Ora possiamo fermare gli incendi! Il caso della Pineta di Castel Fusano
Seguici su:
Nel 1984 l’azienda Teletron – da qualche tempo rinominata EPG (Easy Personal Guide) – di cui Giorgio Pelosio è amministratore, ha dato vita a un complesso di telerilevamento degli incendi boschivi basato su una rete di telecamere impiegate per monitorare la zona interessata 24 ore su 24. Questo impianto, diffusosi in vari paesi italiani ed europei, è stato sperimentato inizialmente in Sardegna dove, a causa di grossi interessi economici legati al business degli incendi, nel 2005 il servizio è stato interrotto.
Quattro anni dopo la sua intervista a Italia che cambia, Giorgio continua a credere che questo sistema di rilevamento non sia solo una goccia d’acqua in un mare sconfinato, ma possa svilupparsi sempre di più, prendere piede in altri contesti e, grazie alla collaborazione con altri enti, possa aiutare a proteggere un ambiente in pericolo. Proprio a ridosso della nuova video intervista che abbiamo realizzato con lui e che potete guardare nel video qui sotto, il fondatore di Teletron ha partecipato a un’importante iniziativa nel campo della prevenzione di incendi.
Si tratta della conferenza stampa svoltasi a Roma alcuni giorni fa, nel corso della quale è stato presentato il sistema di sicurezza e controllo per la Pineta di Castel Fusano, una vasta area verde nell’area metropolitana della Capitale. Si tratta di un sistema tecnologicamente avanzato, nella realizzazione del quale anche EPG ha avuto un ruolo attivo. Vari sono stati gli ospiti presentati nel corso della conferenza da parte della Sindaca Virginia Raggi: Alessandro Profumo, Amministratore Delegato di Leonardo SPA, Giorgio Saccoccia, Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Claudio Becchetti, coordinatore del progetto Divisione Cyber Security di Leonardo e in collegamento remoto Elodie Viau, Direttrice di Telecomunicazioni e Applicazioni Integrate dell’ESA.
È proprio attraverso le parole di quest’ultima che andremo ad analizzare più nel dettaglio questo progetto e la collaborazione tra i vari enti: «Nel 2019, ESA Space Solutions ha avviato il dialogo con Roma Capitale, il Comune dell’Aquila e quello di Torino per offrire alla cittadinanza benefici nati dalle tecnologie spaziali unite alla potenza del 5G e da queste collaborazioni sono stati avviati dei bandi. Il SES5G (Secure Environment supervisor empowered by Satellite and 5G) è uno dei progetti avviati dal bando ‘Law enforcement’. Si tratta di un consorzio tutto italiano, dove il prime è Leonardo e i sub-contractor sono e-GEOS, RadioLabs, Siralabs Robotics, Epg, TPSferiacom. Il progetto pilota si concentra sul monitoraggio e sulla prevenzione degli incendi e delle azioni illegali in vaste aree verdi e combinerà in modo innovativo diverse tecnologie spaziali e non: 5G, droni autonomi, rete di sensori combinati con AI per rilevamento automatico di incendi dolosi».
Il modello Castel Fusano può rappresentare un notevole passo avanti anche a livello europeo. Tra i partner spicca EPG, che si occupa dell’antincendio. Mediamente nella pineta si registrano circa sette incendi durante la sola stagione estiva ed è dunque necessario creare uno scudo efficace di sorveglianza sull’area attraverso l’uso di sensori, sia nello spazio aereo che in quello di terra. Ad esempio, attraverso i sensori satellitari si è in grado di analizzare il livello di clorofilla e acqua contenuti nelle piante e nella vegetazione: queste informazioni, oltre a mostrarci dove è più presente il rischio di incendi, possono delineare «una mappa che ci indica dove e quando un incendio può avere più impatto, che scherzosamente viene chiamata “mappa del piromane professionista”, che sa dove e quando appiccare un incendio. Quindi fornire questa informazione agli operatori significa dar loro un vantaggio strategico, grazie al quale possono orientare la sorveglianza in punti specifici della Pineta», afferma Claudio Becchetti.
Inoltre, l’uso dei droni – capaci di autoricaricarsi, di evitare gli ostacoli e di essere quasi invisibili grazie alla loro piccola dimensione – permette di sorvegliare la zona dall’alto e, assieme ai sensori di terra, di rendere più sicura l’area. Per evitare la propagazione dell’incendio nel caso in cui diventasse impossibile da spegnere, è stato introdotto un sensore che nel giro di tre minuti è in grado di individuare automaticamente fino a 15 chilometri di distanza una fonte di fiamma; grazie a questo strumento dunque, si riesce a coprire un’area di 300 km quadrati.
Una volta individuata la fonte, viene inviato un allarme agli operatori coinvolti nel piano antincendio boschivo e condivise le coordinate all’elicottero che, una volta ricevuto l’ok, carica l’acqua e si alza in volo per debellare l’incendio. Su questo aspetto Giorgio si vuole soffermare: «Gli attuali aeroplani usano acqua salata, che però non è adatta allo scopo; inoltre, la possono prelevare solo in assenza di vento e con moto ondoso nullo, ma quando si verificano questa condizioni è difficile che ci siano incendi, mentre quando c’è vento, le onde superano il metro e gli aerei non possono prelevarla, dovendo girare ore per trovare un bacino sicuro. È necessario che in occasione di queste nuove sperimentazioni gli aerei utilizzino l’acqua dolce, prelevata da sistemi a terra con delle autobotti, scaricandola in tempi brevissimi sul principio di incendio».
Tutte queste informazioni immagazzinate, raccolte e inviate da questi sensori, vengono filtrate da algoritmi di intelligenza artificiale, i quali vanno a segnalare agli addetti solo gli eventi significativi. Nuove tecnologie al servizio dell’ambiente e realtà che collaborano per uno scopo comune. Esempi necessari per farci capire quanto inestimabile sia il valore di Madre Natura e quanto, nel corso degli ultimi anni, la sensibilità verso queste tematiche da parte di noi abitanti di questa Terra sia aumentata. «Dobbiamo essere i nuovi partigiani dell’ambiente», afferma Pelosio. «Ci siamo resi conto che non possiamo più lavorare come prima, bisogna cambiare registro e bisogna farlo ora».
Le grandi multinazionali e i potenti cercheranno sempre di trarre profitti a discapito dell’ambiente, è necessario perciò trovare il modo di spostare gli interessi economici dagli incendi boschivi alla salvaguardia della natura, al rimboschimento, alla protezione di quel polmone verde che ci dona vita e salute. «Gli alberi rappresentano per me sempre un punto di riferimento», conclude Giorgio ricordando la sua infanzia, nella speranza che noi esseri umani possiamo riprendere a vivere in armonia con il proprio territorio, senza doverlo sfruttare e maltrattare, ma curandolo come fosse una parte di noi.
Per saperne di più guarda il video completo dell’intervista a Giorgio Pelosio e leggi la storia su Teletron.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento