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Offrire alla figlia un’esistenza serena e alle famiglie con figli disabili un luogo tranquillo ed immerso nel verde dove poter soggiornare. Spinto da questo desiderio, divenuto una missione di vita, Simone Ciulli ha dato vita nel 2008 alla Fondazione Alice.
Ciulli, padre di Alice, si è dedicato al recupero di un vecchio casolare a Campolombardo (AR), un posto immerso nel verde con tanta terra a disposizione dove giocare, camminare, riposare, ascoltare e pregare. Per saperne di più di questo posto, di Alice e delle attività portate avanti da Simone Ciulli abbiamo intervistato Marina Martinelli, volontaria della Fondazione e amica di Simone, che con le sue parole è riuscita a trasmettere tutto l’amore racchiuso in questo progetto.
Cos’è la Fondazione Alice e di cosa si occupa?
La Fondazione Alice è una realtà nata dal coraggio di un uomo che ha lasciato la sua carriera da fotografo per andare incontro alle esigenze della figlia Alice, che oggi ha ventidue anni e soffre di una grave forma di autismo. Simone ha voluto impedire di internare Alice in un istituto e ha pensato di aprire questa Fondazione e prendersi completamente cura di lei. Ha acquistato una casa in un luogo piuttosto isolato in un piccolo comune del Casentino e ha creato degli spazi per ospitare gratuitamente famiglie con figli disabili che lì possono trascorrere un periodo durante il quale Simone si prende cura del ragazzo o della ragazza disabile dando la possibilità ai genitori di riposarsi per qualche giorno e di godersi una vacanza, passeggiando nel bosco o andando a mangiare una pizza.
Come sta oggi Alice e come sta andando il progetto rieducativo che la riguarda?
Ti rispondo riportando un estratto di un’intervista che ho fatto a Simone: “Dobbiamo trasmettere ed insegnare ad Alice che i linguaggi che ha utilizzato fino ad oggi non sono funzionali e che per questo motivo vanno cambiati. Se riusciamo ad esistere insieme senza più alzare le mani, troveremo il modo di vivere in pace, in armonia con chi è presente, senza più chiederci che cosa ci manca ma bensì che cosa abbiamo.
Alice deve imparare questo, senza assolutamente obbligarla o convincerla perché nessuno può convincere nessuno, possiamo però farle vedere che esiste un altro modo di stare al mondo. Per provare ad ottenere ciò, un’educatrice si reca presso la Fondazione per tre volte a settimana e si prende cura del progetto per circa tre ore a volta, cercando di provare ad entrare in contatto con lei e fare in modo che questo contatto non sia violento e quindi disfunzionale, bensì positivo, e quindi funzionale. Quando avremo ottenuto ciò, proveremo ad incuriosirla con cose che potrebbero piacerle e darle quelle al posto dei piatti. Sarà difficile, ma il progetto in sé è molto semplice. Ci vorrà tanto amore, costanza, tempo, risorse, ma che sono il venticinque per cento di quelle che si spenderebbero a metterla in un istituto”.
Alice è una ragazza diversa ma ha avuto la grande fortuna di avere un padre come Simone Ciulli che pur essendo consapevole che la figlia è diversamente abile non ha nessuna intenzione di lasciarla a se stessa, ma anzi fa di tutto per lei.
Chi vive oggi stabilmente presso la Fondazione?
Simone, Alice e Lorenzo, un ragazzo di 24 anni che vive presso la Fondazione da tre anni. Spesso ho parlato di lui e credo che un giorno o l’altro racconterò la sua storia in una novella. Lorenzo in passato era molto violento e nessun centro diurno lo aveva accettato. I genitori erano disperati e si sono rivolti alla Fondazione. Simone ha avuto la costanza di seguirlo ed è riuscito a fargli intendere che è possibile vivere senza violenza. Oggi Lorenzo è un ragazzo che lavora in agriturismo, collabora con un contadino si prende cura di un pony. È un ragazzo straordinariamente sereno che sorride al mondo. Lollo oggi è l’amore di tutti! Credere alla sua storia è difficile. Quando ho presentato il mio ultimo libro è venuto anche lui. Appena l’ho visto sono corsa ad abbracciarlo! È stato un momento molto commovente.
In che modo si può supportare la Fondazione Alice?
Si può sostenere la Fondazione Alice partecipando alla raccolta fondi dal titolo “Impariamo a sorridere”. Si tratta di una maratona benefica in favore della quale si sono attivate diverse associazioni del Casentino che hanno dato un loro contributo per promuovere la campagna. L’iniziativa, partita il 31 Dicembre, durante la diretta di Capodanno terminerà il 13 Febbraio con la presentazione di un libretto, dall’omonimo titolo “Impariamo a Sorridere”.
È un momento complicato per tutti ma anche un piccolo contributo può fare la differenza e sostenere questa bellissima realtà.
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