19 Apr 2021

VocAMOlario: impariamo a parlare di amore e sessualità – Amore Che Cambia #2

Scritto da: Giulia Rosoni

Per affrontare con consapevolezza e chiarezza il viaggio nell'Amore (e nel sesso) Che Cambia che abbiamo recentemente intrapreso è fondamentale conoscere una serie di termini di uso sempre più comune, ma il cui significato spesso viene travisato o addirittura ignorato. A questo scopo, vi proponiamo un vocAMOlario curato da Giulia Rosoni.

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È la realtà che crea il linguaggio, o il linguaggio costruisce la realtà? “La seconda che hai detto” direbbe il maestro Guzzanti nei panni del messia. La realtà sociale, così complessa e in continuo mutamento, richiede un costante aggiustamento del linguaggio, una costante aggiunta di termini, etichette e modi di esprimersi.

Sentiamo spesso una sorta di orticaria per le etichette che però, esattamente come gli stereotipi, sono fondamentali: ci permettono di usare un linguaggio comune, di parlare di un contesto complicato e sfaccettato in un modo il più possibile fluido e condiviso.

Ricordo la reazione di rabbia di una ragazza di 17 anni durante un laboratorio sulle tematiche di genere e contro la violenza Trans- Omo- Bi- Lesbo fobica, convinta che utilizzare etichette quali omoaffettivo/eteroaffettivo o Uomo/Donna fosse riduttivo e offensivo. Come darle torto? Come poter racchiudere una tale mole di complessità in termini e definizioni?

Così risposi a questa meravigliosa guerrigliera: l’etichetta è uno strumento, un canale che permette a me e voi di esprimersi con un linguaggio conosciuto e concordato. Non è l’etichetta il nemico, ma ciò che da essa si inferisce. In altre parole anche per le etichette vale la regola degli stereotipi: se le conosci non le eviti, ma le sai maneggiare!
Come noto ormai, Italia che Cambia ha intrapreso un fantastico tour nell’Amore (e nel Sesso) che Cambia, un nuovo viaggio che durerà almeno un paio di anni e che nasce con l’intento di fotografare, comprendere, raccontare i mutamenti che stanno coinvolgendo tutte e tutti noi nella società contemporanea.

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@ETTONE – www.messaggisofisticati.com

Stiamo conoscendo tante realtà diverse in questo bellissimo viaggio un panorama umano incredibile, favoloso, stimolante, variegato. E ci siamo chiest@: sarà il caso di dare anche noi un ordine “linguistico” a questo mondo? Perché non costruire un vocabolario condiviso, che possa aiutare lettori e lettrici a meglio comprendere di cosa stiamo parlando?

Mentre scrivo e rifletto (la magia del multitasking) mi rendo conto di che lavoro titanico ci siamo messi in testa di fare! Sarà meglio partire dalle parole che abbiamo incontrato più frequentemente. E quindi eccolo qui, tutto per voi, il nostro vocAMOlario!

Andiamo con ordine e cominciamo con i termini legati alla Identità Sessuale. Molt@ di voi avranno trovato nella loro strada l’ acronimo LGBTQIA+: inizialmente composto di sole quattro lettere, si è nel tempo ampliato in modo da includere identità, orientamenti e sfaccettature diverse. L’importanza di questa integrazione continua sta nella necessità di rendere visibili e esistenti nell’immaginario collettivo le varie dimensioni dell’identità sessuale delle persone.

Vediamo queste lettere cosa indicano:

  • L – Lesbica: donna attratta romanticamente, affettivamente, fisicamente e/o emotivamente da altre donne;
  • G – Gay: uomo attratto romanticamente, affettivamente, fisicamente e/o emotivamente da altri uomini;
  • B – Bisessuale: persona che può essere attratta romanticamente, affettivamente, fisicamente e/o emotivamente sia da uomini che da donne;
  • T – Transgender: persone che sperimentano una mancata corrispondenza tra il sesso con cui sono nate e il genere con il quale si identificano e che hanno iniziato un percorso di transizione o non vogliono terminare completamente l’iter medico o non vogliono impegnarsi in alcun tipo di transizione medica. Transessuale: come per le persone transgender, sperimentano una mancata corrispondenza tra sesso biologico e genere. Nel caso della persona transessuale però è già compiuto il percorso medico chirurgico e legale per il cambiamento di sesso;
  • Q – Queer: Termine storicamente usato in modo dispregiativo per identificare le persone LGBT, è stato poi abbracciato e rivendicato dalla stessa comunità LGBT*QIA+ come simbolo di orgoglio, in rappresentanza di tutte le persone che stanno fuori dalle “norme” su genere e sessualità. È un termine che rigetta completamente identità e definizioni;
  • I – Intersessuale: persona i cui cromosomi sessuali, i genitali e/o i caratteri sessuali secondari non corrispondono alla descrizione medica di sesso maschile o femminile;
  • A – Asessuale: persona che generalmente non è sessualmente attratta da altre persone o sceglie di non svolgere attività sessuali. Può essere considerato come la mancanza di un orientamento sessuale o una categoria unica a sé.

