Il Piemonte propone una tassa ai colossi del web per aiutare le piccole attività
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La Regione Piemonte propone di tassare i colossi del commercio online elevando le aliquote della web tax, proprio come nel caso di Amazon e di tutte le grandi aziende che hanno ricavi da 750 milioni di euro, di cui 5,5 milioni sul territorio italiano. L’obiettivo? Aumentare la tassazione dall’attuale 3% al 15% mentre, per via dell’emergenza Covid-19, per tutte le transazioni effettuate durante i periodi di lockdown, l’aliquota verrebbe portata al 30%. In questo modo si otterrebbero introiti maggiori per sostenere le attività commerciali che dall’inizio della pandemia sono stati obbligati a rimanere chiusi e che fanno fatica a sopravvivere.
In questo modo la regione vorrebbe arrivare a inviarla in Parlamento come modifica alla tassazione al 3% prevista dalla legge di bilancio del 2019, rafforzando la richiesta con il parere favorevole di altri Consigli regionali. La proposta di legge dovrebbe infatti essere sottoscritta da almeno cinque regioni.
Come ha affermato Cirio, «sono un liberale, ma esserlo vuole dire garantire a tutti di partire dallo stesso punto. Perché l’e-commerce ha aumentato del 31% le vendite dall’inizio dell’anno? Non perché è più bravo, ma perché i competitori erano chiusi a causa del Covid. Se guadagni di più noi ti facciamo i complimenti, ma se lo fai perché agli altri è impedito di lavorare per una decisione dello Stato necessaria per tutelare salute pubblica, allora c’è una distorsione della concorrenza. Ed è proprio questa distorsione che la nostra proposta di modifica della web tax intende correggere».
La proposta prevede che il ricavato sia destinato come risarcimento dell’80% del fatturato del 2019 per i negozi sottoposti alle limitazioni dell’attività a causa dell’emergenza sanitaria. «I soldi – ha chiarito Cirio – li daremo tutti ai piccoli commercianti: bar, negozi, qualsiasi esercizio con sede fissa e vendita diretta, elemento fondamentale anche per la vitalità delle nostre città. Non solo a chi è stato chiuso, ma anche a chi è rimasto aperto ma comunque danneggiato.
Molti sostengono però che la proposta della Regione Piemonte sia fuori tempo poichè è difficilmente applicabile retroattivamente a questo lockdown e che potrebbe finire per generare solo aspettative. Sarà solo con un’analisi più dettagliata che si potrà comprendere e valutare la validità della proposta.
Per sostenere il commercio di vicinato, che è stato fortemente compromesso, verrà dato il via a una campagna di sensibilizzazione che ha lo scopo di esortare i cittadini a fare gli acquisti nei propri quartieri, laddove c’è una presenza significativa per la comunità di commercio, artigianato e servizi. «Ci sono attività che rischiano di scomparire per sempre: la comunità deve rendersi responsabile facendo gli acquisti nei negozi di vicinato, dando così continuità al tessuto produttivo delle città e dei paesi».
Come ha affermato Vittoria Poggio, assessore al Commercio, «vogliamo tenere le luci accese nelle città e tenere vivo il nostro tessuto produttivo, che ha un valore attrattivo anche per il turismo. Una luce accesa è anche sinonimo di sicurezza. Utilizzeremo anche dei testimonial per sensibilizzare i consumatori a fare acquisiti nei negozi tradizionali, dove troviamo rapporti umani e di relazione che fanno bene alle persone».
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