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Ascolto questo brano immortale dei Pink Floyd mentre scrivo il mio primo editoriale da Direttore Responsabile di Italia che Cambia, il giornale nato da un mio viaggio in camper ma subito divenuto un progetto collettivo, polifonico, biodifferente.
Ieri ci ha salutato la nostra mitica direttrice Alessandra Profilio. Ho conosciuto Alessandra quando aveva circa 20 anni. Siamo stati prima colleghi, poi amici e infine cugini (sì lo so, la vita è buffa). Ale lavorava con me, con noi, a Terranauta, a Il Cambiamento, ma soprattutto Ale è tra le fondatrici di Italia che Cambia e ne è stata da sempre una colonna portante. Abbiamo condiviso emozioni, difficoltà, delusioni, conquiste. Abbiamo lavorato gratis per mesi, quasi gratis per altri mesi e molto poco pagati per anni. Abbiamo incontrato sul cammino professionisti eccezionali e altri totalmente inaffidabili. Insieme abbiamo superato ogni difficoltà, ridendo, piangendo, ripartendo. Ci siamo uniti con un sogno comune: un altro modello di giornalismo, un altro modello di vita. Oggi Ale inizia – per sua scelta e con tutto il nostro appoggio – un nuovo cammino e noi ci troviamo qui, come sempre cercando di mettere in pratica quello che per me resta il principio base della permacultura: nel problema la soluzione. E allora da qui ripartiamo più forti di prima, più motivati che mai. Ma Ale, How I wish, how I wish you were here.
Nel problema la soluzione
Quando Alessandra ci ha comunicato la sua decisione, dopo lo sbandamento iniziale, il nostro gruppo si è ricompattato e subito mi è arrivata la proposta di prendere le redini del nostro giornale. Sono sincero, mi rende felice questa evoluzione personale. Amo follemente il mio lavoro. Ho fatto il giornalista per quasi tutta la mia vita adulta e ho fondato e diretto diversi giornali web. Dentro Italia che Cambia, però, dopo il viaggio in camper ho deciso di mettermi al servizio del progetto e dei miei magnifici compagni di viaggio. Ho fatto quindi il progettista del sito, il fundraiser, l’amministratore, il videomaker. Ho girato il Paese in lungo e in largo, fatto partire i portali regionali e molto altro. Ma il mio cuore è sempre rimasto lì, nel cuore pulsante della redazione. È da lì che provengo ed è lì che voglio andare.
“Siamo una squadra fortissimi”
Ed ecco che viene il momento di citare le colleghe e i colleghi. “Ma chi li legge mai ‘sti ringraziamenti? Sanno tanto di comizio di un politico”. Eppure, vi prego, sprecate qualche secondo della vostra vita e muovete lentamente il dito sul vostro smartphone. Ho bisogno di condividere con voi la gratitudine e l’orgoglio di lavorare con…
Francesco Bevilacqua. Francesco è il nostro nuovo caporedattore e fino all’altro ieri gestiva i nostri social network. Collaboriamo insieme da moltissimi anni (sì già nei “vecchi” giornali). Francesco è un esempio, un richiamo costante all’uomo che vorrei essere. Sereno, costruttivo, raramente arrabbiato, quasi mai lamentoso, papà meraviglioso di tre bambini straordinari. Francesco è un grande giornalista ed è un professionista talmente speciale da aver rinunciato per quasi otto anni all’espressione del suo principale talento per il bene del progetto (e a lungo per pochissimi euro). Grazie Francesco. È un privilegio iniziare questo nuovo viaggio insieme.
Daniela Bartolini. Daniela è la nostra responsabile area Attivati. Ma è soprattutto una delle anime pulsanti di Italia che Cambia. Dani dove la metti sta. Sa fare tutto e tutto bene. È quasi irritante nella sua straordinaria professionalità. Mi confronto con lei quando ho dubbi, quando ho paure, ansie. E soprattutto è lei che gestisce le nostre aree più delicate e innovative. Dani, se non ci fossi dovrebbero inventarti.
Andrea Degl’Innocenti. “Io non mi rassegno”. Sì, lui, l’uomo con i giornali appesi dietro la schiena. Quello di Islanda chiama Italia, quello dei sistemi complessi, dei problemi delle governance, dei bias cognitivi. Andrea iniziò a lavorare con me (e Ale, e Luca e Claudia), quando era giovanissimo. Seguiva i movimenti dell’acqua. Lo incontrai e d’istinto scommisi su di lui. Gli proposi da subito di lavorare per un precedente giornale da me diretto. E mai decisione fu più corretta. Da Andrea imparo ogni giorno (e vorrei strozzarlo ogni due…).
