15 Dic 2020

A Torino gli abitanti del quartiere rispondono all’emergenza con la cultura del dono

Scritto da: Lorena Di Maria

A Torino i due quartieri di Mirafiori non sono soltanto a spreco zero, ma anche solidali! Così hanno deciso di affrontare la pandemia, attraverso buone pratiche avviate dagli abitanti e dalle organizzazioni locali che si aiutano a vicenda, stimolando da un lato nuove opportunità di volontariato e mutuo aiuto nel quartiere e dall’altro offrendo un sostegno concreto alle persone più vulnerabili.

Salva nei preferiti

Torino - In risposta al periodo di emergenza da Covid-19, i quartieri di Mirafiori nord e Mirafiori sud a Torino hanno reagito con una sfida vincente: creare un sistema virtuoso che coinvolga residenti, commercianti, ambulanti, associazioni ed enti di volontariato, che insieme promuovono la cultura del dono e la solidarietà.

Insieme hanno dato vita a “Mirafiori Quartieri Solidali”, che da settembre è diventato un progetto vero e proprio: avviato dalla Fondazione Mirafiori e dalla Fondazione Cascina Roccafranca, con il sostegno della Circoscrizione 2 del Comune di Torino, è nato per dare sostegno e aiuto concreto a persone e famiglie in difficoltà economica residenti nei due quartieri. Lo fa attraverso la distribuzione di prodotti alimentari e beni di prima necessità come quelli per la prima infanzia, per l’igiene personale, per la casa o la cancelleria scolastica.

Come vi abbiamo raccontato in un precedente articolo, nei mesi passati la comunità e le organizzazioni del territorio avevano già sperimentato un primo progetto dal nome “Mirafiori Quartiere a Spreco Zero”. Con il contributo di Compagnia di San Paolo aveva messo in connessione donatori, centri di distribuzione e di raccolta locali oltre che i beneficiari per contrastare la povertà del quartiere e dare un supporto alle persone in condizioni di vulnerabilità.

«Questo progetto è stato di grande utilità durante l’emergenza sanitaria perché, nel momento in cui ci siamo trovati a fronteggiare una situazione di difficoltà imposta dal Covid-19, nel quartiere avevamo già creato una rete collaborativa, capace di condividere risorse e beni», ci ha raccontato Roberta Molinar della Fondazione Mirafiori.

In questo modo il tessuto sociale ne risulta rafforzato ed è stato più facile dare una risposta rapida ed efficace all’ emergenza, proprio perchè erano già state create le condizioni per garantire un reciproco mutuo aiuto. Così, dopo il successo della prima sperimentazione, il progetto è stato ampliato da Mirafiori sud a Mirafiori nord, per trasferire questo modello ad un altro quartiere.

Tra i progetti di solidarietà c’è la spesa sospesa: l’iniziativa prevede che gli abitanti del quartiere, facendo la spesa nei negozi di prossimità, possano lasciare un contributo minimo di qualsiasi valore, sotto forma di beni e prodotti da donare a chi ne ha bisogno.

I beni raccolti vengono così recuperati dai volontari e portati nei punti di distribuzione predisposti nel quartiere. All’iniziativa hanno aderito negozi alimentari, panetterie, farmacie, cartolerie: in questo modo si aiutano le persone in difficoltà ma si dà vita anche a una forma di sostegno verso i commercianti di prossimità. La seconda iniziativa, più tradizionale, prevede che il cittadino porti i beni da donare direttamente nei centri di distribuzione, come nel caso di cibo acquistato o oggetti usati.

Ma il quartiere mostra il suo attivismo anche attraverso altri progetti. Ad esempio, durante il primo lockdown, le due Case del Quartiere di Mirafiori, ovvero La Casa nel Parco e Cascina Roccafranca, sono state coinvolte nella rete “Torino Solidale”, un’iniziativa promossa dal Comune di Torino per creare una rete territoriale di sostegno alle persone e alle famiglie in difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria e che, in condizioni di normalità, venivano scarsamente assistite dai servizi esistenti.

«L’idea di fondo è promuovere una cultura del dono e incentivare la solidarietà tra le persone. Si tratta di un’iniziativa del quartiere per il quartiere e tutto quello che viene raccolto grazie alle donazioni in denaro o in prodotti rimane all’interno del quartiere».

Come ci racconta Roberta, il progetto riesce a stare in piedi perchè nel tempo ha dato vita a un ampio coinvolgimento dei cittadini che si sono messi a disposizione come volontari per dare il proprio contributo nel quartiere. E questa vuole essere un’opportunità per mantenere il solido capitale sociale che si è creato nel tempo.

In particolare, il progetto Mirafiori Quartieri Solidali prevede che coloro che ricevono aiuto si impegnino a ricambiare sotto forma di azioni di volontariato verso altre persone della comunità. E questo rappresenta un modo per mettere realmente in circolo le capacità e le competenze di tutti, superando le logiche dell’assistenzialismo.

«Ad oggi il progetto offre un aiuto a più di 800 beneficiari, intesi come famiglie e singoli ed è importante che ci sia un impegno dei cittadini e che tutti facciano la loro parte per poter fronteggiare insieme una situazione difficile».

Giovedì 17 dicembre alle ore 17.30 il progetto Mirafiori Quartieri Solidali verrà presentato all’interno di Terra Madre Salone del Gusto ,attraverso un incontro online sulla piattaforma Zoom. Si parlerà dell’iniziativa della spesa solidale, delle modalità di raccolta e distribuzione dei beni, ma soprattutto del successo dell’iniziativa che partita da un quartiere si è allargato a due, ragionando insieme sulle prospettive future. Durante l’incontro online si avvierà un confronto sulla volontà di dare vita a un patto di collaborazione che coinvolga soggetti di diversa estrazione come enti del terzo settore, religiosi e istituzioni, per favorire azioni rivolte a persone e famiglia in difficoltà economica.

L’accesso alla conferenza di giovedì 17 è libero con prenotazione a eventi@cascinaroccafranca.it

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Scuola di Pace ODV Napoli: l’inclusione che parte dall’istruzione
Scuola di Pace ODV Napoli: l’inclusione che parte dall’istruzione

Il Centro Emmaus e la sua storia di inclusione, solidarietà ed emigrazione “al contrario”
Il Centro Emmaus e la sua storia di inclusione, solidarietà ed emigrazione “al contrario”

A Santa Venerina con il legno dei barconi si fa accoglienza e si costruiscono strumenti musicali
A Santa Venerina con il legno dei barconi si fa accoglienza e si costruiscono strumenti musicali

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Com’è andata la COP16 biodiveristà di Cali fra flop, successi e disinteresse – #1013

|

La lettera del movimento per la Pratobello ’24: “Della legge di iniziativa popolare adesso parliamo noi”

|

La biodiversità arriva a scuola con il progetto “Azioni e voci per il clima”

|

Olio del Casale, l’azienda agricola che punta sul lavoro in rete

|

Abitare collaborativo: cosa significa e perché è importante

|

Arghillà rinasce: la rigenerazione urbana dal basso di “uno dei luoghi più problematici d’Italia”

|

Oltre alle barriere, Capri diventa inclusiva e accessibile

|

Fabio Gerosa: “Con Fratello Sole aiutiamo il sociale a costruire un percorso di transizione ecologica”

string(8) "piemonte"