16 Novembre 2020 | Tempo lettura: 4 minuti

In un terreno abbandonato nascono orti in affitto per l’autoproduzione

Piccoli orti in affitto per chi vuole autoprodurre il cibo per sé e la famiglia in un terreno in passato abbandonato. È il progetto Horto Meum, lanciato da due architetti e fratelli che hanno riportato in vita un terreno abbandonato non lontano dal centro di Caserta. Con l’arrivo della pandemia le persone hanno continuato a coltivare e portare a casa le proprie verdure, consapevoli dell’importanza di questa attività per il proprio benessere.

Autore: Cristina Diana Bargu
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Non lontano dal centro di Caserta, a Mezzano, c’è un terreno di due ettari che grazie all’inventiva di due architetti e fratelli, Eduardo e Alfonso Oliva, dall’essere inutilizzato ed incolto ha ripreso vita nel giro di pochi anni, costellandosi via via di orti e diventando un luogo nel quale è possibile riscoprire il valore della terra, il piacere di coltivarla e la soddisfazione di coglierne i frutti. Stiamo parlando di Hortum Meum, dove chiunque abbia voglia di coltivare per sé e per la propria famiglia può farlo prendendo in affitto un piccolo pezzo di terra e portandosi gli attrezzi da casa.

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L’idea, tanto semplice quanto efficace, è nata osservando il padre, anch’egli architetto, mentre si dedicava con impegno alla cura dell’orto. «Mi sono detto: se mio padre che è un professionista ha una tale passione nel produrre il proprio cibo ci saranno sicuramente altre persone interessate a farlo», ha raccontato Eduardo. «E dato che a Caserta difficilmente si riesce a trovare un terreno piccolo, per uso familiare, comodo da coltivare e con un attacco d’acqua, ho pensato che fosse una buona cosa preparare dei piccoli orti che le persone potessero prendere in affitto».

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Due giovani che hanno preso in affitto uno degli orti di Horto Meum

Così l’iniziativa, nella primavera del 2017, ha preso il via. «Abbiamo fatto una pubblicità su Facebook e nel giro di poco tempo siamo riusciti ad affittare tutti e 15 gli orti che avevamo diviso e preparato», ci ha detto Eduardo. Mano a mano le richieste di nuovi orti sono aumentate ed i due giovani hanno prontamente risposto cimentandosi nella realizzazione di terrazzamenti e impostando nuovi orti da affittare, fino ad arrivare all’attuale settantina di lotti di circa 70 metri quadri – dei quali oltre sessanta sono affittati – e ad alcuni orti un po’ più piccoli.

Per rendere agevole la coltivazione è stato realizzato un impianto idrico che corre lungo il terreno alimentando ogni orto e sono stati messi a disposizione tutta una serie di servizi aggiuntivi a pagamento – la pulizia con il decespugliatore, l’aratura, la fresatura con il motocoltivatore.
Non mancano inoltre degli spazi comuni – le pratiche compostiere, i vialetti ed i punti adibiti perché gli affittuari possano rilassarsi e socializzare, scambiare consigli e verdure. Anche gli alberi da frutto presenti ad Hortum Meum – noci, fichi, ciliegi, meli, peri, aranci e altri ancora – sono stati messi a disposizione come beni comuni e lasciati alla libera disposizione degli affittuari, purché ne colgano i frutti in maniera ponderata e senza esagerare.

horto meum

L’arrivo della pandemia, all’inizio di quest’anno, non ha scosso troppo la vita di questo luogo. Gli affittuari, infatti, hanno continuato ad andare sugli orti a coltivare e a portare a casa le proprie verdure, soprattutto dopo essere stati rassicurati dall’uscita del dpcm che ha riconosciuto nella cura degli orti e del verde un’attività lecita e consentita, e la vendita delle uova, del miele e dell’olio prodotti negli spazi non affittati a “Hortum Meum” ha registrato un aumento.

Guardando al futuro, i fratelli Oliva si aspettano di continuare a crescere sia allestendo e affittando sempre più lotti – per il 2021 l’idea è quella di arrivare ad un’ottantina di persone e famiglie – sia avviando un Km0 di verdura per chi non ha tempo di curare un proprio orto. «Una delle idee è quella di dare l’opportunità a chi coltiva da noi di rivenderci i prodotti in eccesso. Prodotti che noi rimetteremmo poi in vendita a coloro che hanno una scarsa produzione o agli esterni in cerca di verdure genuine».

La soddisfazione per quanto fatto fino ad oggi è grande. «La percentuale di abbandono degli orti è bassa e ci sono delle famiglie che dal 2017 ad oggi hanno continuato ad affittare con regolarità i terreni che abbiamo messo a disposizione o che si sono trovate talmente bene da prendere in affitto anche un secondo orto». Un segno, questo, che anche in città la voglia di coltivare è grande, e per compiere un passo verso l’auto-produzione basta creare le giuste condizioni.

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