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Trentino Alto Adige - Un recente studio indipendente condotto da scienziati italiani, austriaci e tedeschi ha rilevato come nel territorio altoatesino la contaminazione da pesticidi agricoli sia un fenomeno fortemente impattante anche sulle aree pubbliche. Il dato più allarmante è la presenza dei pesticidi nei parchi giochi per bambini, a dimostrazione di come il problema della deriva dei pesticidi nelle aree destinate ai cittadini sia tutt’altro che risolto.
«Oggi ho depositato un’interrogazione parlamentare in merito al grave rischio di contaminazione da pesticidi presente in Alto Adige», dichiara Eleonora Evi, eurodeputata dei Verdi europei e membro titolare in Commissione Ambiente.
«Già una precedente ricerca condotta nel 2017 – continua l’europarlamentare – aveva rilevato la contaminazione da pesticidi nel 45% dei parchi testati. Il nuovo studio non solo ha identificato la presenza di residui di 32 diversi pesticidi, ma anche la loro persistenza nell’ambiente durante tutto il corso dell’anno». Nello specifico, sono state rilevate sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino (interferenti endocrini) associate a diversi tipi di cancro, diabete, infertilità, disturbi dello sviluppo e del comportamento.
L’esposizione a queste sostanze interferisce con lo sviluppo neurologico e ormonale dei bambini e risulta particolarmente pericolosa durante la gravidanza delle mamme. «Voglio sottolineare – aggiunge Eleonora Evi – che la relazione fra pesticidi e salute umana è stata ampiamente dimostrata ed è stato più volte riscontrato un nesso causale fra i danni neurologici per l’infanzia e i rischi cancerogeni nella popolazione esposta per motivi occupazionali. L’effetto deriva dei pesticidi ha conseguenze sanitarie che non possono essere ignorate: le molecole dei pesticidi sono ormai entrate stabilmente nel nostro habitat, contaminano le acque, i terreni, gli alimenti e si ritrovano persino nel latte materno!».
Quello che sta succedendo assume le connotazioni di un vero paradosso: l’agricoltura in Alto Adige è finanziata dai soldi dei contribuenti europei tramite la politica agricola comune (PAC), vale a dire che sono gli stessi cittadini a finanziare pratiche che ne danneggiano la salute. «Ecco perché – conclude l’europarlamentare – con la mia interrogazione chiedo alla Commissione quali misure stia adottando per garantire che i fondi della PAC non si traducano in contaminazione da pesticidi degli spazi pubblici e chiedo inoltre di tener conto degli studi menzionati per tutelare la salute dei cittadini. Ora più che mai è urgente attivarsi per cambiare il modello agricolo attuale, evitando le monocolture e il massiccio utilizzo di pesticidi che queste richiedono».
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