Sfuso: quando una piccola comunità diventa un esempio grande e replicabile
Seguici su:
Savona - Passeggiando per le vie di città più o meno grandi, mi accorgo di quanto in Italia, come in gran parte dell’attuale mondo, il tema dei rifiuti sia divenuto “il tema”: produciamo più di quanto possiamo smaltire, usiamo più risorse di quante siamo in grado di produrne, togliamo senza preoccuparci di dare.
Ci hanno abituati in questi ultimi decenni che sia “normale” entrare in un negozio e uscirne con chili e chili di plastica che avvolgono il nostro cibo E le nostre creme, per poi, rientrando in casa, gettare tutti gli involucri.
Molte associazioni, gruppi di cittadini, singole persone, si sono attivate per trovare soluzioni più salutari ed ecologiche per ridurre il più possibile ciò che viene definito come “il nostro impatto ambientale”, ovvero quanto la nostra esistenza in questo momento attuale e nel nostro futuro impatta sul pianeta.
Uno dei modelli più innovativi, a tal proposito, è da poco nato in un piccolo paese dell’entroterra ligure da Astruso: un gruppo di giovani calicesi, rappresentato da quattro ragazzi – Serena Folco progettista culturale, Pietro Rosso ingegnere architetto, Sara Dini segretaria diplomata in lingue, Rachele Bianco studentessa di Belle Arti – che hanno deciso di creare insieme un progetto per la conversione ecologica del paese in cui vivono: Calice Ligure (SV).
La neonata Sfuso è un progetto finalizzato a limitare il consumo di plastica, ridurre gli sprechi e favorire la diffusione di pratiche ecosostenibili sensibilizzando e coinvolgendo la comunità locale e creando una sinergia tra le diverse dimensioni del paese: commerciale, istituzionale, educativa, produttiva e sociale.
Si tratta di un modello pilota ed esportabile: vuole dimostrare come un piccolo paese dell’entroterra possa trasformarsi in un esempio di riferimento nella riduzione dell’impatto ambientale.
Il piccolo per il grande
Ma come può un piccolo paese agricolo attivarsi per ridurre significativamente il proprio impatto ambientale? Sono partiti da questa domanda i quattro fondatori di Sfuso, analizzando tutti i processi e le persone coinvolte nella loro comunità.
Ciò che è emerso è un progetto che unisce la sensibilizzazione ai temi ecologici – come eventi, passeggiate ecologiche, giornate di raccolta rifiuti, conferenze, laboratori, mercatini di scambio – ad una progettazione di trasformazione delle attività commerciali attualmente presenti a Calice, per ridurne l’impatto.
L’idea, infatti, nasce dalla volontà di creare sensibilizzazione sui temi legati all’ambiente, ma allo stesso riqualificare il piccolo paese di Calice Ligure, supportando lo sviluppo delle attività economiche, come i negozi, i ristoranti e le piccole botteghe.
«Diverse sono le attività di grande coinvolgimento della comunità – mi raccontano Pietro e Serena – dal percorso di biofilia rivolto ai bambini, ai dibattiti rivolti ai giovani, dalle conferenze alle passeggiate per raccogliere i rifiuti dispersi in natura, dai laboratori alla creazione di contenuti per i canali web, dall’allestimento di una stoviglioteca agli incontri in natura con le famiglie».
Anche grazie al contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del Bando GxG- Giovani per i Giovani e alla partnership con Slow Food e altri importanti partners1, Sfuso ha mosso i primi passi nella realizzazione degli obiettivi fissati.
Il progetto si articola in due operazioni principali: la sensibilizzazione della comunità di Calice e del paese limitrofo di Rialto in materia di ecosostenibilità e il supporto alle attività commerciali già esistenti, per ampliare l’offerta dei loro prodotti e trasformando parte delle lavorazioni, per ridurne l’impatto ambientale.
L’obiettivo finale è creare una «trasformazione permanente della comunità calicese e delle sue modalità di consumo, potenziando le sue scelte ecosostenibili e permettendole di realizzare una spesa sfusa completa tra le attività commerciali, riscoprendo una modalità di acquisto più coinvolgente e autentica».
Vi presentiamo Calice Ligure
«Il progetto è ideato per la comunità di Calice Ligure, paesino di 1700 abitanti situato nell’entroterra ligure, in provincia di Savona, caratterizzato da un centro di botteghe, ristoranti e servizi immerso in un contesto boschivo e agricolo. Calice è in parte ancora legato alle sue origini contadine e al culto della vita lenta: questa sua preziosa e autentica dimensione risulta però fragile in quanto minacciata dallo stile di vita contemporaneo frenetico e consumistico.
Il progetto si rivolge in maniera diretta alla comunità giovanile del paese, riuscendo quindi a coinvolgere anche la rete delle famiglie e delle attività culturali e sociali a loro legate».
Nonostante la dimensione del paese però, il numero di attività commerciali è molto alto: conta infatti in tutto circa 20 attività commerciali tra negozi, bar, ristoranti, strutture di accoglienza turistica. Inoltre il numero di abitanti cresce considerevolmente nel periodo estivo, essendo Calice una conosciuta meta turistica.
«Riflettendo sull’equilibrio del paese, il progetto è bilanciato sulla stagionalità annuale, prevedendo eventi coinvolgenti e mai sovradimensionati, risultando in un’iniziativa accessibile e mai esclusiva, coinvolgente nella trasmissione dei contenuti come nell’inclusione a livello progettuale. Promuovendo stili di vita tradizionali, l’iniziativa sarà associata alla manualità, alla trasmissione diretta e personale dei saperi, in un’ottica concreta, materica e inedita. Verrà quindi ritrovata grande originalità nella ricerca delle origini».
L’importanza della rete
«L’iniziativa stimolerà la creazione di una rete operativa tra commercianti, ristoratori, istituzioni e privati che, aderendo al progetto, riceverà il necessario supporto nell’adottare pratiche che ne riducano l’impatto ambientale a lungo termine, in un processo graduale di conversione dell’intero paese. I cittadini non saranno solo soggetti destinatari ma saranno agenti attivi di cambiamento poiché, in quanto consumatori sensibili, potranno influenzare le scelte del settore economico e istituzionale approccio di welfare comunitario.»
Monitorare per migliorare
«Contando sul coinvolgimento dei partner promotori sarà possibile avere un riscontro della quantità dei rifiuti trovati in natura secondo un andamento temporale, sulle percentuali di raccolta differenziata raggiunte a livello comunale e sull’effettivo riscontro economico della vendita dello sfuso. Di concerto con gli enti sarà quindi monitorata l’iniziativa sotto gli aspetti della sensibilizzazione, del riscontro sul commercio e sulle pratiche di raccolta differenziata e tutela dell’ambiente».
Note:
1. La vincita del bando GxG- Giovani per i Giovani ha visto come prontagonisti, oltre all’ente capofila (Slow Food condotta del Savonese) e ad Astruso, anche il Comune di Calice Ligure, l’Associazione “Il Calice”, l’Associazione Calice Ligure Città della Musica, Legambiente Liguria, l’Associazione Libelle e Slow Food condotta di Albenga Finale Ligure e Alassio
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento