Valorizzare l’entroterra per permettere ai giovani di realizzare i propri sogni
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Genova, Imperia, La Spezia, Savona - Questo 2020, caratterizzato da incertezze e dalle lunghe settimane di confinamento del lockdown, ha permesso a molte persone di apprezzare i propri dintorni, scoprendo un turismo lento e di prossimità, fatto di luoghi sconosciuti, se pur vicino casa, e distanti dal turismo di massa. Per questo motivo, nella particolare fase storica che stiamo attraversando, ho deciso di fare due chiacchiere con Yuri Basilicò, uno dei tre ragazzi che nel 2019 hanno ripristinato il Sentiero Italia, che attraversa quasi 7000 chilometri lungo l’intero stivale. Un itinerario nato negli anni ‘80 che Yuri, Giacomo e Sara hanno voluto restituire alla collettività
Come? Innanzitutto percorrendolo, a piedi, per oltre un anno.
LA PORZIONE LIGURE DEL SENTIERO
«I nostri venti giorni di cammino in Liguria sono stati caratterizzati da diverse allerte meteo (era il mese di ottobre, ndr), ma sono stati molto ricchi dal punto di vista delle esperienze e dalla bellezza dei paesaggi. Non posso che citare, poi, il grande supporto dall’associazione Alta Via Info H24». L’associazione unisce tutte le strutture ricettive lungo l’Alta via dei Monti Liguri, l’itinerario collega le due estremità della Liguria, da Ventimiglia a Ceparana (SP).
«Claudio Simonetti, il presidente, ci ha dato tantissime dritte, contatti e ci ha anche ospitato nella sua struttura: una persona che mette a disposizione tutta la sua competenza per chi vuole percorrere l’Alta Via». Il progetto dell’associazione, oltre al servizio navetta, comprende un servizio unico nel suo genere che è il numero gratuito che supporta h24 tutti coloro che seguono le varie tappe dell’Alta Via.
«Ritrovarsi a camminare sospesi su una lingua di terra, circondata delle montagne che si affacciano sul mare, è stata un’esperienza davvero affascinante. Eppure, nonostante il paesaggio sia certamente il punto di forza di questo territorio, ci siamo resi conto che non è sufficientemente valorizzato. Anzi, al netto del problema del dissesto idrogeologico, c’è parecchio da fare». Da dove cominciare?
COMBATTERE LO SPOPOLAMENTO
La soluzione ai problemi dei piccoli Comuni dell’entroterra non può prevedere una risposta univoca, ma una strategia articolata, fatta di piccoli passi. «Per mantenere la vita nei paesi dimenticati e convincere i giovani a rimanere, in primis, è importante offrire una connessione internet capillare, anche in alta quota». Esplorando l’Italia a piedi, Yuri e gli altri hanno constatato che la vita nei piccoli borghi è difficile, sia per chi ci abita, che per chi ci lavora.
Porre rimedio all’isolamento digitale delle aree interne, partendo dal presupposto che è proprio l’isolamento geografico a costituirne il punto di forza, è il primo passo. «D’altronde ce ne siamo resi conto in questi mesi: bastano un computer e una connessione e si può lavorare davvero ovunque. Perché allora non fare sì che diventi un valore aggiunto di queste aree, che sono uno scrigno di biodiversità, della Liguria e di tutta l’Italia?
Sgravi fiscali e incentivi a sostegno di attività produttive, commerciali e turistiche sono poi gli altri tasselli di una strategia che dovrebbe promossa innanzitutto dalle istituzioni locali.
«Sono davvero tante le persone che avrebbero voglia di mettersi alla prova e intraprendere un nuovo tipo di vita: a mio parere bisogna dare loro spazio, incentivando i bandi per la gestione di rifugi, ad esempio, offrendo posti di lavoro e soprattutto detassando la benzina e i generi di prima necessità, per facilitare la quotidianità di chi ha deciso di restare».
E, in effetti, quando si riesce a creare qualcosa di nuovo, il fiume inizia a scorrere: altri si avvicinano e si aggregano e nasce così una visione sistemica. La chiacchierata con Yuri mi ha fatto ripensare a una riflessione di Paulo Coelho: “A volte siamo così attaccati al nostro modo di vivere che rifiutiamo una grande opportunità solo perché non sappiamo come sfruttarla”.
La montagna e l’entroterra hanno molto da offrire, bisogna solo far sì che in tanti trovino il modo di farle proprie.
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