8 Apr 2021

Amore, morte, il miracolo e la rinascita: l’incredibile storia di BB

Scritto da: Brunella Bonetti

31 marzo 2020. Una ragazza è in piedi sopra a delle tegole nel patio della sua casa aggrappata a radici di edera. All’improvviso il legno si spezza e lei cade di testa su scalini di marmo. Sopravvive per miracolo. Oggi, a un anno di distanza dall’incidente, è pronta a raccontarsi. Quella che segue è la prima puntata dell’incredibile storia di BB e della sua rinascita.

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C’era una volta una giovane donna piena di sogni e voglia di fare, studiare, costruire, raccontare, camminare, progettare e molto altro! Una ragazza come tante, speciale come tutte. C’era una volta, la seconda volta di BB, iniziata il 31 marzo 2020 con una terribile caduta. Non era un periodo facile per il mondo, a causa di un’epidemia devastante, maggiorazione dei già numerosi problemi di questa nostra epoca. E, in particolare, per la giovane BB, si sono rivelati mesi molto significativi. Quel giorno di fine marzo si trovava a Roma, intenta a ristrutturare la sua casetta, il suo nido: la CasaCantLab. I vicini raccontano di una ragazza in piedi sopra le tegole nel patio antistante la casa, aggrappata a rami di edera aggrovigliati alla grata del giardino adiacente, che forse lei voleva staccare per lavorarli artigianalmente. Almeno così ipotizza BB, visto che non ha memoria dell’incidente né dei successivi venti giorni in terapia intensiva. Racconta tutto, proprio come le è stato raccontato dai vicini, dai parenti, dai medici. All’improvviso, dicono, i rami si sono spezzati e lei è rovinosamente caduta da almeno due metri sbattendo la testa sulle scale di marmo. Sbam! E la sua testa tanto creativa e impegnata si è spaccata a metà.

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Trasportata d’urgenza in ospedale, BB subisce due interventi alla testa, provata da gravi emorragie celebrali e fratture al cranio, oltre che alla spalla. I medici, al suo arrivo, porgono le condoglianze ai suoi genitori: a tenerla in vita può essere solo un miracolo. E il miracolo è avvenuto. “Ha mosso una mano”, esultano i chirurghi avvertendo il gruppo di familiari in attesa da giorni fuori della terapia intensiva. Quello che segue è una catena di piccoli miracoli compiuti dalla medicina, da mani esperte, ma soprattutto dalla voglia di vivere di BB e dalla forza dell’amore. Può l’amore dare un senso a tanta sofferenza? Certamente sì ed è proprio questo il segreto della sua storia. Storia di serendipity e resilienza. Storia di passi e parole. Di stupore e avvenimenti impensabili.

Proprio quando l’Italia è in lockdown, lei si risveglia nel letto del reparto di neurochirurgia che sarà il suo mondo per il mese successivo. È in quel piccolo mondo che BB ricomincia a vivere. Reimpara la vita, proprio come un bambino ma con la mente di un’adulta. Quanti ricevono il dono di tornare bambini e sapere cosa si prova a scoprire il mondo, il corpo proprio e quello altrui? Si chiede spesso, quando pensa a tutto quello che ha guadagnato da questa esperienza incredibile, dolorosa, difficile, meravigliosa. Quanti miracoli, quanta competenza medica, quanta forza interiore e fisica. E soprattutto quanto amore intorno: preghiere, gruppi di persone care strette a lei con il cuore e la mente. Quanti pensieri positivi che generano energia vitale. Quanti angeli a custodirla. Quanta Natura, fuori e dentro.

Tanti sono i frutti che BB ha visto e vede ogni giorno germinare nel campo della sua vita, seminati ancora prima di essere dimessa, il 4 giugno, giorno del suo 33esimo compleanno. E nemmeno questa data, secondo BB, è stata casuale. Tutto accade per una ragione. Di questo ora è certa. Ma torniamo ai doni della sua rinascita. A partire dai più banali come stare in piedi e compiere pochi passi, impugnare la penna – sua cara amica di sempre – leggere la pagina di un libro, mangiare da sola con le posate, lavarsi e vestirsi in autonomia e tanti altri gesti, così automatici per la maggior parte delle persone, da sembrare scontati.

Lei, però, ha imparato a non dare nulla per scontato e ad affrontare le sfide quotidiane tenacemente, con paziente costanza, e cauta attesa. La convalescenza, vissuta in piena estate tra le sue montagne al Lago del Turano, è difficile, entusiasmante. Fin dall’incidente, la reazione di BB è stata sorprendente: inconsciamente ha tirato fuori una forza e una tenacia incredibili, ma anche un’insicurezza e una fragilità comprensibili. La stessa forza che fa amare e odiare la vita allo stesso modo. E quando si rischia di perderla, questa nostra banale vita, se ne comprendono davvero i valori e si nutre il bisogno di dare un senso e una giusta direzione al proprio cammino. Soprattutto si impara ad amare. E forse è questo il regalo più grande per BB: la forza dell’amore. Un amore che mai prima lei aveva vissuto con tanta intensità. Ora ne è dipendente. Prova così tanta gratitudine per chi la circonda e le dà il coraggio di affrontare i passi che ancora dovrà compiere. Perché dopo un incidente di tale portata, le conseguenze fisiche e, soprattutto psicologiche, non possono misurarsi in modo sommario e superficiale.

