Abbiamo fatto un tour virtuale nella fiera EXCO sulle ecotecnologie
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Lo ammetto: non avevo mai fatto un tour virtuale. Non ho mai usato un visore, né provato l’ebbrezza della realtà aumentata. Nonostante mi si possa considerare ancora relativamente giovane e il mio lavoro si svolga per un buon 70-80% nel mondo del digitale ho la dimestichezza di mio nonno nel campo delle nuove tecnologie (e ringraziate che non le ho chiamate “queste diavolerie moderne”, ci sono andato a tanto così).
Perciò quando Fabio Roggiolani, uno degli ideatori del Festival Ecofuturo – assieme a Michele Dotti e Jacopo Fo – mi ha telefonato per chiedermi se mi andava di fare un giro dentro EXCO, la prima fiera virtuale d’Italia dedicata a energie rinnovabili e innovazione tecnologica, l’ho trovata una buona occasione per aggiornarmi ai tempi correnti e fare un’esperienza nuova. E poi, mi sono detto, chi meglio di me potrebbe offrire una recensione da “utente medio” di questa nuova modalità di fruizione dello storico appuntamento con le ecotecnologie?
Il Tour
Il primo passo, quello della registrazione, fila liscio. Mi registro gratuitamente sul sito e nel giro di pochi minuti ricevo una mail di conferma con il Ticket da inserire per accedere alla fiera. Vado all’indirizzo segnalato nella mail e attendo che si carichi il software. Il primo caricamento è un po’ lento, ma se tornate più volte quelli successivi sono quasi istantanei. Devo scegliere il mio avatar: fra un signore distinto e calvo, apparentemente sulla cinquantina, una giovane donna in tailleur e un ragazzo in maglietta a maniche corte, per coerenza con quanto scritto inizialmente, scelgo la prima opzione.
Perciò, nei panni di un Michael Stipe versione manager vengo catapultato all’interno del mondo virtuale di EXCO. Scelgo la modalità a schermo intero (che consiglio, ben più immersiva) e inizio il mio tour. Mi trovo in un disimpegno con ampie vetrate; l’edificio ha un’ossatura simile al ventre di una balena e ricorda un’opera di Calatrava. La visione è in “Point of view” (ma la si può cambiare premendo il tasto “G”) e posso muovermi attraverso gli spazi usando il mouse e le frecce della tastiera. Capirò più avanti che la forma della struttura assomiglia a una sorta di Trinacria, con un disimpegno centrale da cui partono tre corridoi che conducono agli altrettanti padiglioni.
Mi dirigo verso il primo padiglione, affollato di gente. Mi chiedo se siano gli avatar di altri visitatori reali oppure delle semplici simulazioni vettoriali. Nel primo caso – mi dico – sarebbe bello se fossero permesse delle interazioni.
Al centro, di fronte all’ingresso della sala, c’è un infopoint con una mappa per avere un’utile panoramica degli espositori. A destra e a sinistra due file di stand. Mi dirigo subito verso destra perché scorgo un’insegna molto familiare, quella delle B-Corp. Dietro lo stand c’è una signora dai capelli rossi (la stessa signora in tailleur che avrei potuto scegliere come avatar all’inizio). Una volta che mi sono avvicinato a sufficienza, premendo la barra spaziatrice posso accedere al menù relativo a quella realtà e scegliere fra visitare il sito web, vedere un video informativo, scaricare un depliant o chattare con l’espositore.
Provo a chattare, ma resto un po’ deluso: nel caso di questo espositore la chat è disabilitata. In altre occasioni la chat sarà attiva ma quasi sempre sarà un bot a rispondere, che dopo qualche domanda mi chiederà di inviare un indirizzo e-mail o un numero di telefono per essere ricontattato. Lo strumento che invece ho trovato più utile e immediato per farsi un’idea dell’espositore è (quasi sempre) il video. Quello delle B-corp, ad esempio, è molto ben fatto, breve ed efficace, e riassume perfettamente lo spirito della rete di imprese che affiancano al profitto i principi di responsabilità ambientale e sociale.
