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Cuneo - In che modo la situazione pandemica, i lockdown e la chiusura delle scuole hanno influito sulle relazioni familiari e sociali? L’amministrazione comunale di Chiusa di Pesio, in collaborazione con l’associazione Famiglie a Colori e la Biblioteca Civica “Ezio Alberione”, ha organizzato un ciclo incontri per riflettere sugli effetti dell’emergenza sanitaria, coinvolgendo diversi esperti che analizzeranno i problemi e condivideranno le loro riflessioni sulle possibili e necessarie soluzioni. Gli appuntamenti si svolgeranno online nel mese di aprile e saranno accessibili alla pagina Facebook “Biblioteca civica Ezio Alberione Chiusa Di Pesio”.
«L’emergenza sanitaria ha imposto un cambiamento repentino nella nostra quotidianità e un impegno addizionale per le famiglie, gli studenti e il personale scolastico», ha affermato il sindaco Claudio Baudino. «È da questa constatazione che è nata l’idea di organizzare degli incontri con figure di alto profilo, con la volontà di fare insieme il punto e gettare un’àncora, per quanto possibile, alle famiglie. Ringrazio l’associazione “Famiglie a Colori” e Fabio Dutto, il responsabile della biblioteca, per la preziosa collaborazione che testimonia l’importanza del tema e la sensibilità delle istituzioni a riguardo».
«L’associazione ha accettato molto volentieri l’invito a partecipare attivamente a questa iniziativa», ha aggiunto Francesca Riello, presidente dell’associazione “Famiglie a colori”. «In un periodo così complesso per le famiglie come lo sono stati la pandemia e la didattica a distanza, cerchiamo così di dare delle risposte a tante domande che spesso faticano a esser ascoltate».
“Che fine hanno fatto i bambini?”
Venerdì 16 aprile alle 18.30, avrà luogo il primo incontro con la giornalista Annalisa Cuzzocrea. «Che fine hanno fatto i bambini?» chiedevano alcuni striscioni comparsi in diverse città italiane durante il primo lockdown, quando le scuole erano chiuse e i ragazzi erano spariti dal discorso pubblico. Quando il presidente del Consiglio e il comitato scientifico avevano dimenticato di decidere se un bambino, accompagnato, potesse fare almeno un giro intorno al palazzo, capire che il mondo non era scomparso, avere un’idea di quel che stava accadendo davvero. “Che fine hanno fatto i bambini“, edito Piemme, è un testo necessario per capire cosa ci stiamo perdendo, come stiamo mettendo in pericolo il nostro futuro.
Cronache di un Paese che non guarda al futuro |
“Le famiglie dietro le mascherine”
Mercoledì 21 aprile alle 20.45, si terrà il secondo incontro, con Anna Oliverio Ferraris, psicoterapeuta, scrittrice e docente di Psicologia dell’età evolutiva e dello sviluppo all’Università di Roma. La famiglia è – caso più unico che raro – una struttura primaria che esiste in tutte le società. Qui si assolvono le funzioni della riproduzione, della crescita, della socializzazione dei bambini e della stabilizzazione della personalità degli adulti. Da sempre al suo interno si giocano dinamiche cruciali che tornano ciclicamente al centro del dibattito pubblico: il confronto e la relazione tra i sessi, la gerarchia e la costrizione dei ruoli, la costruzione dell’identità e il senso di appartenenza. Nel periodo pandemico la famiglia ha subito in alcuni casi molti scossoni, in altri la situazione emergenziale ha solidificato i rapporti familiari.
“I bambini sono sempre gli ultimi”
Martedì 27 aprile alle 20.45, si terrà il terzo incontro in compagnia di Daniele Novara, pedagogista e scrittore. Esperto in processi di apprendimento in situazioni di conflittualità, ha ideato “Litigare bene”, il metodo maieutico per la gestione dei litigi infantili, e diversi strumenti didattici finalizzati a favorire l’apprendimento dei conflitti. Come afferma, sono almeno vent’anni che genitori e professionisti dell’educazione assistono al progressivo abbandono dell’infanzia da parte delle istituzioni, ma mai come durante la recente emergenza legata al Covid-19 la realtà dei fatti è stata sotto gli occhi di tutti. Il momento per interrogarsi davvero sulla situazione dei bambini nel nostro Paese, quindi, non può più essere rimandato, ed è necessario cominciare dalle domande fondamentali: quando abbiamo smesso di occuparci di infanzia? Chi sono stati i principali agenti di questo disastro e, soprattutto, esiste un modo per rimettere i più piccoli al centro delle preoccupazioni istituzionali?
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