Il salto di Imperia nella classifica della città green di Legambiente
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Imperia - Dal 90° (nel 2019) al 49° posto (nel 2020): un salto a piè pari che ha fatto guadagnare parecchie posizioni alla città di Imperia nel report annuale sulle performance ambientali dei capoluoghi italiani stilato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ore, dal titolo “Ecosistema Urbano 2020”.
Il report esamina oltre 30mila dati raccolti attraverso questionari inviati da Legambiente ai 104 Comuni capoluogo e alle informazioni di altre fonti statistiche accreditate. Il punteggio, in centesimi, viene assegnato sulla base dei risultati ottenuti nei 18 indicatori considerati da Ecosistema Urbano che coprono sei principali aree tematiche: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia.
Dalla fotografia che emerge appare il ritratto di un’Italia a due velocità: la prima più dinamica e attenta alle nuove scelte urbanistiche, ai servizi di mobilità, alle fonti rinnovabili, alla progressiva restituzione di vie e piazze ai cittadini, alla crescita degli spazi naturali. La seconda, più statica con un andamento troppo “lento” nelle performance ambientali delle metropoli soprattutto sul fronte smog, trasporti, raccolta differenziata e gestione idrica.
A testimoniarlo in primis le città di Trento, Mantova, Pordenone, Bolzano e Reggio Emilia in vetta alla classifica generale di Ecosistema Urbano 2020 che si basa sui dati comunali relativi al 2019, quindi ad un contesto pre-pandemia.
Per quanto riguarda la Liguria la performance migliore è della città della Spezia che risulta 17° (era 21° nel 2019) nella classifica nazionale ed è seguita da Genova 43° (73° nel 2019), Savona 46° (39° nel 2019) e Imperia 49° (nel 2019 era 90°) su un totale di 104 città.
“Il buon risultato riscontrato nel nuovo posizionamento in classifica della Spezia e di Imperia è dovuto innanzitutto alla gestione dei rifiuti e dall’indicatore della raccolta differenziata avvenuto nel 2019 – dichiara Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria. A Genova migliora, seppur timidamente, la qualità dell’aria e cresce il numero di passeggeri che utilizzano il trasporto pubblico locale, Savona è penalizzata dall’aumento dei rifiuti pro capite prodotti e dal non aver raggiunto la soglia del 65% di raccolta differenziata. Tutti e quattro i nostri capoluoghi devono ancora migliorare le performance ambientali, fermando il consumo di suolo, garantendo traporto pubblico di qualità e maggior spazio alle isole pedonali, puntando sull’aumento della qualità della raccolta differenziata e dell’aria. Lo sviluppo in chiave green dei nostri principali centri urbani potrà migliorare la qualità della vita dei cittadini e, superata questa seconda fase di gestione del Covid-19, rendere più attraenti le nostre città”.
Per quanto riguarda i rifiuti, l’indicatore che segna la quantità prodotta annualmente da ogni abitante, fotografa una regione in lento miglioramento con l’eccezione di Savona.
Genova passa da 486,5 Kg prodotti nel 2018 a 469 nel 2019, segnando così l’unico miglioramento nell’ambito dei rifiuti urbani della città capoluogo. La Spezia da 488,2 del 2018 passa a 484 nel 2019; anche Imperia registra un miglioramento con 450 kg ab/anno nell’anno corrente mentre nel 2018 erano 483,2 Kg; Savona da 544,1 del 2018 passa invece a 552. Per quanto riguarda la raccolta differenziata a La Spezia continua a crescere e da 67,4 nel 2018 arriva a 74,8%; mentre Genova, anche se di poco, riesce a peggiorare passando dal 33,3% del 2018 al 32,2% nel 2019; Savona dopo la buona performance del 2018 che era balzata dal 23% al 42,4% cresce lievemente e arriva al 43,8%, deciso il miglioramento di Imperia che passa dal 35,2% del 2018 al 66,9% del 2019.
Sul trasporto pubblico locale Savona mantiene costante il numero di passeggeri pari a 70 viaggi/abitante/anno e i 36 km-vettura/abitante. La Spezia ha aumentato i passeggeri da 142 a 147 viaggi/abitante/anno, mantenendo lo stesso servizio sui km-vetture abitante, pari a 42. Il dato di Imperia rimane costante per i passeggeri trasportati (15 viaggi/ab/anno) ma diminuisce l’offerta di trasporto pubblico da 21 a 16 Km-vettura/abitante, mentre Genova aumenta i passeggeri traspostati da 406 a 413 viaggi/ab/anno diminuendo l’offerta di trasporto pubblico ai cittadini che scende da 47 km/ab/anno a 46.
Se gli incidenti stradali sono in leggero calo in Liguria, Genova è tra le città che registra più vittime della strada: nel 2019 il numero di morti per 100mila abitanti sono 8,3 peggio solo Bergamo con 10,1. Mentre le altre province della Liguria registrano Imperia 6,1; La Spezia 6,2 e Savona 7,3.
La qualità dell’aria vede un timido miglioramento per tutti e tre i parametri analizzati (ossidi di azoto, ozono e polveri sottili) solo per Genova che registra il passaggio da 36,33 a 32,83 microgrammi/metrocubo della concentrazione media annuale di NO2, da 56 a 28,33 il numero dei giorni di superamento per l’ozono della media mobile sulle 8 ore di 120 ug/mc e le PM 10 riducono la loro concentrazione media in microgr/mc da 20,76 a 18,68.
La Spezia peggiora il parametro relativo all’Ozono passando da 6 a 13,50 i giorni di superamento della media mobile sulle 8 ore di 120 ug/mc, Imperia non aveva fornito i dati per ossidi di azoto e ozono e per le polveri sottili passa da 19 a 20,50 per concentrazione media in microgr/mc. Savona è il peggior capoluogo ligure per numero dei giorni (31) di superamento per l’ozono della media mobile sulle 8 ore di 120 ug/mc.
Le nostre città sono avare di isole pedonali e lo spazio pro-capite a disposizione dei cittadini è davvero poco. Genova mette a disposizione 0,18 metri quadri per abitante; Imperia 0,06; La Spezia 0,32; Savona 0,15.
Per quanto riguarda il consumo di suolo la Liguria si conferma come una tra le regioni a più alto tasso di cemento. Secondo l’indice sintetico (scala 0-10) che segnala il trend consumo suolo/residenti e del livello di urbanizzazione, nella nostra regione spicca Imperia con 8,20 seguono Genova e La Spezia entrambe a 7,20 e Savona a 6,60.
Purtroppo c’è chi sta peggio: Milano è al 10,0, Bolzano 9,4 ma anche chi sta meglio: Enna 0,6.
“L’Europa – dichiara Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente – ha destinato al nostro Paese 209 miliardi di euro, una cifra molto importante che non potrà non riguardare le aree urbane, utili anche per il raggiungimento degli obiettivi Onu sullo sviluppo sostenibile al 2030. È qui infatti che si gioca una partita fondamentale per fronteggiare le tre crisi attuali – l’emergenza sanitaria, economica e climatica – e per vincere la sfida della modernizzazione del Paese. I dati contenuti in questa edizione di Ecosistema Urbano, relativi al 2019 e quindi ad una situazione pre-pandemia, ne sono la testimonianza più evidente. L’Italia non può mancare questa occasione irripetibile per rendere le nostre città più moderne, sostenibili e sicure. Dopo decenni di discussioni, analisi dei problemi e definizione della loro soluzione (come abbiamo fatto con questo rapporto annuale), ora abbiamo la possibilità di risolverne una gran parte grazie alle risorse europee”.
CS Legambiente. Per accedere al report clicca qui.
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