Allontanandomi dallo stand, il menù scompare e la mia attenzione viene attirata dallo stand a fianco, su cui campeggia il nome “Hub del territorio Er”. Non conosco questa realtà e scopro così l’esistenza di questa nuova rete che opera nel territorio dell’Emilia Romagna per diffondere una cultura della sostenibilità e affiancare istituzioni, enti e imprese nell’applicazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU.
Trascorro le successive due ore a visitare i padiglioni, saltellare da uno stand all’altro, conoscere nuove imprese e associazioni e ritrovare vecchie conoscenze. Do uno sguardo al catalogo di Edizioni Ambiente, faccio un salto al banco di Change.org, scopro Kilowapp, un dispositivo per monitorare la produzione di energia elettrica dai propri impianti fotovoltaici casalinghi, e Casa sinergia, che produce case in legno antisismiche. Faccio anche cose stupide tipo allontanarmi dalla fiera lungo il prato cercando di raggiungere le tre (irraggiungibili) bandiere sullo sfondo. Ma devo dire che la vista da fuori vale la pena.
Riflessioni
Dopo aver girovagato un bel po’ per EXCO posso tirare qualche conclusione e condividere le mie impressioni. Passeggiare per la fiera virtuale è divertente e piacevole. La grafica non sarà quella dei migliori videogiochi (nel frattempo è ulteriormente migliorata rispetto alla mia visita) ma se non siete dei fanatici del gaming l’esperienza è godibile e immersiva.
Ho trovato inizialmente un po’ scomodo l’impossibilità di saltare da un padiglione all’altro senza dover passare dal disimpegno iniziale (magari c’è, ma io non l’ho trovata), ma ripensandoci, che sia una scelta o no, è una trovata azzeccata perché ti fa sentire veramente come se fossi ad una fiera fisica. Stesso discorso per i tre padiglioni, dall’architettura molto simile e difficili da distinguere, che ti obbligano a girovagare un po’ fra gli stand per ritrovare qualcosa che ti aveva colpito all’inizio.
Per quanto riguarda gli espositori c’è una grande varietà: imprese, associazioni, reti, startup. Anche la qualità, ad essere onesto, è varia. Ho incontrato esperienze davvero interessanti, tecnologie dall’alto potenziale trasformativo, così come iniziative di cui non ho ben compreso il legame con le tematiche ambientali, o altri progetti più controversi, su cui sarebbe utile aprire una discussione.
Ecco, se devo trovare una pecca a questa fiera virtuale è l’assenza di spazi di confronto, che invece hanno da sempre caratterizzato Ecofuturo. Mi sarebbe piaciuto trovare, ad esempio, un padiglione in cui poter visionare filmati di approfondimento sulle varie tecnologie, o dibattiti fra esperti, professionisti, scienziati (ma su questo aspetto ci sono degli aggiornamenti importanti che trovate a fine articolo!). Così come troverei interessante la possibilità di lasciare messaggi e commenti agli espositori, o avere una sorta di caffè virtuale dove scambiare impressioni con gli altri visitatori.
Tutti aspetti che si potrebbero – più o meno facilmente – implementare. Detto ciò, ho trovato l’idea della fiera virtuale e la sua realizzazione molto interessanti, un tocco di novità nel panorama italiano, spesso poco avvezzo a questo tipo di innovazione.
Se poi avete a casa un visore, potete fare anche cose di questo genere:
Aggiornamento importante. Poche ore prima della pubblicazione dell’articolo mi arriva un messaggio che mi segnala che ci sono delle novità in fiera. La grafica è stata migliorata e, udite udite, è stata aperta la sala webinar, dove si può assistere a filmati, documentari, dibattiti fra esperti sui temi delle energie rinnovabili, delle ecotecnologie (ma anche tanto altro, ad esempio quando accedo io c’è un documentario su Dario Fo). Era prevista fin dal principio, ma l’inaugurazione era stata rimandata per via di inconvenienti tecnici. Che dire, mai feedback fu recepito più in fretta!
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