16 Apr 2021

Mentorship, il progetto che aiuta gli studenti che stanno ai margini

Cosa significa essere studenti provenienti da un'altra nazione e doversi scontrare con le barriere linguistiche, sociali e legate all'apprendimento? Ce ne parla la nostra collaboratrice Marìa Gabriela Avìla raccontandoci del progetto Mentorship che, all’Università di Torino, aiuta gli studenti e le studentesse internazionali come migranti e rifugiati a proseguire il loro percorso di studi, contribuendo a creare una comunità più integrata e inclusiva, aperta alle diversità. Mentorship - tra le sue attività - offre aiuto nel cercare casa e nell'apprendere una lingua nuova, promuovendo per tutti il diritto allo studio.

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Torino - Quando ho iniziato la magistrale all’università di Torino mi sono trovata davanti a un mondo nuovo, il sistema educativo era molto diverso da quello del Venezuela, la mia terra di origine, e a ciò si aggiungeva la difficoltà della lingua. In diverse occasioni sentivo dire dai miei amici studenti “dovrei preparare gli esami di questa sessione” e subito provavo una sensazione di ansia. Quando entravo nel sito web dell’università, poi, mi sembrava di aver davanti una parete di arrampicata, uno sport mai fatto prima.

Un giorno, preoccupata per il nuovo percorso che stavo per intraprendere, con l’angoscia di non poter conoscere persone nuove a causa dell’emergenza sanitaria, ho ricevuto una mail dalla posta universitaria ed è proprio in questo modo che ho conosciuto Mentorship. Ho iniziato con loro avendo un colloquio preliminare in cui mi sono sentita ascoltata per la prima volta; all’epoca avevo molta difficoltà ad affrontare il percorso accademico e una situazione di vitto e alloggio precaria. In entrambi i casi mi hanno dato la possibilità di condividere la mia situazione e sono stati molto disponibili nei miei confronti. 

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Mentorship è un progetto dell’Università di Torino rivolto a studentesse e studenti extracomunitari, con un’attenzione particolare a coloro che hanno intrapreso un percorso migratorio, che sono titolari della protezione sussidiaria o che sono rifugiati. Il progetto è promosso dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) in partnership con la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI). Nasce a novembre del 2020 con lo scopo di sensibilizzare la comunità accademica intorno alle tematiche dell’inclusione sociale, cercando soprattutto di evitare l’abbandono del percorso universitario da parte degli studenti e delle studentesse che spesso trovano molte difficoltà nella loro quotidianità. Il progetto cerca di dare un sostegno non solo a livello accademico ma anche a livello sociale, come ci racconta Neusa Tsimba, antropologa e tra le coordinatrici del progetto, che tra l’altro mi fa da accompagnatrice nel mio percorso universitario.

Come extracomunitaria ho dovuto affrontare delle difficoltà in diversi ambiti della mia vita. Diciamo che ci sono state molte situazioni complicate e ho rischiato spesso di relegare in secondo piano l’università. Per mia fortuna però, questa associazione ha fatto sì che io potessi proseguire il mio percorso accademico. Proprio in questo modo sento finalmente di star materializzando un mio sogno. 

Mentorship propone delle azioni di sostegno equo e vanta una rete di associazioni e di realtà istituzionali sul territorio che cercano di compensare laddove ci sono delle fragilità o difficoltà. Le attività sono “peer to peer” con altri studenti, si propongono di accompagnarli nell’inserimento scolastico e orientarli attraverso quattro aree di supporto: didattico, amministrativo e legale, sociale e comunicativo. In questo caso ho parlato direttamente con Chaymae Lazaar, una Buddy e studentessa di Scienze internazionali che accompagna i nuovi studenti nel percorso e che ci spiega il suo ruolo nell’area didattica e sociale: «Il mio compito consiste nell’aiutare gli studenti all’interno dell’area didattica attraverso la compilazione del piano di studio, la raccolta dei libri per gli esami, le ripetizioni e tutte quelle attività che hanno a che fare con il rendimento scolastico, per mezzo di azioni mirate al raggiungimento della laurea».

