Carlo Taglia: dall’esperienza del viaggio intorno al mondo ora nasce un ecovillaggio in Italia
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Torino - Viaggiare con la testa rivolta a nuovi mondi ma sempre “coi piedi per terra”. Carlo Taglia è un ragazzo torinese che all’età di 20 anni ha deciso di lasciare tutto: la sua città, il lavoro, gli affetti, per partire alla volta di un viaggio rivoluzionario come risposta ad un suo malessere interiore. Un viaggio spirituale e introspettivo che lo ha portato ad attraversare città, stati e continenti… spostandosi con tutti i mezzi senza prendere neanche un aereo.
Dopo 95.450 km, 528 giorni, 24 nazioni e numerosi viaggi negli anni successivi, è tornato in Italia e qui ha deciso di rimanere per dare vita ad una nuova avventura: un ecovillaggio dove mettere in pratica tutti gli insegnamenti e le lezioni di vita appresi in questi anni di instancabili viaggi. Si, proprio l’Italia, la sua terra di origine. Il Paese dove tutto è iniziato. Questa volta non più in solitaria ma in un progetto comunitario, per aiutare altre persone che stanno vivendo un periodo di trasformazione e fornire stimoli e tanta ispirazione per un nuovo cambiamento di vita. Ce lo racconta proprio Carlo, tra sogni e progetti di un futuro già iniziato.
Dopo tutte queste esperienze in giro per il mondo, da dove nasce l’idea di creare un ecovillaggio?
Questi 15 anni di viaggi, durante i quali ho scoperto quasi un centinaio di Paesi, sono stati un percorso di guarigione che mi ha portato, una volta terminato, a voler aiutare gli altri e a prendermi cura di coloro che stanno vivendo lo stesso malessere che un tempo ho vissuto io. L’idea nasce in seguito alla condivisione delle mie esperienze di viaggio, descritte nei miei libri, che sono servite a ispirare altre persone per prendere in mano la propria vita. Dopo aver organizzato conferenze in giro per l’Italia, nelle scuole, nelle carceri e nelle associazioni culturali ho iniziato a organizzare diverse attività come ritiri di yoga, meditazione, danza o cerchi emozionali, aiutando le persone a ritrovare se stesse. A partire da queste bellissime esperienze è nata l’idea di realizzare un ecovillaggio, che sia il centro di tutto questo.
Chi saranno i tuoi compagni in questo nuovo “viaggio”?
In quest’avventura, i miei compagni di viaggio sono Luca Verri, educatore che ha dedicato la sua vita al lavoro su gruppi di persone, e Antonio Di Guida, viaggiatore e scrittore con una lunga esperienza in ambito comunitario e di volontariato, che da tempo racconta nel suo blog “Italianbackpacker”.
Come vi immaginate l’ecovillaggio che nascerà e quali saranno i suoi valori?
I valori di questo ecovillaggio saranno l’accoglienza, la condivisione e l’accettazione. Credo sia importante far capire che sotto tante maschere siamo tutti molto più simili di quello che crediamo. Sarà un luogo di sostenibilità, di formazione e di educazione dove si potranno sviluppare progetti agricoli, artistici, culturali e olistici ed in cui praticare permacultura e bioedilizia. Nell’ecovillaggio sorgeranno una scuola e una fattoria didattica dove si applicherà un metodo educativo alternativo per lasciare un seme di resilienza per le future generazioni. Lavoreremo sull’ecologia creando un ambiente fertile non solo per le piante e i frutti ma anche per gli esseri umani.
Cohousing e comunità solidali |
Che luogo state cercando per realizzare questo progetto?
Stiamo cercando un luogo che sorga in una regione del centro Italia. A partire dalla Toscana, che ha una lunga esperienza in fatto di realtà comunitarie, ma anche Emilia Romagna, Umbria, Marche o Abruzzo. Sogniamo un luogo selvaggio ma che non sia lontano da una grande città, per permettere alle persone di raggiungerci facilmente. Al momento siamo alla ricerca di un terreno per dar spazio a tutte le nostre idee: ci piacerebbe ospitasse un casolare all’interno di un’area di circa 6 ettari e che si trovasse vicino a una sorgente, per creare un riutilizzo delle acque tramite un sistema di fitodepurazione.
