Vicini nella Distanza: un aiuto per ciechi e ipovedenti durante la pandemia
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Biella - Sono fra le persone più a rischio e stanno patendo con maggior difficoltà questo momento di pandemia: ciechi e ipovedenti si trovano a dover affrontare problemi che per la maggior parte delle persone possono risultare quasi “scontati” ma che purtroppo rappresentano un grande rischio nella gestione dell’emergenza sanitaria. Per questo motivo a Biella è partito il progetto “Vicini nella Distanza”, che intende dar voce a queste difficoltà e creare dei momenti di confronto e ascolto tra le persone con disabilità, per permettere loro di condividere la propria esperienza e avere i giusti strumenti per affrontare con più facilità le criticità imposte dalla situazione.
Parliamo con Adriano Gilberti, presidente di UICI Biella, che ci racconta che il progetto «si è rivolto in questi mesi a tutti gli ipovedenti e non vedenti della provincia e ha previsto una serie di attività che hanno avuto come obiettivo la condivisione e l’elaborazione dei vissuti emotivi e dello stress legati al lockdown. In particolare, abbiamo parlato di come sono state gestite le emozioni nel periodo dell’emergenza e del dopo-emergenza e di come possano essere rielaborate e vissute più serenamente».
In questo momento sono proprio le persone con disabilità a patire maggiormente gli effetti della pandemia. Non solo a livello psicologico, come nella manifestazione di disturbi quale depressione o insonnia, ma anche e soprattutto nella gestione della quotidianità perchè le difficoltà quotidiane in questo periodo assumono dimensioni più grandi.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, sono proprio le persone cieche o con gravi deficit visivi quelle particolarmente esposte alla trasmissione del Covid-19. Questo per differenti motivi, come nel caso delle limitazioni all’assistenza domiciliare, del mantenimento delle distanze fisiche oppure come nel caso della necessità di toccare gli oggetti per orientarsi, o ancora dell’impossibilità di utilizzare i guanti protettivi per via della difficoltà nel leggere e riconoscere gli oggetti.
«Per noi usare le mani è normale perché, non vedendo, sono proprio loro che ci aiutano e ci guidano. Pertanto, in queste condizioni, ogni qualvolta ci si trova a toccare qualcosa risulta difficile disinfettarsi le mani. Diventa poi ancora più complicato svolgere azioni quotidiane come utilizzare mezzi pubblici e capire in quale posto è possibile sedersi per mantenere le distanze di sicurezza. Ci sono poi questioni molto importanti legate al contagio, in quanto per una persona non vedente è impossibile comprendere se coloro con i quali si interloquisce indossano la mascherina. Questi sono solo alcuni esempi che testimoniano che anche l’azione più semplice, in questo momento, può diventare una difficoltà».
Il ciclo di incontri, sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, ha preso il via a metà novembre grazie alla partecipazione delle psicologhe Sabrina Raimondo e Valentina d’Acquisto, consulenti specializzate che hanno guidato e accompagnato i partecipanti nei diversi momenti di confronto.
«Rimanendo nuovamente bloccati in casa non abbiamo più avuto la possibilità di incontrarci come facevamo regolarmente e abbiamo cercato un modo per affrontare nel migliore dei modi questa epidemia. Naturalmente, le persone non vedenti e ipovedenti che vivono sul territorio si trovano a vivere l’emergenza con maggiori difficoltà e ci sembrava utile dare loro un’opportunità per potersi incontrare online e, quando consentito, dal vivo, per condividere le sensazioni del momento. C’è stata una bella adesione e questo ci ha fatto capire la necessità di una vicinanza continuativa e reciproca».
In questi mesi, sul territorio biellese, le persone in situazioni di vulnerabilità sono state supportate della Protezione Civile oltre che dai volontari del gruppo Univoc, – Unione Nazionale Italiana Volontari pro Ciechi, che si sono occupati di offrire un aiuto nelle azioni quotidiane come accompagnare i cittadini non vedenti a fare una visita in ospedale o portando la spesa presso la loro abitazione.
«Durante i nostri incontri abbiamo cercato di affrontare questa situazione “sdrammatizzando” e aiutando le persone a essere un po’ più serene e preparate. Abbiamo pensato a questi incontri non solo per imparare a riconoscere e saper accettare il problema, ma anche per aiutare i partecipanti a imparare a reagire e affrontare con più facilità e insieme le difficoltà del momento».
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