1 Mar 2021

Fondazione Edo Tempia: curare corpo e spirito per prevenire il cancro

Scritto da: Luca Deias

Abbiamo incontrato Viola Erdini, presidente della Fondazione Biellese. Insieme abbiamo trattato i differenti rami della malattia per toccarne gli aspetti sanitari, sociali ed emotivi, anche in riferimento al periodo di emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Viola ci ha condotto nel mondo della ricerca e della solidarietà, argomentando l'importanza della prevenzione e riflettendo su come affrontare a livello psicofisico un percorso di cura.

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Biella - Lo scorso mese si è celebrato il World Cancer Day, iniziativa dedicata a tutti coloro che stanno facendo fronte alla malattia e non solo: questa giornata mondiale, promossa dalla Union for International Cancer Control e sostenuta dall’OMS, rappresenta un richiamo a riflettere su cosa ognuno di noi può fare per contrastare il cancro rivolgendosi a istituzioni, esperti, pazienti, familiari dei malati e persone di tutte le età. Lo slogan del World Cancer Day, per il triennio 2019-2021 è I Am and I Will – Io sono e io farò, un invito all’azione e all’impegno personale, associazionistico e istituzionale.

Per addentrarci nel tema cancro abbiamo dialogato con Viola Erdini, presidente della Fondazione Edo ed Elvo Tempia. La realtà biellese, costituita nel 2005, opera in modo integrato e sinergico con l’associazione di volontariato Fondo Edo Tempia Onlus, in collaborazione con aziende sanitarie territoriali, università e centri di ricerca al fine di sostenere e migliorare i programmi oncologici della Regione Piemonte.

Nello specifico, l’ente è impegnato in ambiti come la prevenzione, la diagnosi precoce, lo screening, la ricerca, l’oncologia molecolare, le cure palliative, la psiconcologia, il supporto alla sanità pubblica, il registro tumori, la divulgazione e la formazione, sempre avvalendosi di professionisti che lavorano per conto della Fondazione stessa o messi a disposizione delle Asl. 

Svolge quindi iniziative di utilità sociale nel settore assistenziale e sanitario per la tutela della salute umana in ambito oncologico. Le attività di volontariato sono invece in capo al Fondo Edo Tempia, nato nel 1981 dalla volontà di Elvo Tempia (nonno di Viola), in seguito alla perdita del figlio Edo per melanoma, all’età di soli 35 anni. La realtà biellese fu costituita da Elvo proprio per realizzare l’ultimo desiderio espresso da Edo: creare un’associazione che potesse dare un importante contributo per le persone malate di cancro e per i loro familiari. Scopriamo quindi questa realtà, con un ampio focus sul cancro, attraverso le parole di Viola Erdini.

Il World Cancer Day è teso a una sensibilizzazione sul tema cancro per incoraggiarne la prevenzione, l’individuazione e il trattamento. Quale valenza ha a suo avviso questa ricorrenza a livello sociale e sanitario?

È fondamentale, perché la diagnosi precoce, ossia la prevenzione secondaria, resta una delle azioni più importanti per affrontare la malattia con terapie e cure mirate e tempestive. Diagnosticare un tumore in tempo rimane a oggi il metodo più efficace che abbiamo a disposizione per aumentare la probabilità di successo delle cure. La prevenzione primaria è basilare, non solo per il cancro, ma per tutte le patologie.

Quando si parla di prevenzione oncologica, in generale, ci riferiamo a quella primaria e secondaria, oltre alla terziaria che è finalizzata, invece, a prevenire il rischio di recidive. È essenziale che ci sia anche una maggiore presa di coscienza e responsabilità da parte delle persone, perché ci si deve rendere conto che è possibile fare molto nel nostro quotidiano per prevenire le malattie. Sicuramente contano la genetica e l’ambiente in cui si vive, ma noi possiamo migliorare la nostra salute se ci troviamo in equilibrio psicofisico, sia con il corpo sia a livello spirituale. Anche lo stress cronico, infatti, è un fattore negativo che incide nell’indebolimento dell’organismo. Bisogna essere consapevoli che fumo, alcol, sedentarietà e cattiva alimentazione aumentano il rischio di essere colpiti da malattie. Ci tengo a sottolineare questi aspetti, perché se ne parla, ma non abbastanza.

