Utopia: il fotografo che immortala chi sogna (e realizza) l’impossibile
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«A partire dall’opera di Platone La Repubblica, risalente al IV secolo a.C., la speculazione filosofica, la fantasia narrativa e tentativi più o meno riusciti di mettere in pratica principi atti a garantire “una vita migliore” accompagnano il destino umano», scrive Carlo Bevilacqua, fotografo palermitano, a introduzione del suo ultimo progetto fotografico.
«Ma che cos’è l’Utopia oggi? Esistono nel mondo realtà che hanno saputo tradurre in esperienza le astrazioni intellettuali e che, basandosi sulle qualità dell’Uomo, hanno davvero dato vita ad alternative praticabili?».
È con questi interrogativi che nel 2013 Carlo Bevilacqua è partito alla ricerca di quelle realtà che sperimentano sulla propria pelle utopie ecologiche, relazionali e sociali. «Mi sono messo in viaggio senza pretese, senza tesi da dimostrare, ma con la voglia di documentare ciò che trovavo», ci ha raccontato.
Un percorso lento e diluito nel tempo il suo, che ha toccato note realtà comunitarie come l’indiana Auroville, l’americana The Farm, le italiane Damanhur e la Valle degli Elfi, ma anche coppie creative come i canadesi Wayne e Catherine, che a partire da una ex struttura di itticoltura hanno dato vita a una casa galleggiante con tanto di serre, cisterne, pannelli solari e generatori, o ancora singoli coraggiosi come Mulai, che da solo ha piantumato una foresta tropicale di 1500 ettari su un banco di sabbia, nel cuore del fiume Brahmaputra, in India.
Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Olanda, Francia, Spagna, Italia, Danimarca, Lituania e India sono stati i luoghi in cui Carlo, armato di curiosità e di macchina fotografica, ha incontrato presenti paralleli, catturandone le immagini. «Si trattava di una ricerca, la mia, che potenzialmente sarebbe potuta non finire mai», ci ha spiegato. «Allo stesso tempo, dopo quattro anni dalle prime foto, mi sono accorto che proseguendo avrei trovato perlopiù repliche o realtà che erano già state documentate».
L’essenza, insomma, era stata colta. Così nel 2017 Carlo pubblica il suo “Utopia – Dreaming the Impossible”, un atlante parziale ma ricco di immagini di alcuni dei più significativi tentativi utopici dei nostri anni edito da Crowdbooks e distribuito dall’agenzia Parallelozero. «Ciò che mi ha colpito – ci ha raccontato – è che le istanze portate avanti da queste realtà, alcune delle quali esistono da decenni, sono le stesse che oggi stanno acquisendo sempre più importanza. Mi riferisco alla sostenibilità ambientale, oggi una parola d’ordine anche nel mondo dell’imprenditoria. Ma anche alla voglia sempre più diffusa di ridisegnare i rapporti fra uomo e uomo, fra uomo e natura».
«Per me è una conferma del fatto che questi laboratori di vita alternativa sono stati capaci di guardare avanti, anticipare i tempi», conclude l’autore. «Oggi, fra l’altro, tante persone stanno andando a vivere in campagna, si uniscono o danno vita a comunità, portando così avanti la ricerca di una vita più in sintonia con loro stessi e con il mondo».
D’altronde, nell’utopia c’è sempre implicita un’idea di futuro – un futuro privo degli errori commessi fino ad allora –, di uno slancio, di una tendenza che pur generando spazi di vita migliori non cessa mai di cercare un po’ più in là, di costruire un domani migliore.
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