Smallfamilies: i genitori soli non sono più soli – Amore Che Cambia #3
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Milano, Lombardia - Sono i primi giorni del viaggio nell’Amore che Cambia. Io e Paolo siamo ancora a Milano, prima tappa di questo nuovo tour, e mentre ci accingiamo a incontrare Gisella Bassanini siamo turbati dal fatto che, rispetto al passato, abbiamo trovato un filtro emotivo nelle persone incontrate dovuto a oltre un anno di pandemie e restrizioni. Entriamo in casa di Gisella e questa barriera si scioglie, il cuore torna a battere in sincrono con i nostri polmoni. La nostra ospite è sorridente e accogliente. Ci offre qualcosa da bere e, insieme a due sue colleghe, ci racconta la sua storia fatta di dolore, forza, caparbietà, soddisfazioni, successi, impegno. Nei due video che trovate qui sotto potete rivivere la nostra lunga intervista con lei. La sua è la storia di milioni di italiani, la storia di una “Small Family”.
I primi passi: una madre sola
Tutto ha avuto inizio quando Gisella, rimasta incinta, si trova a essere una madre sola. Il “futuro padre” della bambina, infatti, decide di non riconoscerla. La mamma si trova quindi fin dalla gravidanza a fare i conti con una situazione divenuta oggi molto diffusa: quella del mono-genitore. I nonni ci sono, ma non sono a Milano e lei deve quindi far quadrare i conti in tutti i sensi: di soldi, di risorse umane, di tempo, di energia emotiva, di attenzioni.
La situazione non è facile e Gisella decide di attivarsi per cambiare le cose e fare in modo che altri non si trovino nella sua stessa situazione in futuro. Da qui l’idea di creare quella che poi diventerà Small Families (in inglese “piccole famiglie”). Il nome deriva dalla voglia di non arrendersi all’uso di espressioni fredde e distanti, come “famiglie mono-genitoriali”. «Cerchiamo parole nuove per raccontare chi siamo!», ci spiega Gisella. «Espressioni come “fratellastro”, “matrigna”, “ragazza-madre” si portano dietro accezioni che non ci piacciono. E non vogliamo arrenderci a questi immaginari». Nasce quindi l’associazione grazie anche al contributo di Michele Giulini ed Erika Freschi.
Cosa sono quindi le Small Families?
Quando si pensa a un genitore solo ci si immagina subito i casi in cui uno dei due genitori è mancato, quelli di “genitori ignoti”o in cui un genitore decide di non riconoscere il proprio figlio. L’immaginario corre subito alle cosiddette ragazze-madri. In realtà il fenomeno delle Small Families è molto più ampio e comprende chi si trova a essere “genitore solo” per separazione, divorzio, scelta, vedovanza, fuga dell’altro genitore o lontananza forzata. Quindi rientrano in questa categoria anche quei casi in cui un bambino o una bambina hanno “due famiglie”, di cui almeno una è però composta da un solo genitore – che non si è quindi risposato o comunque non convive con un nuovo partner.
Questo perché la maggior parte delle problematiche che affronta un genitore solo sono simili in tutti questi casi. Se ad esempio sono un genitore divorziato, nonostante là fuori ci sia il padre o la madre del mio bambino, in molti casi mi troverò da solo a dover conciliare lavoro, tempo per i figli, situazioni economiche delicate, responsabilità amministrative, eventuali malattie e così via. Ci sono poi i “genitori unici”, persone come Gisella che si trovano a crescere una figlia nella completa assenza dell’altro genitore.
Il focus è il genitore solo, che sia sempre solo o si alterni con l’altro nella cura dei figli. Nel momento in cui uno dei due genitori forma una nuova relazione e crea un’altra coppia, fonda un altro tipo di famiglia. Si può essere genitore solo per un breve periodo o per decine di anni. Ogni esperienza è unica.
Smallfamilies, quindi, nasce come osservatorio della famiglia che cambia e come bussola per i genitori single. «Attraverso il nostro sito – che gestiamo in modo volontario – cerchiamo di raccontare storie, dare consulenza psicologica e legale e fare emergere il fenomeno dei genitori soli, che nonostante sia in continua crescita continua a essere ignorato. Va fatta chiarezza. Un conto è essere un genitore separato che può contare sull’altro genitore nella cura e nella crescita dei figli, un conto è essere da solo, cioè un unico genitore.
Quando si parla di conciliare famiglia e lavoro, tutti dicono che si risolve se c’è una equa distribuzione dei compiti tra i due genitori, ma raramente ci si interroga su cosa accade quando la coppia non c’è. Con chi condivido in quel caso il “carico della cura”? Ecco che diventa evidente il bisogno di una rete che mi porta fuori dal nucleo familiare. Tra le altre cose, sono una ricercatrice di formazione e mi sono quindi accorta che mancano dati che raccontino queste nostre famiglie, insieme alla consapevolezza di questo fenomeno».
