IT.A.CÀ: il tema dell’edizione 2021 sarà il diritto a respirare
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Dopo aver raggiunto oltre 2 milioni e mezzo di utenti nella prima parte completamente online dell’evento, che da maggio a giugno ha virtualmente accolto 165 esperti del turismo, IT.A.CÀ ha appena concluso anche la sua seconda parte ‘live’: da agosto a novembre, infatti, il festival che per primo ha raccontato in Italia i temi legati al turismo responsabile è tornato ad organizzare gli eventi sui territori.
Con la sua rete composta da oltre 700 realtà nazionali e internazionali, formata da 21 tappe presenti in 12 regioni italiane, il festival ha potuto raccontare, dal punto di vista di ciascun territorio, il tema 2020 – Bio-diversità: paesaggio e umana bellezza – attraverso l’organizzazione di oltre 200 eventi dal vivo (nel pieno rispetto delle norme anti-Covid19). Ma lo ‘stop’ del festival è solo apparente. IT.A.CÀ infatti con la sua rete non si è mai fermata e, dopo aver salutato gli ultimi eventi di novembre, è già al lavoro per l’edizione 2021.
«Puntiamo maggiormente a fare del turismo il volano di sviluppo delle aree interne, che offrono quel benessere ormai compromesso nei centri urbani, impegnandoci a realizzare un programma capace di coniugare il diritto di respirare dei visitatori con la qualità della vita degli abitanti», afferma Pierluigi Musarò, Direttore di IT.A.CÀ.
Ed è proprio Diritto di Respirare il tema portante di quella che nel 2021 sarà la XIII edizione del festival: un pensiero che trae ispirazione da Achille Mbembe, filosofo camerunense considerato uno dei più importanti teorici del post-colonialismo. IT.A.CÀ già in questi giorni sta accogliendo le numerose richieste di nuove realtà del nostro Paese, a riprova di un interesse verso le tematiche del festival che cresce sempre di più.
Territori e regioni che intendono proporre percorsi, itinerari, piccoli eventi nel rispetto della natura e dell’ambiente. E nel pieno rispetto del respiro: il tema 2021 è una riflessione sul respiro non solo come bisogno, ma come diritto. Un fluire lento e fondamentale, una presenza e un ascolto di ciò che c’è intorno e dentro di noi. Il respiro che manca dal corpo malato, il respiro che non c’è nella natura quando la si inquina. Diritto di respirare è la risposta della rete del festival all’emergenza in atto: per ricordare a tutti che esistere non è avere o possedere, ma significa semplicemente respirare. Ed è un diritto fondamentale della Terra, degli esseri che la abitano, delle nostre esistenze.
«La pandemia ci ha messo di fronte alla cruda realtà dei fatti, ovvero che l’attuale sistema economico non è più sostenibile: è giunta l’ora di fare veramente un cambio di paradigma per rimettere al centro delle nostre vite l’ambiente in cui viviamo e la cura delle comunità», dichiara Sonia Bregoli, co-fondatrice del festival. L’azione della rete del festival su nuovi modelli di viaggio continua da sempre e, in un anno segnato dalla pandemia, ora più che mai l’intero settore del turismo deve fare i conti con la necessità di ridisegnare il proprio futuro verso scelte sostenibili e più attente alle comunità e ai territori.
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