9 Feb 2021

Da ingegnere ambientale a dietista: la storia di Paolo, il genovese con l’amore per la pizza napoletana

Scritto da: Valentina D'Amora

Questa è la storia di uomo che, pur senza salti nel vuoto, ha affrontato diversi cambi vita che lo hanno reso una persona camaleontica. Dopo aver vissuto qualche anno in Brasile, oggi sforna pizze in un ristorante della riviera di ponente.

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Savona - Reinventarsi e ripartire: come si ricomincia da capo, senza azzerare tutto? Per un cambio vita occorre un approccio mentale elastico, come quello che ha avuto l’uomo che abbiamo intervistato, che è riuscito a implementare studi e conoscenze, senza dare mai nulla per scontato.

Dopo una triennale in ingegneria dell’ambiente, Paolo, classe 1977, ha proseguito con una laurea in fisica. Assunto a Genova come programmatore, ha lavorato per diversi anni in un settore di nicchia, dove la versatilità della sua figura, che combina conoscenze ingegneristiche e fisiche, era molto apprezzata. «Dopo un po’, però, ho sentito il bisogno di cambiare aria. Ho colto l’occasione di una trasferta in Brasile nel 2012 e lì sono rimasto. Ho dato le dimissioni e ho iniziato a fare avanti e indietro da Genova per qualche anno».  

Cosa l’ha spinto a restare? «Sicuramente il desiderio di fare un’esperienza di vita in un paese diverso dall’Italia», così ha colto la palla al balzo. Mi racconta che, all’epoca, il Brasile, come quasi tutti i paesi del Sudamerica, stava attraversando una fase storica interessante, perché si stava finalmente emancipando e si stava affacciando a una nuova prosperità. «Nel frattempo, però, il paese si è fermato e ora è di nuovo regredito, de facto, allo stato di colonia».

Paolo Gardella Brasile
Paolo, in Brasile

LA VITA IN BRASILE

Soddisfatto per essersi trasferito in un paese tropicale, Paolo si aspettava, però, di trovare un impiego nel suo settore. Inizia, invece, a lavorare nell’ambito dell’accoglienza turistica e, nel frattempo, riceve offerte di lavoro dall’Italia: «Tutte le proposte provenivano da aziende militari, un ambiente di cui non volevo e non voglio tuttora occuparmi, quindi ho optato per un contesto meno violento e più creativo: la cucina». Per anni, Paolo lavora in diversi ristoranti italiani e brasiliani, preparando le specialità dello stivale, finché un giorno conosce un pizzaiolo napoletano che gli insegna a fare la vera “pizz’e Napule”. E da lì gli si apre un nuovo mondo. Con lui, impara l’arte della pizza napoletana e ci si appassiona. Parallelamente continuano i suoi avanti e indietro Bahia – Genova, lavorando stagionalmente, sempre nella ristorazione. Finché ad agosto 2019 nasce la sua bimba, Tainà.

Paolo allora diventa ancora più consapevole di quanto sia importante avere un’assistenza sanitaria efficiente e poter offrire a sua figlia una buona istruzione, così decide, insieme a sua moglie, di restare per farla crescere in Italia. «Sono conscio del fatto che qui la situazione delle strutture pubbliche non sia ottimale, andrebbero rivisti molti aspetti, tuttavia in Brasile, attualmente, dopo un temporaneo fuoco di paglia, istruzione e sanità stanno di nuovo peggiorando».

Oggi lavora a Celle Ligure in un ristorante-pizzeria che pareva cercare proprio lui: «Il titolare aveva bisogno di un pizzaiolo che sapesse fare la pizza napoletana, qui ancora poco conosciuta, e che si intendesse anche di cucina». Così adesso inforna pizze e cucina pesce, guardando il mar Ligure.

pizza paolo

LA TERZA LAUREA

«Fare il cuoco è un lavoro molto duro, che non si può fare fino a sessant’anni, così tre anni fa mi sono reso conto che bisognava reinventarsi di nuovo». Interessato alla biologia e intenzionato a colmare le sue lacune in merito alle conoscenza sulle funzioni del corpo umano, a quarant’anni si iscrive alla facoltà di Dietistica, per studiare sui libri di tutto ciò che in questi anni aveva già fatto concretamente, nelle cucine di numerosi locali. In un certo senso, la sua scelta accademica lo sta facendo passare dalla cucina pratica a quella più teorica, attività meno faticosa per la colonna vertebrale, anche in vista del futuro. «E poi – scherza – visti menu squilibrati che vedo nei ristoranti, ci sarà più lavoro per me tra qualche anno, quando sarò diventato dietista!».

Con le competenze che ha collezionato, Paolo potrebbe lavorare in qualsiasi angolo del mondo, perché la pizza è un alimento amato in tutto il globo: «Ora sono in una fase di transizione, in cui ho tirato i remi in barca, per gestire delicate questioni familiari, ma tutte queste esperienze mi potrebbero dare la possibilità di trasferirmi di nuovo in futuro, chissà».

Una cosa è certa e concordiamo entrambi: «Se nella vita hai studiato tanto, assumi una forma mentis che ti porta ad applicarti sempre e a non dare per scontato nemmeno le cose più semplici. Solo così impari a gestire gli imprevisti con strategie sempre nuove».

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