“Coltivo lavanda per riscoprire la vita a contatto con la Natura”
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La Spezia - “Lavandus” in latino significa letteralmente “che deve essere lavato”, da qui la primaria caratteristica della pianta di lavanda. Anche se fa subito pensare alla Provenza, questo fiore, dal profumo e dal colore inconfondibili, è tipico dei paesi mediterranei e viene impiegato, da sempre, per detergere viso e corpo.
Quella che vi raccontiamo oggi è la storia di Andrea Calabria, un ragazzo di 25 anni. Lui è un giovane imprenditore agricolo di Sesta Godano che ha scelto di lavorare proprio con questa pianta antica, nell’alta val di Vara, dando vita a I prati di Venere. «Questo è un territorio che ha davvero molto da offrire – spiega – e di cui conosciamo solo un infinitesimo delle sue potenzialità». Nonostante la giovane età, Andrea è deciso e sente di aver fatto la scelta giusta. «Qui c’è ancora tanto da scoprire dal punto di vista culturale, delle tradizioni e del territorio stesso, per questo è giusto far conoscere questo patrimonio a più persone possibili».
Andrea ha avviato l’azienda con la coltivazione di piante officinali: «Ho subito puntato sul fiore esteticamente più bello, la lavanda, piantandone oltre 2400 esemplari, ma in cantiere c’è l’idea di ampliare la gamma aromatica. Ho da poco messo a dimora un centinaio di piante di rosa damascena, da cui estrarre la buonissima acqua profumata». E tra i progetti futuri c’è anche un impianto di menta, ma è in attesa del nullaosta da parte della Regione. Per ora dalla lavorazione della lavanda sta ottenendo un ottimo olio essenziale, grazie al quale è nata una piccola linea cosmetica naturale di qualità.
«Quella a contatto con la terra è una vita meravigliosa, ma non è semplice dal punto di vista della burocrazia, dei cambiamenti climatici e delle conseguenze dell’emergenza sanitaria, che si sono fatte sentire abbondantemente, ma sono comunque molto felice del bel rapporto che si sta creando con i clienti». Chi entra in contatto con i Prati di Venere si affeziona e ritorna, perché si rilassa e non può che apprezzare l’oasi di pace che Andrea è riuscito a creare. In collaborazione con una naturopata, Francesca Nicolini, nella sua tenuta si organizzano ciclicamente giornate di benessere, con massaggi e trattamenti olistici. L’olio essenziale di lavanda dei prati di Venere è diventato protagonista di progetti di aromaterapia che vengono portati avanti nei reparti di neonatologia di alcuni ospedali liguri.
«Alle donne in dolce attesa e ai bimbi vengono proposti dei “massaggi metamorfici“, che coinvolgono tre parti del corpo: i piedi, su cui si effettuano lievi pressioni e sfregamenti sul riflesso della colonna vertebrale; le mani, dove si agisce sul riflesso della colonna e, infine, la testa». Il motivo è semplice: le zone interessate dal trattamento conservano tutte le memorie della nostra vita fino alla nascita, quindi questo tipo di massaggio è in grado di sboccare eventuali tensioni del periodo prenatale e consente alla vita di “fluire”.
«In azienda abbiamo anche dato vita a un piccolo percorso sensoriale da effettuare scalzi, in cui tutti gli elementi naturali si incrociano: un modo per sentirci più vicini alla terra e anche al nostro essere bambini. I sensi in esplorazione e i piedi nudi rimandano a una dimensione infantile e naturale e poi, il legno, i sassi, l’acqua fredda e calda che, alternate, favoriscono la circolazione, donano sensazioni piacevoli, soprattutto in estate».
E anche se per ora la carriera accademica è stata messa in stand-by, Andrea è orgoglioso del lavoro che sta portando avanti nella sua valle: «Stavo per concludere la facoltà di Scienze del territorio e del paesaggio a Milano, mancavano pochi esami, ma gestire un’azienda agricola comporta troppi impegni e, ora come ora, sto dando priorità al lavoro. Sono certo che a breve riuscirò a ultimare il mio percorso universitario».
Un’esperienza inebriante quella di Andrea, che racconta una storia dove si intrecciano natura, territorio e benessere.
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