11 Feb 2021

La pandemia sotto una luce diversa nel documentario della giovane comunità di Casa Yana

Scritto da: Charlotte Cecchi

Casa Yana, la comunità intenzionale di ragazzi e ragazze che sorge sulle colline bolognesi, ha avviato un progetto documentaristico per raccontare la propria visione del mondo e suggerire delle chiavi per capire e superare le paure e le ombre che in questa difficile epoca storica attanagliano tutti noi.

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Vi ricorderete sicuramente della Comunità Yana Casa Portale, di cui abbiamo parlato nell’articolo pubblicato qualche mese fa e condiviso da migliaia di lettori e lettrici! La comunità intenzionale che abita il casale sui monti dell’Appenino bolognese e organizza eventi olistici, artistici ed educativi, si è lanciata questa volta in un progetto ambizioso: quello di realizzare, dopo il loro primo corto Siamo Tutti Qui, una mini-serie documentario! E avranno bisogno dell’aiuto di tutti noi per farlo. Vi presentiamo oggi Il Salto, progetto di cui parliamo con i ragazzi e le ragazze di Casa Yana.

Dall’inizio del 2020 vi siete lanciati in una nuova avventura da registi. Raccontateci com’è partito questo nuovo capitolo della vostra comunità.

La condizione di stasi data dai ripetuti lockdown, ci ha permesso di passare diverso tempo tutti insieme e da subito abbiamo sentito il privilegio di poter attraversare un momento storico così particolare, all’interno di una ‘dimensione parallela’ immersa nella natura, ovvero nella comunità da noi creata e fatta di condivisione, cooperazione e opportunità. Nell’aprile del 2020, nel pieno del primo lockdown, ci siamo quindi cimentati nella produzione di un piccolo film, nato da una sincera domanda: “Come possiamo comunicare al mondo la nostra visione dei retroscena di ciò che sta accadendo?”. La risposta di Robin, l’artista di casa, nonché regista, è stata istantanea: “Con un cortometraggio!”. Cavalcando l’onda creativa, abbiamo quindi ideato e prodotto il corto dal titolo Siamo Tutti Qui, risultato di una convergenza di idee, scritti e profonde intuizioni.

casa yana 1

Parlateci di questo primo cortometraggio: da dov’è arrivata l’idea?

Durante le prime fasi di questa chiusura forzata, ci siamo impegnati nel lavorare su noi stessi nel modo in cui abbiamo sempre fatto: mettendoci in cerchio e usando l’approccio delle costellazioni familiari supportate dal suono del didjeridoo. In questo contesto ognuno di noi affronta le proprie zone d’ombra, sapendo di essere sostenuto dalla visione del gruppo. Proprio durante uno di questi cerchi è nata l’idea di creare un cortometraggio. Abbiamo individuato i vari archetipi sociali globali coinvolti durante l’emergenza Covid-19 e ognuno di noi ne ha messo uno in scena. Si tratta di una costellazione archetipica: l’interazione tra i vari personaggi permette di avviare un dialogo tra le differenti qualità energetiche degli archetipi, in questo caso delle forze presenti in campo dall’inizio della pandemia.

La storia che abbiamo messo in scena in questo corto è ispirata a tutto ciò che sta accadendo nel mondo come conseguenze della pandemia, senza soffermarci sulle cause, ma preferendo rivolgere l’attenzione a ciò che gli effetti potrebbero innescare in positivo, fra cui il ritorno alla Natura. Si tratta di un’occasione unica per ripartire dal rapporto che ogni individuo ha con la Natura, intesa anche come ‘Natura propria’: quella parte più profonda di noi che raramente abbiamo occasione di conoscere, distratti dalla vita quotidiana e da una società con ritmi insostenibili. Attraverso l’ascolto più sincero dei nostri bisogni, al di là delle convenzioni esterne, potremmo tutti beneficiare di una maggiore qualità di vita.

Ci siamo quindi immaginati che tutti gli archetipi rappresentati fossero presenti nell’Umanità intera, che abitassero tutti gli spettatori, nessuno escluso. Abbiamo voluto sollecitare inoltre il tema del risveglio dell’Eroe, all’interno di ognuno di noi. Quest’ultimo è il vero protagonista. L’intento finale di questa nostra creazione è che lo spett-attore stesso abbia la possibilità di divenire il vero protagonista del proprio viaggio interiore e personale, così che questa situazione globale rappresenti una grandissima opportunità nella sua vita e la possibilità di riprogettare la relazione collettiva tra i singoli e rispetto alla Madre Terra.

casa yana 2

Qual è stato il passaggio fra il primo corto e la serie-documentario?