Uno degli effetti indiretti della pandemia è stato il considerevole ritardo di esami, visite specialistiche e interventi. Quanto ha influito il Coronavirus sulla prevenzione?

Ha influito tantissimo, non solo nei confronti del cancro, ma anche di altre patologie. Ci si è preoccupati – a parte le urgenze – prevalentemente di Covid-19. In primis ha causato il ritardo delle diagnosi: non è stato possibile fare controlli e lo screening oncologico è rimasto fermo per tre mesi, poi c’è stato un grande sforzo per recuperare gli esami rimasti indietro. Anche il nostro ambulatorio di diagnosi precoce è tornato attivo – con tutte le misure necessarie – non appena è terminato il primo lockdown. Oltre al ritardo delle diagnosi, la pandemia ha trasmesso paura a molte persone, che spesso non si sono recate nei luoghi di controllo, negli ospedali o nei centri ambulatoriali per non rischiare di contrarre il Coronavirus.

La diffusione del vaccino potrà ovviare a questa criticità?

Per quanto concerne l’impatto del vaccino, è presto per avere un’idea, dipende da alcuni fattori. In ogni caso, gli operatori sanitari della nostra associazione sono già stati vaccinati come previsto dalla “prima Fase” del piano vaccinale regionale. In questo momento storico, inoltre, si parla poco di ciò che è bene fare per la nostra salute, considerando che passiamo molto più tempo in casa, e come conseguenza sono anche aumentati i casi di depressione. A questo proposito, dobbiamo cercare di avere una buona alimentazione e dedicare alcuni momenti liberi nel quotidiano per fare attività fisica e ascoltare musica, che sono utili al nostro benessere.

Quali consigli si sente di rivolgere ai soggetti che hanno familiarità coi tumori? Oltre alla diagnosi precoce, una corretta alimentazione e uno stile di vita sano, quali suggerimenti potrebbero rivelarsi utili?

Bisogna tenere in considerazione quelle che sono state le malattie presenti nella propria famiglia e aderire senza paura agli screening programmati dal sistema sanitario nazionale. Grande peso, come accennato, ha anche lo stile di vita. In particolare, dobbiamo capire che è essenziale prenderci cura non solo della componente fisica, ma anche di quella spirituale ed energetica. Come ci ricorda la fisica quantistica, la materia è fatta di energia: ogni organo è supportato da quest’ultima, che potremmo mantenere a un buon livello di frequenza alimentandola con delle opportune attività. Ci sono pratiche, infatti, che contribuiscono a ridurre lo stress, come il Qi Cong, che porta numerosi benefici ai malati ma anche a chi vuole fare prevenzione. A questo proposito, do un’anticipazione: anche quest’anno, in primavera, organizzeremo delle lezioni della pratica in questione al Bosco del Sorriso in collaborazione con l’Oasi Zegna.

Il Fondo Edo Tempia è impegnato a 360 gradi nella ricerca e nella cura del cancro attraverso interventi che spaziano dagli screening regionali ai laboratori di genomica e oncologia molecolare, dalla psiconcologia fino alle cure palliative. Quali obiettivi vi ponete per quest’anno e per il futuro?

L’obiettivo è riuscire a prendere in carico le persone attraverso una medicina integrata, continuando a fare assistenza, ricerca e prevenzione, offrendo quindi un sostegno in modo integrato e globale. Desideriamo accompagnare le persone malate nel cammino terapeutico, generando una serie di consapevolezze che permettano di contrastare la malattia e arrivare a una guarigione del corpo e della mente.

Cosa significa per lei essere presidente della realtà che prende il nome di suo nonno e suo zio? Quale contributo ha dato finora e vorrà offrire nel tempo alla Fondazione Edo ed Elvo Tempia?

Per me è un compito molto importante, anche se impegnativo e difficile, perché lo voglio portare avanti al meglio e questo richiede responsabilità e, a volte, sacrifici. Io avevo un rapporto speciale e meraviglioso con mio nonno e, oltre alla soddisfazione che questo lavoro mi dà nel poter aiutare le persone bisognose, il mio pensiero va sempre a lui. Desidero proseguire il suo progetto al massimo delle mie capacità, consapevole che si tratta di un incarico molto complesso. Faccio del mio meglio, posso fare bene o sbagliare, come tutti, ma ci metto sempre tutta la mia passione, senza risparmiarmi mai.

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