Paura e ansia al tempo del Covid: come evitare di esserne paralizzati?
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Imperia - Ansia da contagio, paura della malattia, senso di sospensione, incertezza del futuro, alcune volte anche panico. Sono tantissime le sfumature di sensazioni, emozioni e stati emotivi che in questo periodo storico ci troviamo ad affrontare.
Ognuno a suo modo, ognuno con la propria intensità. Le modalità di comprensione di ciò che sentiamo, l’accettazione e la capacità di gestione sono differenti per ognuno di noi: c’è chi giura di non provare neanche una lontana sensazione di timore, chi riconosce il proprio disagio emotivo e non fa altro che ricordarlo a chiunque incontri, chi invece si trova ad affrontare timori che tolgono il fiato, ma con cui ancora non vi è stata un’adeguata conoscenza, tale da potersi presentare e definirsi con un nome preciso.
Ognuno di noi ha il proprio vissuto, il proprio percorso, ma una cosa sembra essere stata appurata: il benessere della persona, non è solo quello fisico. Per poter stare bene e parlare di salute il solo aspetto corporeo non basta, bensì dobbiamo tener conto anche della nostra salute emotiva e psicologica.
In questi giorni mi sono confrontata con Pamela Pirisi (che vi avevamo già presentato in un precedente articolo) e le ho rivolto alcune domande per comprendere meglio il suo punto di vista a tal proposito, sperando potesse essere utile ad altre persone.
Sempre più persone vivono nell’ansia e nella paura in questo momento: paura del futuro, di ammalarsi, di morire. Che ruolo ha la paura secondo te nella nostra vita?
«La paura in questo preciso momento storico è una delle emozioni che più attraversa le vite delle persone ed è comprensibile . È talmente forte che richiede accoglienza e rispetto. Dopo un primo sguardo, però, possiamo guardare questa emozione sotto un nuovo punto di vista: la sua utilità, perché ci permette ad esempio di reagire ai pericoli.
Immaginiamo di trovarci di fronte ad una leonessa affamata, la paura ci permetterebbe di correre lontano il più velocemente possibile, oppure ci paralizzerebbe. E proprio in questa seconda possibile reazione, capiamo chiaramente come la paura possa essere costruttiva, ma anche un limite all’unica possibilità di salvezza. È proprio così che, grazie alla paura, possiamo comprendere ciò che non vogliamo dalla nostra vita. Grazie alla spinta che genera ci offre la possibilità di trovare la chiave di svolta alla situazione in cui ci troviamo.
La paura e l’ansia vibrano di una loro energia ed è un tipo di energia realmente bassa e lo testimoniano numerosi studi, secondo i quali la paura, ad esempio, oscilla tra 0,2 a 2,2 hz, la rabbia 1,4 hz, persino il Covid-19 ha una sua vibrazione, che è di 5.5 hz. Appare più chiaro, dunque, quanto sia utile prenderci cura delle nostre emozioni e pensieri, oltre che del nostro corpo e stile di vita».
Ok, ma in questo momento storico? Che ruolo può avere la paura nella nostra vita?
«La paura può essere una grande alleata a patto di riuscire a vederla, sentirla e poi… trasformarla, renderla produttiva e costruttiva. In questo momento, ad esempio, la paura di ammalarmi può darmi la forza di prendermi davvero cura di me, del mio corpo, dello spazio in cui vivo, dei pensieri e sentimenti che coltivo, e delle informazioni con cui nutro le mie giornate.
La paura di perdere il lavoro, o di una situazione economica precaria, mi permetterà di trovare la forza di fare quel salto nel buio verso il lavoro per il quale sento da tempo di essere portata, ma che non mi sono mai concessa di valutare davvero sino in fondo.
Se ci paralizziamo, invece, la paura ci mangerà, come la leonessa affamata in mezzo alla savana. Accettiamo lo sconforto, il nervoso, le preoccupazioni e permettiamo alla mia paura di scuoterci: è proprio allora che finalmente potremo mettere in movimento la nostra Essenza e sviluppare (o spolverare) le nostre risorse».
Come possiamo essere più consapevoli delle emozioni che proviamo? E una volta viste come riuscire a integrarle in noi?
«Abbiamo a disposizione un “arcobaleno di emozioni”, di cui alcune emozioni primarie e altre secondarie, e sono convinta che il fossilizzarsi sempre sulle stesse sia controproducente soprattutto per noi stessi.
Le emozioni ci permettono di cogliere le diverse sfumature della vita e della nostra personalità, ci permettono di scoprire il mondo con diversi occhi e affrontare le sfide in maniera più arricchente. Essere consapevoli delle emozioni che proviamo, per me, vuol dire darsi il permesso di ascoltarsi con sincerità, percepire il nostro respiro, e ciò che il corpo e il cuore stanno comunicando. Osservarsi con rispetto, cura e amore. Accogliere così ogni emozione, ogni colore, per poi permettersi di lasciarla andare e vivere nuove emozioni e nuove possibilità che si aprono».
Lavori molto sul femminile. Che ruolo ha, secondo te, l’energia del femminile in questo momento?
