Da La Spezia alla Svezia: quando un viaggio a piedi cambia la vita
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La Spezia - Carlo è spezzino, Helena è svedese. Entrambi provengono dal mondo del teatro, una dimensione quasi parallela fatta di sipari e contratti a progetto, che però hanno il pregio di dare una certa elasticità mentale, proprio quella che li ha portati a saltare oltre la quarta parete e cambiare vita.
«L’idea era semplicemente quella di camminare “da casa a casa”, quindi raggiungere a piedi la famiglia di Helena. Così l’11 marzo 2016 siamo partiti da Albiano Magra, poco distante da La Spezia, e siamo arrivati fino in Svezia, insieme a due asini, Toni e Aurora Alba, impiegandoci poco più di sette mesi. Una follia? Ci siamo detti: noi proviamo e come va va!», sorride Helena.
Ed è proprio all’arrivo in Svezia che Carlo ed Helena si rendono subito conto che quel lungo viaggio era stata un’esperienza meravigliosa, che aveva ancora qualcosa da dare: «La voglia di camminare non si era esaurita, infatti, dopo quattro anni siamo ancora girovaghi», interviene Carlo.
UNA VITA IN CAMMINO
Mentre si spostano, non decidono mai prima quando fermarsi: dipende dalla giornata, dalla stanchezza, dal clima. E quando cercano un posto dove passare la notte, in primis si occupano di trovare fieno e acqua per gli asini, solo dopo pensano alla loro sistemazione. Il loro è un modo di vivere spartano, dormono nei fienili o in tenda vicino agli asini e si accontentano di piatti semplici, sempre offerti da chi li ospita.
«Per noi non è stato così difficile fare questo passo, perché non possedere cose ci alleggerisce, ci permette di essere mobili e abbiamo più tempo per noi».
Quello di Helena e Carlo non è un progetto che cerca la solitudine, ma si proietta verso l’apertura e il dialogo: «Noi amiamo fermarci a parlare con tutti, adesso abbiamo tantissimi nuovi amici in tutta Europa». Quando bussano a chiedere ospitalità, la carovana umana e asinina che le persone si trovano davanti suscita una scintilla negli sguardi di chi li accoglie.
«Con questa esperienza stiamo dimostrando che, anche semplicemente spostandosi a piedi e lentamente, si possono ottenere dei risultati e vogliamo continuare: il cammino, oggi, è la nostra vita quotidiana, il nostro “lavoro” che certo, non è retribuito, ma incontriamo tantissime persone, raccontiamo le nostre esperienze, condividiamo riflessioni. Lo consideriamo un lavoro in questo senso, perché divulghiamo un’idea, una speranza, un altro modo di concepire la vita». E in questi anni, insieme ai loro passi, la coppia ha messo a dimora circa 600 piccoli alberi (anche in germogli): «lo abbiamo fatto lasciandoli ai nostri ospiti con la promessa che se ne sarebbero presi cura. Un modo concreto per fare qualcosa per l’ambiente, senza tanti giri di parole».
LA GENTILEZZA DELLE PERSONE
Durante il primo viaggio la coppia aveva cercato qualche sponsor, ma si sono entrambi resi conto che non era quello che desideravano: non volevano pubblicità, né tantomeno vendere qualcosa. In questi anni, in cui hanno deciso di vivere in modo semplice, hanno incontrato tanta accoglienza proprio dappertutto e innumerevoli atti di gentilezza che hanno riempito i loro cuori di gioia: «Non abbiamo altro modo di ricambiare e ripaghiamo con i nostri sorrisi».
Oltre a camminare, quello che amano fare è confrontarsi e raccontare a grandi e piccoli il loro stile di vita nomade. Mentre preparavano il primo viaggio, sono stati contattati per una residenza in Svizzera presso una scuola elementare ed è successo anche in istituto in Germania: lì hanno avuto modo di raccontare ai bambini della loro esperienza e di cosa significa viaggiare con due asini.
Per via del covid, che ha limitato gli spostamenti, ora Carlo, Helena, i due asini e una cagnolina adottata un anno fa si trovano in Puglia, nel parco dell’Alta Murgia, ma contano di spostarsi verso nord nei prossimi mesi: «Stiamo soffrendo la stanzialità, perché per noi è bellissimo ogni giorno spostarci e andare chissà dove. Questa è ormai la nostra vita. Stare fermi cambia tutto».
LA DIVULGAZIONE DI UN ALTRO MODO DI VIVERE
La coppia organizza, appena possibile, presentazioni con proiezioni di video e immagini, che descrivono visivamente la loro quotidianità, così diversa e insolita, suscitando molta curiosità, domande e interesse. Provenendo dal mondo del teatro, ora stanno preparando una performance teatrale che prende spunto proprio dal loro lungo viaggio con gli asini, con una scenografia a misura di piccola casa. Verrà messa in scena mentre cammineranno verso Nord e sarà un loro piccolo omaggio a tutti coloro che li accoglieranno nei prossimi mesi.
«Per le attuali restrizioni, dallo scorso 3 ottobre siamo fermi in una masseria pugliese, ma finché siamo qui vogliamo dare una mano nell’avviamento di trekking con gli asini che il titolare della masseria sta cercando di portare avanti. Con la nostra esperienza possiamo contribuire concretamente e quando l’affiancamento sarà concluso, se le condizioni lo permetteranno, ripartiremo».
La strada che hanno scelto è quella di un nomadismo senza meta, ma a loro l’incertezza non fa paura: «Questa esperienza è un’università per noi, stiamo imparando tanto, in ogni senso: quando ci svegliamo non sappiamo mai a casa di chi saremo a cena, perché non sappiamo a quale porta busseremo. Per questo ogni giorno è una scoperta». Un’esperienza a sedici zampe che parla molto anche del nostro mondo e di quell’accoglienza, ancora così viva in noi e che invece credevamo di aver dimenticato.
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