5 Mar 2021

La produzione di energia – Io rifaccio casa così #4

Scritto da: Daniel Tarozzi

Dopo averci raccontato di come hanno progettato la loro casa e di quali materiali naturali hanno scelto, questa volta Daniel ed Emanuela si soffermano sull'aspetto energetico: per quali modello di produzione di energia hanno optato e perché? Ecco una panoramica sui diversi sistemi che hanno valutato e sulle motivazioni progettuali delle decisioni finali.

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Nelle scorse puntate abbiamo visto come mai abbiamo scelto i materiali naturali per ristrutturare la nostra casa e quanto sia stata importante una corretta progettazione. Abbiamo anche descritto i lavori fatti, dal cappotto all’isolamento del tetto, passando per l’isolamento interno, i pavimenti, gli infissi. Una volta ridotti al massimo i consumi di energie, è il momento di interrogarsi su come questa energia vada prodotta. Lo ripeto, perché è un concetto chiave.

Spesso ci si chiede come prima cosa se mettere o meno i pannelli fotovoltaici. Ma non ha senso. Se ho un buco in un secchio prima mi preoccupo di tapparlo e poi chiedo cosa metterci dentro. Allo stesso modo, se ho una casa che disperde ovunque energia, ha davvero senso chiedermi come la produco?

fotovoltaico casa

Quindi, dopo aver ridotto al minimo i consumi e ottimizzato il sistema di riscaldamento (che approfondiremo in un prossimo articolo), e dopo aver deciso come cucinare (nel nostro caso cucina a induzione per eliminare ogni dipendenza da fonti fossili) e come produrre l’acqua calda, ci siamo chiesti come produrre energia sufficiente al nostro fabbisogno.

Prima di tutto – e anche qui si rompe uno schema che oggi sembra quasi inevitabile – prima ancora di decidere se mettere i pannelli solari, il mini-eolico, sfruttare la geotermia o altre fonti rinnovabili, la prima domanda che ci siamo posti è stata: da chi acquistiamo l’energia che consumiamo attualmente? E quell’energia come viene prodotta? Ed ecco che abbiamo scoperto che con un semplice e gratuito cambio di fornitore, potevamo passare ad una compagnia che ci forniva energia elettrica cento per cento rinnovabile. Come avrete immaginato se avete seguito questa rubrica, noi ovviamente ci siamo rivolti ad ènostra che oltre a offrire energia pulita ci permette di essere soci e quindi co-proprietari della nostra energia (“Cambia la tua energia”). In questo modo tutta l’energia che noi utilizziamo è già a prescindere rinnovabile.

Ma non ci bastava. Ci piaceva infatti l’idea di produrre direttamente la nostra energia e anche – non nascondiamolo – l’idea di abbattere il più possibile i costi energetici. E così, il nostro ormai celebre Tommaso Galameri, insieme a Lucia Macario, ha studiato i consumi probabili della nostra casa una volta effettuati i lavori, l’esposizione del nostro tetto nelle diverse stagioni dell’anno, e ci hanno alla fine suggerito di installare sul nostro tetto circa 4,5 kilowatt di pannelli fotovoltaici.

Questo significa che di giorno, quando c’è il sole, tutti i nostri consumi o quasi sono coperti in tempo reale dai pannelli. Tutte le eccedenze – e nel nostro caso sono abbastanza elevate – vengono immesse nella rete. Quando il sole non c’è – perché è nuvolo, perché i pannelli non sono esposti o perché è notte – ci riforniamo di energia “pescata” dalla rete.

Il bilancio energetico, nel nostro caso, sarà quasi certamente positivo: siamo in casa da poco tempo, ma già nei mesi invernali, in cui consumiamo molto scaldando e cucinando con l’energia elettrica e produciamo poco causa “giornate corte” e nuvole frequenti, il bilancio è quasi positivo. Figurarsi nei mesi estivi in cui utilizzeremo pochissima energia – non avendo bisogno di sistemi raffrescanti – e ne produrremo moltissima! Bilancio positivo dal punto di vista energetico ed ecologico. Meno dal punto di vista economico, perché il legislatore ha voluto che quando tu compri energia la paghi un tot, quando invece la immetti in rete la vendi a un prezzo molto più basso.

