23 Apr 2021

Massimo Ivaldo: da attore teatrale a raccontastorie nei parchi

Scritto da: Emanuela Sabidussi

Massimo è un attore teatrale che dopo essere sceso dai palchi di grandi teatri, dall’inizio del lockdown va in giro per parchi e vicoli, regalando poesie per infondere speranza e lenire la paura verso l’altro che si sta diffondendo tra adulti e bambini.

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Savona - Massimo Ivaldo, conosciuto sul palco anche come dottor Nasello, è un artista dalle capacità poliedriche che ha vissuto molte vite in una, trasformandosi da animatore sociale ad attore teatrale di successo, a racconta storie per grandi e piccoli. Una persona, oltre che a un professionista, dotata di una resilienza e una creatività fuori dal comune.

Oggi Massimo è uno scrittore di libri “per l’infanzia e per animi fanciulleschi”, autore, attore e produttore di opere teatrali e raccontastorie. Se vi ho incuriosito e lo volete conoscere, lo troverete nei vicoli e nei parchi liguri di ponente e genovesi a regalare con il suo banchetto itinerante poesie e limoni a passanti.

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DALLA FORMAZIONE AL SUCCESSO

Nel suo sito Massimo si definisce come “Animattore teatrale artigianale, fatto in casa, nei banchetti coi libri per strada, nelle Case di Riposo e negli Ospedali pediatrici” e per essere tutto ciò servono una buona dose di talento e una fonte quasi inesauribile di entusiasmo: e a conoscerlo da vicino vien da pensare che sia proprio il suo caso.

Ma la strada che ha seguito inizia molti anni fa. Lui stesso racconta così il suo percorso: «Sono un geometra che si è iscritto a lettere perché sognava di fare il giornalista sportivo. Mi sono laureato in lettere moderne e ho fatto una tesi sull’autarchia morettiana».

«Da sempre scrivo poesie e per lo più d’amore. Da che ho ricordi, la scrittura ha sempre smosso tante cose in me. Dopo la laurea ho iniziato a lavorare in una casa di riposo come animatore sociale, ma non volendo escludere le persone allettate o con problemi psichici ho cercato di reinventare il ruolo con un metodo nuovo. Da allora, attraverso il personaggio del dott. Nasello (che prende ispirazione dal mio grande naso) porto sorrisi nelle case di riposo e negli ospedali pediatrici».

Grazie a questo metodo di animazione, che prende spunto dalla clownterapia, Massimo inizia ad avvicinarsi al mondo del teatro, partecipando un po’ per gioco a un provino per entrare in una importante compagnia teatrale ligure. In quegli anni la compagnia partecipa a concorsi nazionali, arrivando tra le prime cinque in Italia grazie a spettacoli in diverse città della penisola. Sono gli anni per lui di grandi successi, riconoscimenti, scanditi da palcoscenici di grandi teatri.

Vent’anni fa, però, il mondo delle compagnie teatrali inizia ad andargli stretto e decide di lasciarlo per provare a mettersi in gioco attraverso spettacoli scritti, recitati e prodotti in maniera autonoma. Da allora, attraverso collaborazioni occasionali, ha diretto e messo in scena diverse opere, cambiando però radicalmente il contesto: ovvero passando da teatri sontuosi a palchi nelle piazze cittadine, auditorium e palestre, ma soprattutto a scuole primarie.

Dall’inizio del lockdown dello scorso anno, non potendo più andare a teatro o entrare nelle scuole e in luoghi chiusi, si può trovare Massimo in giro per parchi e vicoli, intento a fermare i passanti, regalare poesie, improvvisare racconti e regalare i limoni del suo albero, per infondere speranza e lenire la paura verso l’altro che si sta diffondendo tra adulti e bambini. Ed è così che da attore da palcoscenico Massimo si è trasformato per necessità a diffusore itinerante di cultura e amore.

Luci 14 Calizzano

IL LINGUAGGIO E L’AMORE

Ascoltare i racconti di Massimo è un’esperienza densa di emozioni: gioia e risate sono intervallate da nostalgia e malinconia. Le storie che narra prendono spunto dai libri che ha scritto e rendono più che mai vivi e reali i personaggi umani e animali nelle loro avventure.

Il linguaggio scelto dall’attore è tragico, ma allo stesso tempo comico, ed è in questo turbinio di emozioni che riesce a parlare ai suoi spettatori incontrati nelle vie di vita, tristezza, solitudine e bellezza della natura. Sempre con un filo conduttore: l’amore. «Per chi non l’ha trovato in maniera assoluta e per chi, come me, è alla continua ricerca dell’amore, l’espressione artistica è un’occasione per fotografarlo, viverlo e riviverlo, per poi trasfigurarlo attraverso la poesia, cercando di comprenderlo.»

GLI SPETTACOLI ITINERANTI

Negli scorsi anni Massimo aveva scritto e recitato altri spettacoli itineranti. Tra questi l’ultimo era “Pinocchio pinocchio”, in cui diversi attori, in diverse postazioni, raccontavano e interpretavano la storia del loro personaggio.«Mi hanno sempre affascinato gli spettacoli itineranti: il fatto di poter stare all’aperto, giocare un po’ con la scenografia componendola con materiali essenziali, recitando nei parchi, nei vicoli. Recito poesie e animo i miei racconti».

LE CAREZZE DELLE POESIE

Avvicinare per strada persone sconosciute in questo momento storico è più che mai complesso: la diffidenza e la paura del prossimo la fanno più che mai da padrone. «Fermarsi e parlare con uno sconosciuto – mi racconta Massimo – non è un comportamento tipicamente umano, quindi da sempre, ma oggi più mai, lo faccio con delicatezza e gentilezza».

«Cerco di essere incisivo, ma non pedante. Lo faccio chiedendo il permesso e regalando poesie e limoni senza chiedere nulla in cambio. Penso che se il mondo abbia sempre più paura e bisogno di qualcosa di rincuorante come una poesia, che è per me un atto d’amore, una carezza, con cui cerco di alleviare a modo mio il loro stato d’animo».

I LIBRI

Massimo ha pubblicato in questi anni di teatro, alcuni dei racconti scritti per le sue rappresentazioni. Ad oggi ha scritto sei libri: il primo è stato “Coccodina e gli altri volatili” edita dalla Fata Trac della Giunti, che non è più in stampa. LUCI (con illustrazioni Giorgia Atzen ed edito da Illustrazioni Corsare), La Storia Amorosa di Cecco e di Rosa (illustrazioni Giorgia Matarese, di KC Edizioni), Quando gli Animali parleranno agli uomini (e alle donne) (illustrazioni di Caterina Montanari, di KC Edizioni) e I GIOCHI DI… “Ancora una volta” (con disegni di Antonio De Vecchi, edito sempre da KC Edizioni).

La cultura è in un momento davvero complesso: schiacciata, sorpassata, messa in secondo piano da tutto e tutti. Ma come ci ricorda Massimo è proprio l’arte il motore della speranza e della bellezza. Sosteniamo dunque insieme artisti come lui, che nonostante le difficoltà, cercano ogni ogni giorno di regalare sorrisi, poesie e limoni a persone sconosciute. Come? Acquistando i suoi libri, invitandolo nella piazza della vostra città, e ricambiando un po’ dell’amore che con fatica cerca di diffondere.

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