacchia, Lituania, Bulgaria, Croazia e Romania. È facilmente deducibile da questo elenco che la casa di proprietà non è certamente un indicatore di benessere sociale o di condizioni occupazionali favorevoli per i giovani».
Al contrario, i Paesi con economie più forti e mercati del lavoro più floridi sono quelli dove la tendenza a scegliere l’affitto al posto dell’acquisto di una casa è più marcata: «Danimarca, Svezia, Olanda, e soprattutto la Svizzera: che è il Paese meno propenso alla casa di proprietà tra i 37 presi in esame dall’OECD, e guarda caso è anche quello con il maggior tasso di occupazione e le retribuzioni più alte d’Europa».
Finanziare una misura per incentivare i giovani all’acquisto di case di proprietà sarebbe una trappola secondo la direttrice della Repubblica degli Stagisti: «Vuol dire, per i venti-trentenni, indebitarsi per decenni, finire per essere bloccati in un luogo, disincentivando quindi la mobilità geografica. Senza contare che, una volta preso su di sé il peso di un mutuo, bisogna spesso a mendicare l’aiuto dei genitori per ogni spesa imprevista, dal tetto da rifare all’ascensore da riparare. Perché certo con i loro magri salari i giovani italiani non hanno grandi risparmi cui attingere. Risultato? Ancora una volta le famiglie si trasformano in ammortizzatori sociali».
«Spero davvero che alla fine il governo scelga di mettere quei soldi dove ce n’è più bisogno, dove potrebbero veramente aiutare i giovani», continua Voltolina. «Investimenti in orientamento scolastico, sia all’ultimo anno di scuola media sia alle superiori, svolto non dagli insegnanti bensì da esperti di mercato del lavoro; potenziamento degli uffici placement universitari; aumento delle retribuzioni dei ricercatori universitari, in modo da rendere il mondo accademico italiano più appetibile; incentivi per l’iscrizione di giovani donne a percorsi di formazione in materie tecnico-scientifiche, per ridurre il gender gap nelle professioni tecnologiche; potenziamento dell’apprendistato “di alta formazione e ricerca” e non solo di quello di primo livello. E ovviamente, a costo zero, una revisione della normativa sui tirocini, per incentivarne l’utilizzo virtuoso ed evitare lo sfruttamento, dando più diritti agli stagisti».
Queste sono alcune delle proposte pubblicate sulla Repubblica degli Stagisti per rendere il PNRR realmente focalizzato sul futuro delle nuove generazioni. «Più che una casa di proprietà, i giovani italiani vorrebbero un lavoro e un reddito», conclude la giornalista. «Creiamo le condizioni per cui possano accedere a impieghi di qualità, con condizioni contrattuali e retributive dignitose. E poi saranno loro a decidere se vogliono comprare casa o no: senza bisogno di garanzie statali».
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