Non all’interno dell’acronimo, ma ugualmente importanti da conoscere, sono anche i termini:

  • Cisgender, che indica una persona che si identifica con il genere che corrisponde al sesso che le è stato assegnato alla nascita;
  • Pansessuale: persona attratta sessualmente e sentimentalmente da persone indipendentemente dal loro genere. L’attrazione dipende dalla personalità dell’individuo, più che dal sesso biologico o dal genere. Per approfondire il tema e il proprio vocAMOlario consiglio di consultare il glossario del manuale “Risorse Arcobaleno: Compasito specifico su Sessualità e Genere”).
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@ETTONE – www.messaggisofisticati.com

Altro tema del nostro viaggio è quello della Famiglia e delle Relazioni; come ho già scritto nel mio articolo precedente esistono famiglie di ogni forma e dimensione. Ecco quindi alcuni termini utili:

  • Famiglia a geometria variabile: termine coniato dalla Associazione Small Families (da noi incontrata nella prima tappa del tour), comprende al suo interno modelli familiari caratterizzati da genitori che per motivi diversi non vivono la genitorialità in coppia. Famiglie monogenitoriali, che includono modelli familiari più disparati, in cui entrano genitori che si dividono l’educazione e la crescita dei figli, genitori separati che ora vivono con nuovi partner (le cosiddette famiglie allargate) e i genitori unici, che differiscono dalle famiglie monogenitoriali per la presenza di un solo genitore nella cura ed educazione dei figli e delle figlie;
  • Famiglie omogenitoriali (famiglie arcobaleno): è il legame di diritto o di fatto tra uno/a o più bambini/e e una coppia omoaffettiva;
  • Poliamore: è una forma di non monogamia consensuale. Indica la pratica o il desiderio di una relazione con più partner, con il consenso dei partner coinvolti; avere più relazioni con persone che non vivono sotto lo stesso tetto (chiamato anche matrimonio aperto o relazione aperta);
  • Anarchia Relazionale: Una filosofia o pratica che cerca di avere solo dinamiche in cui ognuna delle persone coinvolte può direttamente, liberamente consentire ad esserne parte e può rinegoziarle o lasciarle in qualunque momento. L’obiettivo è di rendere espliciti tutti i modi in cui scorre il potere all’interno delle relazioni così che tutti possano approvarle. In questo modello, nessuna relazione dovrebbe essere iniziata o evitata per un senso di dovere o obbligo. I partner sono considerati per i loro specifici meriti, non paragonati tra loro;

E ultimo, ma non ultimo, il tema della sessualità. Forse il più complesso che ci sia, lo possiamo dire? Di seguito i termini che finora abbiamo incontrato:

  • BDSM: è la combinazione di 3 acronimi, B&D- Bondage e Disciplina, D&S- Dominazione e Sottomissione, S&M- Sadismo e Masochismo. Consiste nel dare o ricevere piacere sessuale attraverso queste pratiche. Nello specifico:
    • Bondage: Azioni che comportano l’immobilizzazione fisica di un partner. Il bondage può riferirsi ad una immobilizzazione totale del corpo o a quella di una sola parte del corpo;
    • Disciplina: Qualunque attività in cui una persona addestra un’altra persona ad agire o comportarsi in un modo specifico, spesso mettendo in atto rigidi codici di condotta o infliggendo punizioni per aver mancato di comportarsi nel modo prescritto;
    • Dominazione: Avere potere ed influenza su un’altra persona. Nel D/s si riferisce generalmente all’avere il controllo in una relazione di scambio di potere. [NOTA: “Mentre nell’ambito sadomaso -generalmente abbreviato in SM- i rapporti sono caratterizzati dal godimento che i partner raggiungono infliggendo e ricevendo dolore fisico, nella dominazione spesso il focus è sull’aspetto psicologico. Nel rapporto DS infatti il sottomesso (o sub, dall’inglese submissive) concede volontariamente il controllo al dominante (o dom)”];
    • Sottomissione: L’atto di cedere consensualmente il controllo, l’autorità e/o il potere ad un altro individuo nel contesto di una scena o di una relazione.
    • Sadomasochismo: “Insieme di pratiche sadiche e masochiste, dove un partner infligge una serie di sofferenze fisiche o psichiche all’altro. Ovviamente il tutto avviene di comune accordo, e questa è la base per ogni tipo di gioco SM; i rapporti SM, per essere totalmente soddisfacenti per entrambi i partner, hanno come base la sicurezza e la totale consensualità; lo scopo del sadomaso è quello di raggiungere il piacere infliggendo dolore fisico a un partner consenziente, e non necessariamente questa persona sarà legata (bondage) o il rapporto sarà di dominazione psicologica”.
  • Fetish: Eccitazione sessuale data da uno specifico oggetto, parte del corpo o attività non abitualmente associata con l’eccitazione sessuale;
  • Sesso Tantrico: è una tecnica che consente, secondo gli esperti, di raggiungere un vero e proprio stato di estasi. Un orgasmo così piacevole da essere indimenticabile. Questa esperienza consente di provare delle emozioni e sensazioni intense, aiutando il corpo e la mente a liberarsi da ogni costrizione.
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@ETTONE – www.messaggisofisticati.com

Per approfondire il tema e per un elenco più esaustivo dei termini legati alla sessualità visitate il sito bdsmitalia.org.

«Oggi si è diffusa anche una maggiore capacità nel dare nome al proprio sentire. Stiamo imparando a nominare categorie o modi di essere che prima esistevano ma non erano nominati. E ci costringevano nelle gabbie “dell’esistente”, del riconosciuto», ha dichiarato la Pastora della Chiesa Valdese Daniela Di Carlo, intervistata da Daniel e Paolo nella prima parte del tour.

Il linguaggio quindi non si limita a narrare, ma costruisce, riconosce e in qualche modo permette a qualcosa di esistere e prendere posto nell’immaginario collettivo. E in una realtà in continuo mutamento, che richiede un cambiamento costante dell’immaginario, questo è un vocAMOlario destinato ad arricchirsi.

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