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Ma l’avventura di BB non si conclude in pochi mesi, anzi si rivela più dura del previsto. Anche nelle migliori favole c’è sempre un “però”. Con il cadere delle prime foglie autunnali, arriva il primo ostacolo: la cicatrice dell’ultima operazione ha qualcosa che non va. Questo la costringe a tornare in ospedale e subire un altro intervento per la rimozione dell’opercolo cranico infettatosi. A fine ottobre, con l’inverno alle porte, viene dimessa. La convalescenza non è dura quanto la precedente, ma nemmeno tanto entusiasmante. È afflitta da terribili dolori legati a una terapia antibiotica di 11 settimane “che avrebbe sfiancato anche un culturista”, commenta l’infettivologo. E poi nausea lancinante, emicrania e formicolii alla mano sinistra, la mano mai ferma con cui in passato ha scritto libri, tesi e diari. Ma lei sopporta tutto. È faticoso, ma necessario. La sua testa deve essere perfettamente sanificata per permettere un’altra operazione in cui verrà effettuata una plastica e ricostruito il cranio. Lei ci scherza sopra: “Certo ho solo mezza testa”, sorride, “però funziona bene, anzi il suo contenuto fuma più di prima!”. Per quanto l’inverno possa essere lungo e freddo, ciò non impedisce ai semi di prepararsi a germogliare e ai frutti di esplodere, succosi e dolci con l’arrivo della primavera.

Ora che la primavera è alle porte, BB aspetta la chiamata dall’ospedale. Con fiducia, forza e speranza. “Non mollare mai BB…passerà, passerà”, si ripete di continuo nei momenti più duri. Di aspettative non ne ha più, tanti sogni e progetti,certo, ma senza troppe illusioni. E senza fretta. La strada è quella giusta, i compagni di viaggio ci sono e questo basta. Tutto passerà e arriverà l’estate. La paura è umana, ma l’amore vince su tutto. E lei non è più sola, ora che BB è con lei. Un anno è passato da quel 31 marzo, giorno che BB festeggerà con gioia e gratitudine. Perché è quello il giorno in cui è rinata e si è messa in cammino verso una meta lontana, ma incredibilmente entusiasmante ed emozionante.

A questo punto della storia, viene spontaneo chiedersi: chi è BB? Antropologa, guida ambientale-escursionistica, storyteller e scrittrice freelance, artigiana del legno, viaggiatrice, ambasciatrice dell’A.I.Me.F., studentessa di medicina forestale, e molto altro. Le piacciono i libri antichi dalle pagine stropicciate, le lunghe camminate, le mappe d’epoca, il ticchettio dei tasti della macchina da scrivere del nonno, gli spicchi di frutta fresca mangiati con le briciole del pane e un cubetto di cioccolato fondente che si scioglie nel caffè. BB è meticolosa e puntuale, anzi ossessiva e sempre in anticipo. Lei rovista tra le cose abbandonate, gli avanzi e i resti del mondo a cui dà nuova vita con la sua immaginazione e creatività. BB ama stare in piedi, scrivere in piedi, mangiare in piedi, vivere in piedi, specie se c’è il sole ad illuminarla e può guardare fuori o lontano gli scorci del mondo che vive, nonostante tutto.

Ecco, nonostante tutto, proprio come ha imparato a procedere lei: andare avanti, nonostante tutto. BB è un albero, proprio come il simbolo che usa per rappresentarsi. Una giovane pianta che sceglie di r-Esistere e di germinare proprio tra le fessure di un sampietrino della sua amata Roma. Laddove la pietra è più dura, ma c’è sempre spazio per rinascere e rivolgere i propri rami verso il sole. Spalanca le tue ali BB, accogli la vita così come viene. Perché, per quanto dura, faticosa e ripida, la strada è sempre una scoperta. Oggi parla spesso da sola e stringe i pugni, si abbraccia, piange e sorride con la spontaneità di una bambina. Ha imparato a stare BB, senza necessariamente dover fare nulla. A stare sul divano, stare su un pensiero, a stare nel presente, senza sentirsi schiacciata dal peso del passato, né dalle angosce del futuro.

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A cosa servirà tutto ciò? Nessuno lo sa, d’altronde lei non vuole un finale da favola. Non le interessa che “tutti vissero felici e contenti!”. Il resto di questa storia è ancora da tracciare. Passo dopo passo. Parola dopo parola. Con pazienza e con amore. Cammina e scrive. Scrive e cammina. Passo dopo passo traccia le righe del suo terzo libro, in cui si racconta “l’incredibile storia di BB e di una nuova rinascita. La mia è la storia di un miracolo dopo l’altro, di fronte alla quale, da miracolata non posso non amare immensamente la vita ed essere grata, ogni giorno, alla rete che mi ha sostenuto in questo ultimo anno e ancora oggi mi dà la forza di non mollare mai. Perciò, dei ringraziamenti ai fili di questa rete sono doverosi”.

Grazie alla dottoressa Silvia Buffo, per saper scrutare la mia anima con affetto e comprensione, e per insegnarmi ad accettare BB.
Grazie alla dottoressa Marta Scoppetta, per aver detto, un giorno, tra le mie lacrime, che io le ho dato una lezione di vita.
Grazie al dottor Capuano, il mio dottore dagli occhi blu, che mi sta insegnando il piacere della nutrizione.
Grazie al gruppo del PURO (permacultura urbana a Roma), per avermi mandato flussi di energia positiva nei momenti più neri.
Grazie a mio padre, BB senior :la mia roccia, con la promessa che un giorno scriverò il nostro libro “Di BB in BB”.
Grazie a mia madre: “Chi ha la mamma mai non pianga”. E io non piango più quando lei è accanto a me.
Grazie a il mio fratellone e alla mia SorCugi, che è cugina, ma in questi mesi è stata più di una sorella.
Grazie ai miei nipotini che mi insegnano a scoprire la vita con innocenza e spontaneità.
Grazie a molti altri che ci sono sempre stati e oggi, più di un anno fa, mi danno affetto, forza, coraggio ed entusiasmo in questo incredibile cammino.

Continua…

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