Continuiamo a osservare ciò che sta accadendo a livello sociale durante questa pandemia e, visto il successo che ha riscontrato il corto, ci siamo sentiti motivati ad espandere il nostro messaggio e la nostra visione, provando ad ispirare ulteriore positività e senso di Unione. I contenuti della serie saranno un’evoluzione delle tematiche introdotte nel corto: un approfondimento sul viaggio dell’Eroe, il protagonista del cortometraggio, che nel porsi nuove domande sull’esistenza e sulla realtà che lo circonda, riesce a contattare la voce invisibile che lo guida a ogni passo. Scopriremo come sia arrivato a conoscere la Paura dentro di sé, a gestirla e darle nuova vita, ampliandone il significato.

Il messaggio è rivolto all’Eroe in Noi, pronto a risvegliarsi dal suo sonno, a togliere il velo che lo aveva oscurato, pronto a riscoprire il coraggio di accogliere nuovamente la bellezza della Vita e di dedicarsi alla sua celebrazione. È un messaggio d’Amore per l’essere Umano. Il viaggio dell’eroe è il viaggio che ognuno di noi compie nel corso della propria esistenza, che ci porta, attraverso varie vicissitudini, a confrontarci con le nostre ombre interiori e con lo scopo di portare alla luce grandi insegnamenti per l’umanità intera. Un concetto che in Alchimia viene espresso con la trasmutazione del piombo in oro e che ci fa scorgere il lato magico della nostra esistenza.

Qual è dunque l’obiettivo che vi siete prefissi?

Come dice Christopher Vogler, “le storie hanno il potere di portare il pubblico a uno stato di coscienza più alto”. Questo è l’intento più alto della serie: portare il pubblico a riconoscersi nell’Eroe e nella sua storia, ed insieme accedere a quell’oro prezioso che risiede dentro ognuno di noi, dentro ciò che è ignoto e che siamo stati culturalmente abituati a rifuggire. Per questo motivo nella serie abbiamo scelto un linguaggio sottile e vibrazionale, dove i dialoghi sono ridotti al minimo e prevale l’archetipico e il simbolico, provando a superare l’aspetto razionale, spesso ingannevole, per puntare come una freccia al cuore dello spettatore-fruitore. La sinergia fra i nostri talenti cerca di trasmettere con leggerezza, ironia e serietà, i temi che riteniamo fondamentali. Vediamo in questo periodo storico un’incredibile opportunità di crescita collettiva, grazie ad una riscoperta dei principi che viviamo qui ogni giorno: comunità, autosufficienza, unione di gruppo e potere di cooperazione fra individui.

La nostra Comunità intenzionale, così ci definiamo a Casa Yana, lavora per il cambiamento sociale che la nostra generazione ha in seme sin dall’infanzia. In un’epoca di alienazione, in cui la distanza e la paura dell’altro stanno diventando normalità, noi andiamo controcorrente e promuoviamo Vicinanza, Condivisione e Cooperazione. Ci teniamo a precisare che non facciamo tutto ciò come atto di ribellione, ma in quanto nostri principi vitali, che abbiamo scelto come base della nostra vita quotidiana. Un seme che cercheremo di piantare nel cuore di chi vedrà la serie.

Un tema che affrontate spesso è quello dell’”Ombra”: che significato ha in questo momento e come possiamo, secondo voi, essere guidati collettivamente a uscirne?

Ombra è una parola che identifica ciò che ancora ci appare sconosciuto, e in quanto tale è normalmente fonte di disagio, conflitto e paura. Con questo termine ci riferiamo a ciò che gli uomini non riconoscono all’interno di se stessi, come particolari aree nascoste della psiche che sembrano essere fuori dal nostro controllo. Jung utilizza molto questo concetto e spiega come gli eventi collettivi siano in realtà una rappresentazione simbolica in grande scala delle energie psichiche presenti negli individui. Secondo il celebre psichiatra, esiste una corrispondenza fra realtà esterna e realtà interna. Di conseguenza ci sono situazioni esterne a noi, che ci sembra di subire come umanità, e sentendo di non avere alcuna possibilità di scelta e di azione affondiamo nell’inerzia e nel senso d’impotenza. Mai come oggi, in questa crisi in cui si scatenano forze economiche, politiche, mediatiche e sociali, viene percepita l’intensità di questa sensazione.