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Foto di Heilagostechie tratta da Unsplash

Attraverso l’impegno sociale cercano di ridurre gli spazi di allontanamento che questo periodo storico ha creato, realizzando dei gruppi tra gli studenti per creare una rete di aiuto tra di loro, dove possano scambiare delle informazioni che siano utili per lo studio. Alcuni progetti molto stimolanti di cui faccio parte sono le attività ludiche che vengono organizzate con lo scopo di creare non solo amicizia, ma anche quello scambio di cultura che serve anche per favorire l’integrazione sociale, conoscere fin da subito altre culture che arricchiscono tutte le parti coinvolte.

La parte amministrativo-legale si focalizza soprattutto sulla condizione di vita dello studente, quindi il progetto aiuta a cercare una casa, attivare la tessera mensa, comprendere le date di scadenza per le richieste della borsa di studio e della residenza universitaria, come per esempio dell’Edisu (Ente Regionale per il diritto allo Studio Universitario del Piemonte), oppure il seguimento del riconoscimento degli esami ottenuti nel paese d’origine.

L’ambito della comunicazione risulta una parte molto interessante e molto importante perché permette agli studenti di far sentire la propria voce tramite strumenti come i social media, per incentivare l’inclusione sociale. Qui possono raccontare la loro storia e far conoscere la loro provenienza. Possono raccontare quanto è importante, per le persone con protezione sussidiaria o rifugiate, il diritto di studiare, aiutando con lungimiranza i futuri studenti che si trovano a vivere nelle stesse condizioni e che, in questo modo, possono essere supportati da questo progetto all’inizio del percorso.

Attraverso il profilo Instagram hanno creato una rubrica settimanale chiamata “From Turin” dove raccontano dei luoghi storici della città, le curiosità, i musei, le bevande o gli avvisi importanti che riguardano l’università, dal momento che in questo periodo molti studenti sono giunti a Torino da poco tempo e non hanno avuto l’opportunità di esplorare la città.

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Tutte queste caratteristiche, dal mio punto di vista, fanno di Mentorship un progetto speciale, essendomi trovata ad affrontare la difficoltà della lingua, della cultura e della realtà sociale. Dopo tanti anni senza studiare sono entrata dal nulla in una realtà nuova come l’università in Italia e in queste circostanze ho pensato per lungo tempo che non fossi in grado di affrontare questo cammino.

Il gruppo di ragazzi che segue le attività con Mentorship mi ha dato una mano anche a livello psicologico ed emotivo. Non solo ho trovato persone meravigliose e disposte ad aiutare, ma soprattutto posso dire che ho creato una bella amicizia con loro.  Più di una volta ho pensato a cosa sarebbe successo se la loro mail non fosse mai arrivata e a tutti coloro che mi leggono voglio dire che ci sono ancora tante persone disposte a migliorare il mondo e la realtà che affrontiamo ogni giorno proprio come i ragazzi di Mentorship.

Si inizia sempre con piccoli passi: Mentorship è un progetto che sta contribuendo a cambiare il mondo e sta diventando un punto di riferimento per tanti studenti stranieri, apportando un grande cambiamento in ogni persona che incontrano e facendola sentire parte della comunità. Una comunità che, oltre a Torino, coinvolge anche altri atenei d’Italia: l’Università di Roma La Sapienza, l’Università degli Studi di Padova, l’Università di Napoli L’Orientale, l’Università di Pisa, l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, l’Università di Milano Bicocca, l’Università di degli Studi di Sassari, l’Università degli Studi di Palermo e l’Università di Roma Tre.

Vi invito dunque a visitare il sito web dove trovate tutte le informazioni sul progetto e potete subito diventare parte della comunità Mentorship.

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