Mercati, educazione ambientale, arte: così rinasce la periferia
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Genova - Certosa è eclettica, multiculturale e da tempo vuole scrollarsi di dosso la patina di tristezza legata al ponte Morandi e, pur senza dimenticare, guarda avanti. Tra le vie che la attraversano si respira un’atmosfera di “paese”, nelle piazzette c’è chi sorseggia un caffè commentando i murales del progetto On The Wall. Qui ci si conosce, si collabora e si fa comunità. Per questo, da ottobre 2019 prosperano le attività (sospese durante il lockdown) del progetto CertOSA Quartiere Condiviso che, come dice il nome, vuole rafforzare ulteriormente il senso di appartenenza e il radicamento a questo territorio.
IL PROGETTO
Carla Peirolero, project manager e direttrice artistica dell’associazione culturale Chance Eventi – Suq Genova (che organizza il SUQ Festival da ormai dal 1999), capofila del progetto, racconta: «Da subito abbiamo deciso di rivitalizzare un luogo importante e di tradizione come il mercato comunale, con l’intento di recuperare il rapporto con il centro della città e rendere Certosa la protagonista di una trasformazione che la tragedia del Morandi ha fatto percepire ancora più urgente». Da questa prospettiva il Bando Civica 2018 di Compagnia di San Paolo, che hanno vinto, ha consentito all’associazione di creare una rete di realtà già attive sul territorio e consolidarle.
Il risultato è stato un anno e mezzo di eventi e percorsi culturali, teatrali e artistici, intervallati da un costante confronto tra tutti i soggetti coinvolti. «In questo periodo alcune iniziative si sono spostate online, come la raccolta di testimonianze di “CertOSA in vivavoce”, i video-racconti per bambini in diverse lingue e il percorso educativo “Certosa in verde”».
CERTOSA IN VERDE: #COLTIVIAMOCIILFUTURO
Allo scopo di sensibilizzare i più piccoli al rispetto dell’ambiente, il progetto ha dato il via anche a una rassegna di incontri green, rivolti agli alunni delle scuole primarie del quartiere. Le classi stanno partecipando con entusiasmo ai laboratori curati dalle educatrici ambientali di Gemma ViVa. E così stanno imparando a realizzare un orto in classe a partire da materiali di riciclo, come le confezioni di cartone delle uova e i vasetti di yogurt.
E poi, diventano anche più consapevoli anche sulla “risorsa acqua”. Parallelamente, tutti i bambini hanno ricevuto due eco-quaderni illustrati che accompagnano i vari passaggi del percorso e forniscono spunti di pensiero sistemico, toccando anche il piano dell’intercultura. Perché inclusione e permacultura possono andare a braccetto.
«Da dieci anni, come SUQ Festival, siamo orgogliosi di avere il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, quindi cerchiamo di portare questo impegno in tutti i nostri progetti. Non poteva mancare, quindi, una proposta educativa che puntasse alle buone pratiche ambientali. Così, con il supporto del Comitato territoriale Iren di Genova, siamo riusciti a integrare le nostre attività e aprirci un filone educativo di taglio ecologico».
LA FINE DEL PROGETTO
Ora che siamo in dirittura d’arrivo è anche tempo di bilanci e considerazioni sul cammino compiuto sinora. «A causa della pandemia, la deadline del progetto è stata posticipata a fine maggio 2021. Stiamo lavorando a uno spettacolo nel centro di Certosa, con letture che hanno come protagonista il quartiere e un reading alla radura della memoria il 22 maggio, in cui si intrecceranno storie e aneddoti “certosini”, emersi durante il laboratorio teatrale “Mercanti di storie”, che sta coinvolgendo un gruppo quindici di persone dai 24 ai 72 anni in un bel mix interculturale e intergenerazionale».
La risposta complessiva al progetto, sia delle scuole che dei cittadini, è stata davvero ottima: «Questo territorio ha un notevole potenziale aggregativo, che ci ha permesso di far prosperare tutte le attività svolte finora. Sarebbe un peccato spezzare proprio ora il filo che adesso lega tutti noi: contiamo molto sulle associazioni locali e ci auguriamo che possano continuare a garantirci un legame con questo quartiere».
Più che un progetto, CertOSA Quartiere Condiviso è stato ed è tuttora un vivace processo culturale, dall’impatto civico estremamente positivo. La speranza è che ora ogni quartiere della città osi e diventi “condiviso”, proprio come Certosa.
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