In un terreno abbandonato nascono orti in affitto per l’autoproduzione
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Caserta, Campania - Non lontano dal centro di Caserta, a Mezzano, c’è un terreno di due ettari che grazie all’inventiva di due architetti e fratelli, Eduardo e Alfonso Oliva, dall’essere inutilizzato ed incolto ha ripreso vita nel giro di pochi anni, costellandosi via via di orti e diventando un luogo nel quale è possibile riscoprire il valore della terra, il piacere di coltivarla e la soddisfazione di coglierne i frutti. Stiamo parlando di Hortum Meum, dove chiunque abbia voglia di coltivare per sé e per la propria famiglia può farlo prendendo in affitto un piccolo pezzo di terra e portandosi gli attrezzi da casa.
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L’idea, tanto semplice quanto efficace, è nata osservando il padre, anch’egli architetto, mentre si dedicava con impegno alla cura dell’orto. «Mi sono detto: se mio padre che è un professionista ha una tale passione nel produrre il proprio cibo ci saranno sicuramente altre persone interessate a farlo», ha raccontato Eduardo. «E dato che a Caserta difficilmente si riesce a trovare un terreno piccolo, per uso familiare, comodo da coltivare e con un attacco d’acqua, ho pensato che fosse una buona cosa preparare dei piccoli orti che le persone potessero prendere in affitto».
Così l’iniziativa, nella primavera del 2017, ha preso il via. «Abbiamo fatto una pubblicità su Facebook e nel giro di poco tempo siamo riusciti ad affittare tutti e 15 gli orti che avevamo diviso e preparato», ci ha detto Eduardo. Mano a mano le richieste di nuovi orti sono aumentate ed i due giovani hanno prontamente risposto cimentandosi nella realizzazione di terrazzamenti e impostando nuovi orti da affittare, fino ad arrivare all’attuale settantina di lotti di circa 70 metri quadri – dei quali oltre sessanta sono affittati – e ad alcuni orti un po’ più piccoli.
Per rendere agevole la coltivazione è stato realizzato un impianto idrico che corre lungo il terreno alimentando ogni orto e sono stati messi a disposizione tutta una serie di servizi aggiuntivi a pagamento – la pulizia con il decespugliatore, l’aratura, la fresatura con il motocoltivatore.
Non mancano inoltre degli spazi comuni – le pratiche compostiere, i vialetti ed i punti adibiti perché gli affittuari possano rilassarsi e socializzare, scambiare consigli e verdure. Anche gli alberi da frutto presenti ad Hortum Meum – noci, fichi, ciliegi, meli, peri, aranci e altri ancora – sono stati messi a disposizione come beni comuni e lasciati alla libera disposizione degli affittuari, purché ne colgano i frutti in maniera ponderata e senza esagerare.
L’arrivo della pandemia, all’inizio di quest’anno, non ha scosso troppo la vita di questo luogo. Gli affittuari, infatti, hanno continuato ad andare sugli orti a coltivare e a portare a casa le proprie verdure, soprattutto dopo essere stati rassicurati dall’uscita del dpcm che ha riconosciuto nella cura degli orti e del verde un’attività lecita e consentita, e la vendita delle uova, del miele e dell’olio prodotti negli spazi non affittati a “Hortum Meum” ha registrato un aumento.
Guardando al futuro, i fratelli Oliva si aspettano di continuare a crescere sia allestendo e affittando sempre più lotti – per il 2021 l’idea è quella di arrivare ad un’ottantina di persone e famiglie – sia avviando un Km0 di verdura per chi non ha tempo di curare un proprio orto. «Una delle idee è quella di dare l’opportunità a chi coltiva da noi di rivenderci i prodotti in eccesso. Prodotti che noi rimetteremmo poi in vendita a coloro che hanno una scarsa produzione o agli esterni in cerca di verdure genuine».
La soddisfazione per quanto fatto fino ad oggi è grande. «La percentuale di abbandono degli orti è bassa e ci sono delle famiglie che dal 2017 ad oggi hanno continuato ad affittare con regolarità i terreni che abbiamo messo a disposizione o che si sono trovate talmente bene da prendere in affitto anche un secondo orto». Un segno, questo, che anche in città la voglia di coltivare è grande, e per compiere un passo verso l’auto-produzione basta creare le giuste condizioni.
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