Triora vende case a 1 euro per ripopolare il paese e renderlo più sicuro
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Imperia - Sono stata per la prima volta a visitare Triora (IM) lo scorso anno, in occasione delle interviste a The Glori the place to be e Casa Balestra. Si tratta di un paese arroccato sopra Imperia: un luogo dove il tempo sembra sospeso, al ritmo di un vento tiepido proveniente dal mare – a pochi chilometri di distanza – e da montagne che tutte intorno ricordano un grande e morbido abbraccio. Detto anche il “paese delle streghe”, Triora oggi è un paese che conta circa 360 residenti, ma in passato erano molti di più: testimoni ne sono le tante case in pietra vuote, che si possono vedere passeggiando per le vie del centro storico. Come molti paesi dell’entroterra, anche qui negli ultimi decenni molti hanno lasciato le proprie case per spostarsi in città, altri hanno ereditato proprietà senza sapere cosa farne e così sono decine e decine le abitazioni abbandonate che per anni sono state dimenticate.
IL PERICOLO
E se già di per sé è un fattore rilevante che interi paesi si stiano via via spopolano, un elemento aggiuntivo e aggravante è che spesso le case abbandonate rischiano di essere un pericolo: molte infatti, essendo in rovina da molti anni, sono a rischio di crollo e le risorse a disposizione di un piccolo comune non sono sufficienti per garantire la messa in sicurezza di tutte le case. Ma Triora pulsa, è viva, e né gli abitanti, né l’amministrazione comunale vogliono vederla crollare. Anzi, testimoni anche i progetti che abbiamo intervistato negli scorsi mesi, è una terra in fermento, che rivive grazie a nuovi abitanti e nuove opportunità di turismo che qui si affacciano. Da qui l’idea dell’amministrazione comunale di creare progetti per dare una seconda vita alle case abbandonate.
IL PAESE
Triora ha avuto negli ultimi anni, come molti paesi liguri, un interessamento particolare da parte di comunità inglesi e nord europee, che qui hanno acquistato una seconda casa per trascorrere le vacanze. Grazie a loro e a molti turisti italiani, affascinati dalla bellezza naturale del luogo, il comune triplica i suoi abitanti nel periodo estivo. E forse, proprio come conseguenza di questo, molte attività commerciali non solo non hanno chiuso, ma hanno addirittura aperto. Ad oggi sono circa una ventina le attività e quasi tutte aperte per l’intero anno. Altro elemento non scontato per comuni di queste dimensioni è la presenza di una scuola materna e una multiclasse primaria, che accoglie anche i bambini e le bambine provenienti dai paesi limitrofi. Non manca nulla dunque per accogliere nuovi abitanti, se non le abitazioni!
LA CAMPAGNA DELLE CASE A 1 EURO
«Sono passati molti anni – mi racconta Gianni Nicosia, vicesindaco di Triora – da quando abbiamo pensato per la prima volta alla campagna delle case a un 1 euro. È stato circa dieci anni fa e iniziavano a fare notizia i primissimi comuni che avevano attuato questa strategia e l’idea ci era piaciuta molto. Nel 2018 siamo stati eletti e abbiamo iniziato a lavorare in quella direzione per capire come riuscire a metterla in pratica anche nel nostro comune: cambiando infatti il contesto, le situazioni e la tipologia di abitazioni, dovevamo comprendere come riuscire a trasformare l’idea in un progetto che funzionasse sotto tutti gli aspetti: burocratico, legislativo, amministrativo, di risorse, di comunicazione».
LA MAPPATURA
«Come prima cosa – continua a raccontare Gianni Nicosia – abbiamo dovuto mappare tutte le abitazioni, andando a cercare chi fosse il legittimo proprietario, in alcuni casi la questione non è stata per nulla semplice». Il vicesindaco mi spiega infatti che i problemi sono sorti nei casi di abitazioni ereditate: quando gli atti di eredità erano chiari, l’amministrazione ha provveduto a contattare gli eredi, chiedendo loro se erano interessati a sistemarle e mettendole in sicurezza. In caso di risposta negativa si è proposto un accordo di cessione della proprietà, affinché qualcun altro lo potesse fare al loro posto. A volte i legittimi proprietari erano introvabili o irrintracciabili: «In questi casi abbiamo quindi nominato un tutore che ha avviato le pratiche per un’eredità giacente, in maniera da poter ovviare il problema e poter mettere a disposizione gli immobili pericolanti che necessitano di una ristrutturazione immediata».
LE CONDIZIONI
I proprietari non interessati a farsi carico in prima persona della ristrutturazione hanno dunque accettato che il comune diventasse un intermediario tra la parte interessata all’acquisto e loro, garantendo così un possibile nuovo sviluppo abitativo. Ma chi può accedere alle case ad 1 euro? Chiunque! E lo può fare attraverso bandi specifici che il comune sta via via pubblicando per le singole abitazioni messe a disposizione. Vi sono alcuni criteri che concorrono per la vincita del bando: sarà infatti assegnato un punteggio ai possibili acquirenti, che prenderà in considerazione lo stato di famiglia, agevolando famiglie con bambini, l’utilizzo dell’immobile, dando priorità a chi lo utilizzerà come prima casa, e alle maestranze utilizzate per la ristrutturazione, favorendo chi coinvolgerà quelle locali. Una strategia dunque che unisce economia locale, messa in sicurezza del territorio e riducendo il rischio sempre vivo di spopolamento.
COSA FARE
Per chi fosse interessato a valutare l’acquisto di una casa a Triora può accedere al sito del comune, e visitare la sessione relativa alle acquisizione di case ad 1€. Per ora è disponibile il primo bando, ma ben presto verranno pubblicati anche i successivi (le abitazioni sino ad ora identificate sono una ventina). Il vicesindaco ci tiene a precisare, però, che «sono edifici che non sono abitabili, ma hanno bisogno di ristrutturazioni importanti. Sappiamo però che ad oggi le agevolazioni fiscali messe in campo nel settore edile sono molto interessanti e possono dare un valido supporto a chi fosse interessato a spostarsi dalla città ad una piccola realtà come quella di Triora, soprattutto in un momento storico come questo, in cui lo smartworking è possibile e l’esigenza di vivere in contesti più a misura d’uomo è più che mai diffusa».
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