Divulgazione, approfondimenti e legislazione
Laura Lombardi – socia Smallfamilies – si è inventata con Raethia Corsini e la casa editrice Cinquesensi una collana di libri chiamata “small books” che racchiude storie autobiografiche a tema famiglia, ovviamente famiglie a geometria variabile. «Pensiamo che raccontare sia terapeutico per chi scrive ma anche per chi legge. Mia figlia ha 20 anni. Quando circa 17 anni fa ho iniziato a guardarmi intorno per cercare libri su questi temi non ne trovavo! Oggi per fortuna ce ne sono». Oltre ai libri, il sito stesso di Smallfamilies è ricco di esperienze da leggere e iniziative da approfondire. Ci sono poi i questionari e le indagini, nonché le tante iniziative di informazione e sensibilizzazione. Tra queste, lo “sconto 1+”: «Normalmente tutte le scontistiche per famiglie richiedono la presenza di due adulti, mentre noi pensiamo si debba prevedere la presenza di un solo adulto».
Smallfamilies ritiene che sia necessaria una legge nazionale che tuteli i genitori single in stato di fragilità. Oggi esistono solo alcuni interventi locali su questo tema, uno diverso dall’altro. Ci sono due leggi regionali che hanno cercato di regolamentare queste situazioni in Lombardia e Veneto: «Nonostante siano state concepite dalla stessa forza politica – commenta Gisella –, sono due leggi molto diverse tra loro. Entrambe offrono una serie di aiuti, tra cui l’accesso alla casa, ma la prima aiuta solo i genitori divorziati e separati da matrimonio. In un mondo in cui sempre meno coppie sono sposate, quindi, si finisce con il discriminare i genitori unici monoreddito che non si sono sposati».
Un aiuto psicologico e legale
«Sempre più spesso le persone si rivolgono a noi chiedendo aiuto psicologico o legale. Abbiamo quindi costituito una rete di “avvocate non conflittuali” – perché crediamo i conflitti vadano evitati o comunque ridotti al minimo – e una rete di psicologi che offrono sportelli di ascolto per madri e per padri che si trovano a vivere nella condizione di genitori single. Oggi questa categoria conta quasi tre milioni di persone, quasi la metà vedovi o vedove e l’altra metà proveniente per buona parte da separazioni o divorzi».
Il ruolo della scuola
La scuola è uno di quegli enti che sembra non rendersi conto di come il mondo stia cambiando intorno a lei. Quante volte ai bambini viene chiesto di raccontare della propria mamma e papà, dando per scontato che stanno insieme, che ci sono entrambi, che sono eterosessuali e così via. Si festeggia la festa del papà e della mamma senza interrogarsi su cosa accade quando tu non hai uno di questi genitori. Per fortuna molti insegnanti si stanno sensibilizzando su questo tema e stanno cambiando approccio.
Bisogna rompere il tabù e affrontare queste tematiche in modo consapevole e maturo. «In questi venti – ci racconta Gisella che lavora nella scuola – ho visto una sensibilità crescente, a partire dai libri per bambini che raccontano che cosa vuol dire vivere solo con il papà, solo con la mamma o solo con i nonni. Si sta diffondendo un po’ di sensibilità anche nelle campagne pubblicitarie, che cominciano a mostrare anche immagini di famiglie con un solo genitore. Il vuoto è sul piano politico e del welfare».
Un passato difficile per un futuro sereno
«Smallfamilies è nata dalla mia fatica, dalla solitudine che ho provato. Ancora oggi mi viene da piangere quando ci penso. È stato un periodo durissimo della mia esistenza: la solitudine, le notti da sola, la difficoltà economica. Non volevo che altri provassero tutto ciò. Ero considerata una mosca bianca perché 20 anni fa una mamma single che si avvicinava a delle coppie veniva percepita come “un problema”, forse una possibile fonte di seduzione e pericolo. Ero un’anomalia. Non sapevo con chi andare in vacanza, non sapevo a chi lasciare mia figlia. L’unico momento di socialità erano le riunioni condominiali… Questa è la condizione di molti genitori single, la separazione porta sempre impoverimento». Ed ecco che è nata Smallfamilies.
Ancora una volta, abbiamo incontrato una persona che di fronte a un problema si è attivata per cambiare le cose. Cambia l’amore in Italia, cambiano le famiglie, le relazioni, l’essere figlio e genitore. Cambia l’Italia e cambia il Mondo. Possiamo subire il cambiamento o guidarlo. Grazie Gisella.
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