Che tipo di comunità sognate?
Vogliamo essere tantissimi! E il riscontro è già positivo. Abbiamo creato un gruppo su facebook e in appena una settimana abbiamo trovato 2.600 persone interessate a supportarci in diversi modi. Avremmo bisogno di un tipo di struttura che possa ricevere tante persone perché il nostro sogno è dare accoglienza a tutti. Il gruppo centrale coinvolgerà coloro che vogliono vivere in modo stabile con noi e che saranno interessate a prendersi cura del progetto, a mantenerne l’autosufficienza e a essere più autonome possibili. Poi ci sarà spazio per i volontari, gli scout, per coloro che verranno a fare WWOOFing e per chi avrà voglia di soggiornare in tenda, facendo in modo che chiunque, nessuno escluso, possa fermarsi del tempo con noi e far parte del nostro progetto condiviso.
Quale sarà il ruolo della natura nel vostro progetto?
Vorremmo praticare l’agricoltura biologica ed essere circondati aree boschive da preservare. La protezione di queste aree è per noi è molto importante, per permette agli animali di essere liberi e ai bambini che frequenteranno la scuola e la fattoria didattica di venirli a conoscere. Uno dei più grandi sogni è creare una scuola che sia a contatto con la natura e dove la classe sia il bosco. Un luogo dove i bambini e le bambine possano imparare a riconoscere i propri talenti e dove siano in grado di fare delle scelte autonome e consapevoli una volta terminato il loro percorso scolastico.
Italia che Cambia racconta le storie di chi ha preso in mano la propria vita decidendo di rimanere anziché andarsene. In che modo i tuoi viaggi in giro per il mondo ti hanno riavvicinato alla tua terra d’origine?
Il lungo viaggio intrapreso per il mondo ha rappresentato per me una terapia profonda, un percorso di guarigione, come racconto nei miei libri. Ho visitato posti meravigliosi e me ne sono perdutamente innamorato. Ho realizzato il più grande sogno della mia vita ma ora mi accorgo che non ho più voglia di viaggiare. Così ho deciso di rimanere in Italia, la mia terra di origine. In questi anni ho ricevuto centinaia e centinaia di messaggi da coloro che, grazie anche alla mia storia, ai miei libri e alle mie parole sono riusciti a trovare una spinta per cambiare vita e ho capito che questa, per me, è diventata una missione.
Ho scelto di stare dalla parte dei sogni. E ho toccato la felicità |
Dalla mia esperienza ho imparato che possiamo andare dall’altra parte del mondo ma da noi stessi non possiamo scappare. Viaggiare ci permette di trovare gli strumenti ma è importante poi tornare a casa e vedere se questi strumenti e il lavoro che è stato fatto hanno veramente funzionato. Sta a noi avere quella capacità, quella voglia e quella determinazione per riuscire a stare bene ovunque siamo e prendere il coraggio per fare ciò che amiamo.
In che modo vorreste dare il vostro contributo in questo momento di grande incertezza?
Noi sogniamo di coinvolgere persone che mettano davanti all’ego personale il bene comune. Che abbiano voglia di dare al posto di prendere. In questo momento storico e in questo periodo di distanziamento fisico e sociale abbiamo molto bisogno di comunità, di aiutarci, di connetterci e collaborare per un’umanità migliore e per le future generazioni. Vogliamo riunire tutte quelle persone che si sentono un po’ perse, che vorrebbero cambiare vita ma non sanno da dove cominciare.
Cosa consiglieresti a coloro che non hanno il coraggio di fare delle scelte verso un cambiamento nella propria vita?
Consiglio di provarci, di crederci. Nella vita è fondamentale crederci, perché per nessuno è stato semplice iniziare, neanche per me. Per questo ho scritto un libro che racconta quanto è stato difficile partire e compiere quel primo passo. Bisogna avere tanta umiltà e spirito di sacrificio, è importante ascoltarsi e rimboccarsi le maniche. Perché se questa è la chiamata, non c’è altra via. Non si può mentire al proprio cuore.
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