«L’energia femminile (presente in donne e uomini) accoglie, integra, coopera, rispetta. Ci mette in connessione con la terra e con il cielo, con il concreto e l’astratto, con la vita e la morte. Questa energia credo stia vivendo un momento davvero molto particolare: molte donne e uomini sono finalmente alla ricerca della loro libera manifestazione, senza più dover sottostare a tabù o pregiudizi, ma accogliendo al contrario la meraviglia e l’ascolto della propria Essenza, delle proprie emozioni.
Uomini che si sentono liberi di piangere, Donne che si sentono libere di parlare delle proprie mestruazioni, donne e uomini che si sentono liberi di entrare in connessione tra di loro senza supremazie e confronti, in accoglienza della diversità. Il femminile sacro, tanto quanto il maschile sacro, merita rispetto e attenzione. Riconoscerci come esseri governati da entrambe le energie ci permette di metterci in una condizione di sacralità, di riconoscere nell’altro un essere per l’appunto sacro e divino».
Mi hai parlato in passato della ricerca del piacere in piccoli gesti quotidiani che ci fanno stare bene. Si può cercare anche in questo momento il piacere? Perché è importante continuare a mantenere l’attenzione alta?
«Cercare in questo momento di prestare attenzione ai nostri bisogni e a cosa ci fa star bene, anche e soprattutto nelle “piccole” cose e nei gesti quotidiani, è fondamentale! Come abbiamo visto prima, prenderci cura di noi a 360 gradi quindi il corpo, l’alimentazione, i pensieri, le emozioni ci permette di nutrire le nostre cellule con una buona dose di energia e vibrazioni alte, molto utili al nostro sistema immunitario».
Lavori da tempo a sostegno delle persone, per supportarle in percorsi individuali o di gruppo. Ce ne puoi parlare?
«Certo. Propongo percorsi di crescita personale al femminile, sessioni individuali di Breathcoaching e Rebirthing, percorsi per le donne in dolce attesa per accompagnarle verso una gravidanza consapevole ed un parto rispettato, ma anche percorsi sul femminile sacro, la ciclicità, il menarca, la menopausa e coaching al femminile di gruppo una volta al mese in concomitanza all’energia lunare, e altri percorsi e attività legati sempre al femminile. Ognuno di questi percorsi è fruibile anche online e solitamente cerco di creare un percorso su misura, ascoltando i bisogni di chi si rivolge a me in quel momento».
Perché lavorare su di sé, in un momento in cui ci sarebbe da fare molto al nostro esterno?
«Credo che sia un po’ come quando sull’aereo, in caso di emergenza, ci invitano ad indossare la mascherina prima noi, e poi aiutare chi abbiamo al nostro fianco. La vita è proprio così: prima prendo consapevolezza di me stessa, del mio benessere fisico, mentale ed emotivo e solo in un secondo momento posso permettermi di rivolgere la mia attenzione verso l’esterno, senza perdere il mio centro.
I percorsi che propongo sono un accompagnamento alla ri-scoperta dei propri talenti, al raggiungimento di obiettivi, ascolto dei bisogni, e al vivere la vita che desideriamo davvero. Credo nell’opportunità di essere ogni giorno la versione migliore di noi stessi e ciò che cerco di fare è fornire strumenti per affrontare le diverse situazioni della vita che si possono presentare, rimettendoci al centro della nostra vita, nonostante la situazione attuale, la famiglia, i limiti e le paure.
Questo è ciò di cui sento esserci un forte e reale bisogno».
Hai esercizi quotidiani che vorresti condividere, che potrebbero esserci utili in questo momento?
«Possiamo iniziare con il prenderci attimi durante la giornata per respirare e ascoltare il nostro respiro, così com’è, senza giudizio. Potrebbe sembrerà scontato, ma racchiude in sé un grandissimo potenziale: ascoltare il respiro ci riporta all’attimo presente, l’unico attimo nel quale possiamo cambiare le cose e vivere la nostra vita. Nell’ascolto del respiro non c’è spazio per il passato o per il futuro, c’è solo spazio per il qui e ora.
Proprio ora che siamo invitati ad usare le mascherine, molti di noi hanno iniziato a portare maggiore attenzione all’ascolto del nostro respiro: finalmente ci accorgiamo di come respiriamo, di quanto calore produciamo, dell’aria che passa (o fatica a passare) dal naso o dalla bocca. Era il momento che il respiro tornasse ad avere il ruolo centrale che merita nelle vite di ciascuno di noi!
Il respiro ci parla, parla di noi, del nostro mondo interiore. Ci riporta ad una continua consapevolezza del cambiamento, della ciclicità, del tenere e del lasciare andare. Il respiro è vita. Spetta a noi scegliere se viverla con consapevolezza e presenza oppure no».
Respiriamo dunque! Ascoltiamo le nostre paure, senza farci immobilizzare da esse. Sono valide consigliere, ma pessime capitane. Riprendiamo il comando, solo così potremo imparare ciò che hanno da dirci. Parola di una paurosa!
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