Il bene e il male esistono? Il nuovo libro di Daniel Tarozzi e Andrea Degl’Innocenti
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Esce oggi il nuovo libro dei nostri Andrea Degl’Innocenti e Daniel Tarozzi: “Il bene e il male esistono? L’inchiesta di due tipi curiosi (e poco attendibili)”, edito dalla casa editrice Amrita. Tre anni di esplorazione e interrogativi intorno al senso dei “valori”, di confronto su visioni apparentemente opposte che si arricchiscono di incontri significativi con esperti e pensatori che già si sono interrogati su questi argomenti da vari punti di vista: psicologico, filosofico, sociologico, giuridico, antropologico, artistico, educativo, biologico e spirituale.
Il bene e il male esistono? O sono solo categorie del nostro pensiero? Che cosa sono? Come influenzano il nostro agire? Chi di noi non si è posto, almeno una volta, una di queste domande? Quando ci si conosce da tanto tempo e si lavora a un progetto condiviso come Italia che Cambia è facile che, più o meno consapevolmente, si tenda a credere che l’altro abbia la nostra stessa visione del mondo. Anche se all’interno della nostra redazione il tema dei “valori” ha sempre creato un certo scompiglio – condito di battute ironiche verso visioni che tendevano ad ammorbidire i confini tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato – per Daniel e Andrea la consapevolezza che la diversità di vedute aprisse uno squarcio di riflessione su una dimensione più profonda è arrivato improvviso. In una calda giornata berlinese, in un dialogo come tanti, tra sport e sfottò.
Scoprire che il tuo grande amico e collega ha una visione così diversa dalla tua, può destabilizzare e spaventare, portare a chiudersi, irrigidirsi, a “difendere”. Ma i nostri sono tipi curiosi e anziché angosciarsi, hanno scelto di approfittare dell’occasione per crescere entrambi. Il punto di partenza? Da un parte Daniel, per cui i valori sono importanti, bussola che orienta l’azione nel mondo; dall’altra Andrea, dubbioso che un approccio basato sui valori sia davvero efficace per cambiare il mondo. Versione breve delle posizioni di partenza.
In realtà il sentire è molto più complesso e denso di domande da esplorare: si può affermare che qualcosa è sbagliato e dopo chiedersi come mai qualcuno stia agendo in tal modo? I valori uniscono o dividono? Come coniugare un atteggiamento non giudicante e comprensivo con un sistema valoriale? Come insegna la permacultura, “nel problema la soluzione”. Ispirandosi a questo l’idea che da opposti pensieri possa nascere un viaggio di scoperta, riflessione, confronto.
Seppur giornalisti e scrittori, che questa ricerca personale portasse alla realizzazione di un libro non era affatto scontato. «Sentivo il bisogno di dare una forma e dei confini ad una discussione che altrimenti poteva rimanere sterile o infinita», dice Daniel. «Inoltre sentivo che lo spunto da cui tutto era partito poteva essere un innesco per qualcosa di molto più grande. Ed in effetti così fu! E poi con Andrea avevamo già scritto altri libri insieme ed è sempre un piacere lavorare con lui. Siamo davvero complementari». «Scrivere ci ha aiutati a fare chiarezza interiore, a superare l’impasse e a capirci più a fondo, anche nelle nostre diversità d’opinione», aggiunge Andrea.
«Pensaci, due cialtroni qualunque, ma con delle teste tutto sommato pensanti, che si interrogano su uno dei più grandi temi dell’esistenza», dice Daniel ad Andrea nel libro dandoci in modo chiaro ed efficace un’idea della scelta stilistica degli autori: attraversare questo argomento con leggerezza perché anche il tema più complesso può essere raccontato con allegria. «Un tono leggero ma non superficiale, una via di mezzo fra “La critica della ragion pura” e “il manuale delle giovani marmotte”», osserva sorridendo Andrea. «Penso che possa offrire molti spunti di riflessione senza appesantire. O almeno, questo è quello che mi auguro».
In questo viaggio Andrea e Daniel hanno deciso di non essere soli: il loro confronto, l’evoluzione dei pensieri e delle convinzioni degli autori, fatto di pause e intermezzi, è il filo conduttore di incontri significativi. Interviste ad esperti e pensatori di cui gli autori diventano voce narrante, che offrono declinazioni sul bene e il male in ambito psicologico, filosofico, sociologico, giuridico, antropologico, artistico, educativo, biologico e spirituale.
Francesco Bernabei, Andrea Colamedici, Giuseppe Barbiero, Melania Bigi, Danilo Casertano, Ugo Mattei, Luigi Zoja, Massimo Canevacci, Michelangelo Pistoletto, Lama Palijin Tulku Rinpoche, Angelo Vaira, gli incontri che il libro approfondisce in dialoghi aperti e densi di spunti di riflessione che allargano sempre più il campo dell’indagine senza disperderci o condurci in vicoli ciechi.
Per offrire al lettore che cosa? «Una marea di stimoli!», afferma subito Daniel rispondendo alla mia domanda. «Non è un libro filosofico astratto. O meglio, in parte lo è. Affrontiamo tematiche universali su cui da sempre si interroga l’essere umano nella sua più intima essenza, ma allo stesso tempo cerchiamo di mettere in luce le tante, tantissime implicazioni pratiche che questi concetti si portano dietro nella vita di tutti noi. Dagli aspetti giuridici, a quelli economici, psicologici, spirituali». Una delle ragioni fondamentali che ha spinto Daniel e Andrea a scrivere questo libro è un’esigenza pratica, «capire se il bene e il male siano categorie di pensiero valide e se abbia senso che siano i valori a guidare il nostro cammino non è questione di speculazione astratta, ma ha a che fare con il senso profondo del nostro lavoro – e delle nostre vite».
Una parte di me ha voglia di vedere dove questo processo lungo tre anni li abbia portati e pongo una dicotomica domanda trabocchetto: “È stato più importante il viaggio o la meta?”. «In pieno spirito “andreiano” preferisco non scegliere tra i due elementi. Credo siano fondamentali entrambi. Il viaggio è stato lungo, stimolante, arricchente, persino curativo. Ma la meta è soddisfacente, complessa, oserei dire importante. E soprattutto la meta è il primo passo per un nuovo viaggio». «La meta, chi se ne importa del viaggio!», ribatte subito Andrea. «No, scherzo, è che mi sono fatto prendere la mano dallo spirito di contraddizione e dibattito che ha animato il libro. In realtà, anche qui non posso che concordare con Daniel. Ma tranquilli, nel libro non andiamo così d’accordo!».
Come è cambiata la loro visione, la loro amicizia, cosa hanno appreso di utile per le loro vite in questo viaggio? Su questo i nostri mantengono il riserbo e non insisto (anche perché ho già letto il libro tutto d’un fiato ndr). «Spoileremmo il finale!», esclama Daniel. «Eh già, vi tocca arrivare alla fine per scoprirlo!», chiosa Andrea.
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