Quello che consigliamo, essendo il nostro modo personale di accompagnare questo cambio di paradigma, è di osservarsi e addentrarsi nelle proprie zone oscure, attraverso un percorso di crescita personale e spirituale. Intraprendere un lavoro su sé stessi come strumento per prendere coscienza di blocchi emotivi e dei forti condizionamenti, acquisiti o ereditati. Un lavoro quotidiano accessibile a chiunque. Liberiamoci delle tensioni interne per permettere al nostro lato più luminoso di emergere. Ci siamo resi conto che questo approccio comporta un’influenza diretta sulle nostre scelte e sulla qualità della nostra vita, ma soprattutto sul modo di vedere e percepire il mondo intorno a noi: le nostre relazioni, così come la nostra quotidianità, diventano una possibilità di conoscersi sempre più in profondità. Raggiungiamo così una maggiore libertà psicologica, che per noi rappresenta il più autentico significato di Libertà, in quanto ci consente di non subire gli eventi, o rifiutarli, ma di coglierne sempre il potenziale.

Volete lasciare un ultimo messaggio a chi seguirà la serie?

Le sfide dolorose che si presentano sul nostro cammino, rappresentano sempre un grande insegnamento a sviluppare la propria forza, coraggio e potere creativo. Come la Natura ci insegna, ad ogni inverno freddo e buio segue la gestazione di un impulso generativo, che esplode poi in primavera e fiorisce in Bellezza. Più il buio sarà intenso, più il terreno delle possibilità sarà fertile. I tempi attuali richiedono un reale e concreto Salto di qualità a livello collettivo. Si stanno sviluppando nuovi modi per ripensare la collettività e le relazioni e mai come oggi questa possibilità è concreta! Noi a Casa Yana la percepiamo e viviamo quotidianamente, e vorremmo riuscire a trasmetterla al meglio, in modo che sempre più persone possano rispondere a questa chiamata: Uniti nella creazione di un Nuovo Mondo che risponda allo spirito del nostro Tempo.

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Avete attivato una raccolta fondi per la realizzazione di quest’opera, come possiamo aiutarvi concretamente?

Vorremmo raccogliere dei fondi per creare una produzione cinematografica più ampia rispetto a quella del primo corto, affinché altre figure professionali possano collaborare con noi e portare la qualità dell’opera ad un altro livello. Con i fondi che speriamo di ricevere potremmo migliorare la qualità delle immagini, collaborare con alcuni artisti e tecnici professionisti, permetterci attrezzatura professionale, riconoscere una ricompensa a chi prenderà parte alla produzione. In questa produzione verranno coinvolte persone che abbiamo conosciuto tramite la rete di relazioni che coltiviamo ormai da anni, alimentata con il progetto comunitario Yana Casa Portale. Vogliamo dare l’opportunità ad ognuno di loro non solo di essere coinvolti in questa opera creativa, ma anche di poter mettere i loro più grandi talenti al servizio della sua eccellente riuscita. Alcune fra le collaborazioni già in atto sono: Tonino Bosco per l’animazione grafica, Davide Conti come direttore fotografico e Carlo Taglia come primo produttore.

Per sostenerci con il crowdfunding sarà possibile farlo con una donazione libera o con dei pacchetti prestabiliti con varie ricompense, dai prodotti e manufatti del gruppo, alle attività culturali che proponiamo a Yana, per dare la possibilità alle persone di toccare con mano la comunità e condividere del tempo insieme, che è ciò cui diamo più valore.
Per sostenere il progetto potete donare QUI!

*La Uni-On Production è un Movimento Libero di Artisti fondato da Robin Udo (regista del Corto “Siamo Tutti Qui” e della futura Serie “Il Salto”) di Video Arte, Fotografia, Sound Design e produzione musicale. Nasce a Palermo nel 2017 da una visione comune: combinare innovazione e genialità nell’Universo dell’Arte Visiva e Performatica. La regia della serie ‘Il Salto’ è di Robin Udo. La Sceneggiatura di Robin Udo, Irene Aprato e Marco Ferrante.

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