Paolo Cignini. Ed eccoci a Paolo. Lui era in camper con me nel 2012. Lui è il nostro responsabile video, il nostro Presidente, il conduttore di molti nostri format. Lui è la manifestazione costante di un’umanità che vorrei popolasse il nostro mondo. Umile, simpatico, generoso, intelligente, curioso, pieno di talenti nascosti, sempre presente quando hai bisogno. Anche se non glielo hai detto. Paolo è… Paul. Il solo e unico Paul. Quello che gira incessantemente il Paese. Quello che resta nei cuori di chiunque lo incontri. Paul.
Filippo, Giulia, Annalisa e Luca.
Fil, Filippo Bozotti, Fil, con la sua energia motrice, che ci ha portato a sognare di cambiare davvero il Paese, “agente del cambiamento dopo agente del cambiamento”. Giulia Rosoni, che ci ricorda e richiama alla straordinarie contraddizioni degli esseri umani e ci porta ad andare oltre i muri degli stereotipi, dentro di essi, dentro di noi. Annalisa Jannone, fondamentale fondatrice (ridondanza voluta) di Italia che Cambia, voce della coscienza, passionale e magnifica esploratrice di mondi sconosciuti. Annalisa “che anche lei” da qualche mese ha preso altre strade ma che con i suoi insegnamenti di questi anni mi guida ogni giorno. Luca Asperius, che più che altre strade ha preso altri Stati e sta battendo i sentieri della Germania che Cambia. Luca che ha progettato e riprogettato con noi mille volte il nostro sito e il nostro senso, dopo aver percorso con noi anni nei progetti precedenti. Luca che a volte non è d’accordo nemmeno con se stesso, ma che ci ha portato fin qui, spingendoci a guardare sempre dentro di noi, migliorare, interrogarci. Viel Glück Luca!
E poi Eleonora, Elisabetta, Sara, Selena, Lorena, Ezio, Gabriele, Roberto, Valentina, Graziano, Pietro, Paolo T., Cecilia, Emanuela (cuore del mio cuore), e tutte e tutti i nostri straordinari collaboratori. Vorrei dedicare qualche parola a ciascuno di voi ma davvero qui i lettori poi ci mollano. E quindi mi limito a dirvi, grazie. Siete voi Italia che Cambia. Ognuna e ognuno di voi.
E ora? La linea editoriale
Prima di lasciarvi al vostro digitare compulsivo sul telefono o sul mouse vi rubo un ultimo minuto per dirvi che giornale faremo. Faremo un giornale che vi racconta le notizie. Quei fatti che le persone non sanno, utili per la loro vita.
Fatti (non dichiarazioni), che le persone non sanno (sì esatto, se lo sapete già non è una notizia), UTILI per la loro vita (utili davvero…).
Continueremo quindi a proporvi esperienze di cambiamento positivo già in atto nel Paese. Continueremo a commentare le notizie principali dell’Italia e del mondo. Continueremo ad approfondire i grandi temi della contemporaneità con i nostri format (A tu per tu, Matrix è dentro di noi, Danzare con la tempesta, Dove eravamo rimasti). Continueremo ad entrare nei territori in modo capillare (dopo Piemonte e Liguria, stiamo arrivando finalmente al Sud!). Inizieremo un viaggio nell’amore (e nel sesso) che cambia. Porteremo la nostra attenzione sulle contraddizioni del mondo contemporaneo. Rifiuteremo di farci tappare la bocca (metaforicamente o letteralmente) dalla mancanza di buon senso, dalle decisioni accettate senza porsi domande. Domande. Vi proporremo sempre nuove domande, perché di risposte ne abbiamo davvero poche, ma crediamo che il mondo si cambi a suon di domande. E apriremo una nuova redazione interna (che ho deciso di chiamare Spotlight in onore di un noto film che ricostruisce la storia di una ancor più nota pagina di giornalismo d’inchiesta americano). In questa redazione cercheremo di cogliere le sfaccettature nascoste dietro ai luoghi comuni e al monopensiero del mondo in cui viviamo. Lotteremo per raccontare chi protegge i boschi, gli altri animali, gli umani più deboli, l’armonia, la bellezza, la cultura, la danza, l’arte, i pensieri differenti e divergenti.
Daremo voce a chi non ce l’ha e megafono a chi non ne ha abbastanza. Gioiremo e piangeremo con voi. Non ci arrenderemo mai allo sconforto, al “lamentosismo”, al “ècolpadeglialtri”, “inItalianonsipuòfare”, “vorreimanonposso”.
Italia che Cambia è di chi si assume la responsabilità della propria vita senza aspettare che qualcuno lo faccia al suo posto. È tuo, è suo, è nostro. Ed è insieme a te, a voi, che potremo e vorremo fare tutto ciò.
Ecco, ora che scrivo sono contento.
Però Ale, How I wish, how I wish you were here.
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