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Ciò nonostante, con una casa correttamente coibentata, ci siamo trovati a pagare molto poco di energia elettrica anche in questi mesi invernali. Come mai? In primis per i consumi contenuti dovuti alla ristrutturazione dell’abitazione. Poi per la scelta del sistema di riscaldamento: pompa di calore e riscaldamento a pavimento. Infine per una consapevole scelta di utilizzare gli elettrodomestici più energivori nelle ore più assolate, così come di impostare il riscaldamento in modo che scaldi la casa quando c’è il sole – lo so è controintuitivo – e si possa poi quasi spegnere quando il sole non c’è.

Infatti avere una casa coibentata permette di non disperdere nelle ore successive il calore prodotto durante il giorno. Diversamente saremmo “dipendenti” dal sole e avremmo dovuto installare delle batterie in grado di accumulare energia elettrica. Non lo abbiamo fatto perché possiamo gestire in serenità i nostri consumi già così, perché sono ancora molto costose ma soprattutto perché il loro smaltimento è particolarmente inquinante. Se in futuro si troveranno sistemi di accumulo di energia più ecologici ed economici potremo sempre implementarli – lo abbiamo previsto in fase di progettazione – per aumentare il campo di utilizzo della nostra energia autoprodotta, ad esempio un veicolo elettrico).

Alcune curiosità:

  • I nostri pannelli fotovoltaici hanno un sistema per cui se un pannello è coperto dall’ombra si “stacca” lasciando che gli altri producano al meglio (in passato, se uno era all’ombra anche gli altri non producevano)
  • Per pompa di calore e accumulatore d’acqua abbiamo dovuto prevedere un locale tecnico
  • In caso di mancanza di energia elettrica abbiamo previsto due fornelli in più in cucina, alimentabili con una piccola bombola a gas (che teniamo in garage per ogni evenienza)
  • Per lo stesso motivo abbiamo mantenuto il caminetto in sala. Questo può scaldarci in caso di mancanza di energia elettrica (cosa non così impensabile da queste parti). Il caminetto, inoltre, è bello e lo abbiamo tenuto anche per questo. Bruciamo solo legna di alberi “morti” o di rami seccati da soli. Il piacere della fiamma è abbastanza insostituibile ma la consapevolezza che possiamo scaldare l’intero appartamento senza produrre Co2 ci rende felici. La presenza del camino ci permette di tanto in tanto di riscoprire il piacere dello scoppiettio danzante
  • Non abbiamo messo i pannelli per il solare termico (quelli che riscaldano l’acqua calda sanitaria). Li abbiamo presi in considerazione, ma non avendo un tetto sufficientemente ampio ed esposto correttamente abbiamo preferito dedicarlo tutto al fotovoltaico, anche perché abbiamo calcolato che con la produzione di energia corrente possiamo tranquillamente coprire anche l’acqua calda (generata con una piccola pompa di calore dedicata)
  • Non abbiamo valutato il mini-eolico o il geotermico a bassa entalpia (quello che non va troppo a fondo nel terreno ed evita fuoriuscite di gas vari). Sinceramente non so dirvi se sarebbero state soluzioni implementabili nel nostro caso, ma vi invito ad approfondire. Noi lo faremo in futuro
  • Abbiamo eliminato la stufa a pellet con cui scaldavamo in passato. Vedere tutti quei pacchi di plastica da 15 chili trasformarsi in CO2 ci faceva stare male. Sia per tutto il materiale che bruciavamo che per tutti i sacchi di plastica che dovevamo buttare. Ciò non toglie che in alcuni casi, il pellet possa essere una buona soluzione di passaggio.

In sintesi, alla domanda “cosa mi conviene fare a casa mia?”, la risposta è solo una: dipende! Per questo ci vuole una corretta progettazione (se non lo hai letto, guardati la puntata precedente di questa rubrica). Alla prossima!

Leggi gli altri articoli della rubrica

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Dettaglio unità interna pompa di calore, con accumulo per acqua calda sanitaria
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Unità esterna della pompa di calore
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Dettaglio inverter impianto fotovoltaico

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