“Lascio un lavoro che mi rende infelice e parto per il giro del mondo a piedi”
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Milano - Nei film si vedono spesso scene di ragazzi che chiacchierando su una panchina si scambiano promesse, sogni, opportunità e speranze. Succede questo anche a Sirio.
Sirio Parasole ha 27 anni, abita a Abbiate Grasso (MI) e nel 2007, l’ultimo giovedì di novembre, seduto su una panchina del suo paese con tre amici, parla per la prima volta del suo desiderio: fare il giro del mondo a piedi. Da quel lontano 2007 i tre ragazzi si incontrano, per una tradizione diventata ormai rito, ogni ultimo giovedì del mese di novembre su quella panchina.
Quest’anno, l’ultimo giovedì di Novembre cade il giorno 26 e, in quel giorno, quella panchina avrebbe dovuto avere un partecipante in meno: Sirio. Il ragazzo, infatti, intenzionato a rendere reale il suo sogno, aveva deciso di partire a piedi per il giro del mondo proprio in quella data che profuma di speranza. A causa delle restrizioni covid la sua partenza è stata momentaneamente posticipata.
Sirio è figlio di genitori buddisti, ha frequentato per 4 anni una scuola di falegnameria dai frati Salesiani, per poi entrare nel mondo del lavoro dandosi da fare in svariate mansioni, dal restauratore, al pizzaiolo, al giardiniere. La sua ultima occupazione era diventata stabile. Faceva il magazziniere in un supermercato, assunto prima con un contratto di sei mesi e passato poi all’indeterminato.
Ad un certo punto Sirio si ferma, guarda la sua vita e, con molta lucidità, si rende conto di non essere felice. Lavora dalle 7 alle 19, un giorno libero a settimana, nel quale si occupa della casa, vivendo da solo, accompagnato dalla sensazione costante di non fare quello che veramente vuole. Decide quindi di licenziarsi, convinto di non volere un’esistenza regolata da un contratto lavorativo, e di organizzare il suo viaggio.
Libero da legami sentimentali, programma i suoi prossimi passi. Prima l’Italia con sosta da amici in varie regioni, poi l’Europa, l’Asia e in seguito quello che la vita e le esperienze lo porteranno a fare. Secondo le sue previsioni ci impiegherà dieci anni: vuole godersi il viaggio, assaporare le culture, nutrirsi di diversità, ampliare il suo sguardo e il suo cuore. Vuole trovare il proprio credo e viverlo.
Ad oggi Sirio è appassionato di Vichinghi, ama la loro cultura e le loro tradizioni. Abbraccia soprattutto la loro mancanza di paura della morte, sostenendo che l’unica ragione per cui averne è il vivere un’esistenza insoddisfacente.
Spera di trovare durante il suo viaggio la bontà e la benevolenza delle persone, di scoprire queste doti, proprio come quando, perso durante un trekking nei suoi monti, dei signori gli offrirono cibo e ospitalità.
Sirio definisce le comodità e la vita agiata una fonte di distrazione che non sente sua. Le mete più desiderate di questo viaggio, sono il Messico, dove conoscerà lo zio, e la Norvegia per i tanto amati Vichinghi. La sua preparazione fisica è incentrata su camminate e allenamento a corpo libero.
Ha creato anche un gruppo di camminatori nella sua zona, per condividere il movimento lento e, non poteva che chiamarlo “I Vikinghi di Bia”. È in cerca di sponsor, ragion per cui ha rilasciato un’intervista al telegiornale regionale della Lombardia e ha creato il suo canale YouTube: A spasso con il Vikingo. Cercherà di caricare più video possibili per poter farsi conoscere e per far viaggiare chi rimarrà a casa. Nel mentre investirà i suoi risparmi e metterà in affitto la casa in cui vive. Spera di partire entro il 2020 e noi glielo auguriamo.
Buon viaggio Vichingo!
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