Dimore Montane: l’albergo rigenerato che fa bene al territorio
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Abruzzo - Immaginate la classica “storia all’italiana” in cui amministratori furbetti o incapaci – o magari sia l’una che l’altra – si mettono in testa di realizzare un progetto utopistico che rimarrà solamente un cumulo di freddi mattoni in una delle zone più suggestive del Paese, un totem eretto a imperitura memoria dell’italica negligenza.
La storia che vi raccontiamo comincia così, ma un intraprendente gruppo di ragazzi del posto – ci troviamo sulla montagna abruzzese, nel Parco Nazionale della Maiella – ne ha cambiato radicalmente il finale. «Siamo Simone, Lisa, Manuela e Fabio e abbiamo fondato il progetto Dimore Montane», si presentano. «Siamo innamorati dell’Abruzzo, la nostra terra, e ci siamo dati come obiettivo quello di creare un luogo dove ospitare turisti e accompagnarli nella scoperta di una regione stupenda e delle sue tradizioni. Vogliamo contribuire, nel nostro piccolo, alla riqualificazione del territorio abruzzese, dove abbiamo cuore e radici. Ci impegniamo a promuovere un turismo responsabile ed ecosostenibile, nel rispetto dell’ambiente e della comunità locale».
Partiamo dall’inizio: qual è la storia della struttura che volete rilanciare e quali sono le cause che ne hanno determinato l’abbandono?
La struttura è di proprietà del Comune di Roccamorice. Ricostruire la storia è stato difficile e ci siamo riusciti solo a tratti. Sappiamo che il progetto è nato negli anni ottanta, che l’immobile è stato costruito con fondi pubblici e che non fu mai aperto. Per quale motivo non lo abbiamo saputo. Intorno al 2005 furono investiti altri soldi pubblici per la ristrutturazione e la gestione fu affidata a una società. Dopo pochi mesi ci fu un contenzioso tra il Comune e la società e da allora la struttura è rimasta abbandonata. Le notizie più recenti e certe che abbiamo sono che negli ultimi anni l’amministrazione ha cercato di risolvere questo problema. Qualche anno fa fu emesso un bando che andò deserto perché la struttura e tutto il bosco erano in un grave stato di degrado e i lavori per sistemarli erano ingenti. Poi l’anno scorso abbiamo presentato il nostro progetto di rivalutazione e ristrutturazione e abbiamo vinto il nuovo bando per la gestione del campeggio.
Cosa vi ha ispirati di questa storia?
Ci siamo sempre focalizzati sugli attori “positivi” di questa storia: per prima cosa, su come l’attuale Sindaco e i suoi collaboratori stanno lavorando per rivalutare il territorio. E poi sui cittadini di Roccamorice: ci vengono a salutare, ci fanno i complimenti, ci hanno accolto con affetto e tutti ci ripetono ogni giorno di quanto siano contenti di vedere che finalmente questo luogo che per decenni è stato simbolo di sperpero, incuria e malagestione, ora prende vita.
Passiamo agli obiettivi del vostro progetto: intendete creare un circuito di turismo responsabile?
Parlare di ecosostenibilità e turismo responsabile oggi è diventata una moda e spesso non è chiaro il significato. Noi pensiamo che una gestione responsabile sia fatta di piccole e grandi scelte, di coerenza, perseveranza e a volte di rinunce. Ecco qualche esempio pratico di quello che stiamo facendo, con la consapevolezza che c’è sempre spazio per crescere e migliorarsi – e per migliorarci intendo ridurre il nostro impatto ambientale! Abbiamo scelto di utilizzare energia proveniente al 100% da fonti rinnovabili, che nel nostro caso vuol dire pagare delle bollette più alte, perché questo tipo di energia costa di più. Abbiamo deciso di utilizzare solo carta riciclata, abbiamo sostituito le bottigliette di plastica dei set cortesia con dei dispenser che si possono riempire, ovviamente facciamo solo raccolta differenziata, non vendiamo acqua in bottiglie di plastica, preferiamo il vetro alle lattine, incoraggiamo i nostri ospiti a bere acqua di fonte, a cambiare lenzuola e asciugamani solo quando serve – ma questo ormai lo propongono un po’ tutti per fortuna –, selezioniamo prodotti biodegradabili e non aggressivi… Tutto questo motivando le nostre scelte ai nostri ospiti.
Abbiamo utilizzato materiale da recupero per costruire alcuni degli arredi o alberi caduti per realizzare alcune decorazioni. La selezione dei nostri fornitori predilige il chilometro zero, realtà locali e aziende che condividono i nostri valori. Ci troviamo all’interno del Parco Nazionale della Maiella, organizziamo tour ed escursioni. Le nostre guide hanno la possibilità di trascorrere diverse ore con i turisti, promuovendo quelle pratiche di “turismo responsabile” che si riassumono molto bene nelle frasi “lascia dietro di te solo le tue orme, porta con te solo foto e memorie”.
Quali realtà del territorio vorreste coinvolgere?
Il nostro sogno è quello di creare sinergie con tutte le attività dei dintorni. Il successo di ogni ristorante, bar, museo, b&b della zona è il successo di tutti. Per citare alcune realtà direi l’associazione che gestisce l’Eremo di Santo Spirito, le guide e le associazioni che organizzano escursioni diverse da quelle che proponiamo noi, tour in mountain bike, arrampicata sportiva, il Parco nazionale della Maiella che sta promuovendo in queste settimane – tra numerose e bellissime iniziative – il Cammino di Celestino.
Come raccontereste il percorso e l’impegno concreto necessari per recuperare questo bene e dargli nuova vita?
Stiamo lavorando senza sosta da più di un anno. Ci siamo affidati a delle imprese per i grandi lavori. Abbiamo progettato, pianificato, ci siamo “sporcati le mani”, abbiamo immaginato, sognato e ora ha preso tutto forma. Il bosco dove è nato il campeggio un anno fa era una giungla. Adesso è un’oasi di pace e non vediamo l’ora di condividerlo con i nostri ospiti.
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