Libelle: l’asilo nell’uliveto che unisce permacultura e sociocrazia
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Savona - Sulle colline di Pietra Ligure, in provincia di Savona, da tre anni ha aperto le proprie porte una scuola materna in mezzo ad un grande uliveto. Si tratta del progetto Spazionatura 3-6, gestito dall’associazione Libelle.
Me ne avevano parlato di diverse famiglie della zona, ma mi appariva talmente futuristico come progetto che inizialmente non l’avevo considerato per incredulità.
Quali sono questi aspetti che rendono questo progetto così all’avanguardia? Essere una scuola all’aperto, incentrata sul rapporto con la natura poteva essere già sufficiente, ma i fondatori Luisa e Georgios hanno pensato e progettato in grande.
Il luogo che ospita la scuola è un uliveto di un ettaro di estensione e il campo base della scuola è una yurta (tenda mongola) di 28 mq costruita con materiali naturali. Il tutto è stato progettato secondo le regole permaculturali, tenendo conto delle esigenze di umani, natura e animali che vivono quel luogo.
Vi sono anche altre strutture in legno: una compost toilet ed una terrazza di legno semicoperta per laboratori e attività varie. Hanno creato inoltre un’alfa-bosco, dove apprendere attraverso elementi naturali, laboratorio permanente di musica sempre all’aperto ed una cucina di fango dove i bambini travasano e trasformano le materie naturali. Ogni due mesi vengono organizzate assemblee con educatori e soci e il metodo decisionale utilizzato è quello sociocratico.
Il team
Il progetto nasce dal sogno di Luisa Dipierro, mediatrice culturale salentina e segretaria dell’associazione, e Georgios Avgerinos, antropologo ed etnologo di origine greca, oggi è presidente di Libelle e tra le altre cose si occupa di progettazione di spazi verdi. «È da sette anni che ci formiamo – mi racconta Luisa – e solo tre anni fa abbiamo aperto le porte ai primi bimbi. Inizialmente erano tre i bambini, ma sono aumentati abbastanza rapidamente e oggi sono quindici. Abbiamo deciso di organizzarci con una relazione a cinque, ovvero un educatore ogni cinque bambini e in questo modo riusciamo davvero a mettere al centro le esigenze del singolo. Siamo convinti che ognuno di loro è un mondo a sé e ha la necessità e il diritto di poter essere seguito e supportato da noi al meglio».
I maestri di questo splendido progetto educativo, oltre a Luisa e Georgios, sono Marta Gazzano, educatrice, Maria Ghiglino, vicepresidente e psicologa del gruppo famiglie, Alice Testa, anch’essa psicologa e Francesca Vallarino, di formazione architetto.
Il progetto più ampio
Il progetto educativo SpazioNatura è rivolto alla fascia d’età 3-6 anni e con esso Libelle propone un’educazione sulla base di esperienze che il bambino, adeguatamente accompagnato, può fare in natura. Ciò ha effetti positivi sullo sviluppo psico-fisico, emozionale e cognitivo del bambino: di questo i maestri della scuola di Pietra Ligure sono sicuri, tanto che stanno creando una documentazione, raccogliendo dati e informazioni, per supportare con dati oggettivi i benefici che questo genere di educazione ha in bambini in fase di sviluppo.
Il progetto inoltre si occupa anche di sostenibilità ed educazione ambientale, e per questo motivo molte attività hanno al centro la consapevolezza del bambino nei confronti del luogo che quotidianamente lo ospita.
La pedagogia
La pedagogia di riferimento scelta è la “scuola dell’infanzia nel bosco”, nata in nord Europa e sempre più diffusa in Italia, che prevede che parte delle giornata venga trascorsa all’aperto, indipendentemente dalle condizioni climatiche.
La proposta dell’associazione Libelle è un mix di gioco libero, il quale ha una componente importante, e proposte di attività differenti per permettere al singolo bambino di poter scegliere di quale, in quel momento e giorno preciso, ha più necessità per la sua crescita.
Il comitato
L’associazione Libelle fa parte, dal 2018, del Comitato educazione in natura, nato nel 2015 dal bisogno di dar voce a quei progetti educativi sia di età prescolare che scolare, che si stanno diffondendo in Italia, siano essi in boschi, prati o parchi cittadini. Da questo comitato sono nati in questi anni amicizie e collaborazioni, ma anche scambi di saperi ed esperienza tra le diverse realtà che vi fanno parte.
Il cambiamento
Non è stato facile affrontare il periodo dello scorso lockdown per Libelle, ma sono riusciti a trasformare un momento di incertezza e paura in una proposta per migliorare i mesi a seguire: «Durante il lockdown è stato difficile – mi confida Luisa –. Abbiamo tenuto aperte le attività attraverso i genitori. Avevamo deciso però, visto il momento, di mandare pochi ma ben pensati input ai bambini, cercando di lavorare in parallelo con i genitori. In quel periodo abbiamo lanciato una serie di eventi online che potessero essere di sostegno a chi ne sentisse l’esigenza. Li abbiamo chiamati “incontri maieutici”: la risposta è stata molto positiva e abbiamo deciso di continuare nella programmazione, sperando che arrivi presto il momento di trasformarli in incontri di persona.
Nei prossimi giorni, il 13 novembre, si terrà un incontro online con Paolo Rizzo, pedagogista ed educatore, che parlerà del problema dell’isolamento di molti ragazzi e ragazze, incentivato dall’era del digitale, dal titolo “Genitori ed infanzia al tempo di internet. Quali strategie?”. I campi di intervento che verranno trattati sono il supporto alla genitorialità, la dipendenza digitale, il disagio sociale e la gestione emotiva nell’intero arco evolutivo del bambino o ragazzo.
Altro appuntamento è il workshop intensivo con Giuseppe Traverso Saibante, dal titolo “L’amico interiore”, che fornisce gli strumenti necessari per imparare a riportare la mente a uno stato di serenità, comprendendo il modo in cui creiamo e sviluppiamo i nostri stati d’animo, interpretando gli eventi attraverso le nostre conclusioni».
Vi state ancora domandando perchè Libelle è una realtà futurista? Vedere per credere!
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