Anche gli animali votano: come le diverse specie eleggono o destituiscono un leader
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Gli americani hanno appena dovuto decidere chi sia il miglior candidato per governarli. Gli animali non escono dal seggio elettorale con un adesivo appiccicato addosso con su scritto “Io ho votato”, ma anche loro prendono decisioni collettive su chi debba essere il loro capo.
«Se gli animali scegliessero il leader sbagliato, ci sarebbero conseguenze catastrofiche per loro», osserva Jennifer Smith, esperta di comportamento animale del Mills College di Oakland che ha studiato modelli di leadership in molte specie, fra cui gli esseri umani. Nei processi decisionali non umani le decisioni collettive si reggono su un sistema di pesi e contrappesi.
Ecco tre specie che adottano modelli davvero distintivi – ma anche ben riconoscibili, dal punto di vista umano – per determinare la direzione da dare alla loro organizzazione sociale.
Le api
Ogni primavera, gli alveari diventano così affollati che le colonie che li occupano decidono di trovarsi una nuova casa. «Fra le api, quando bisogna stabilire il momento di spostarsi da una zona ad un’altra, c’è molta democrazia», osserva Jennifer Smith.
La regina prende il volo portando con sé circa metà della forza lavoro dell’alveare e si ferma su un punto intermedio, generalmente il ramo di un albero. Da questa posizione privilegiata, diverse centinaia di api operaie perlustrano l’area in cerca di un nuovo approdo. Quando un’esploratrice ne trova uno, torna dal gruppo e mette in scena una danza in cui si scuote e si dimena. Più è scalmanata questa danza, più promettente è il sito che ha individuato l’ape sulla base di fattori come l’ampiezza, l’umidità e la densità di fiori nei dintorni. Se la performance è abbastanza vigorosa, le altre esploratrici individuano e valutano la location – proprio come, nelle primarie presidenziali, i candidati cercano di catturare l’attenzione degli elettori affascinandoli.
Nel frattempo una nuova regina sta crescendo. Una femmina diventa regina sulla base di quello che ha mangiato durante i suoi primi giorni da larva. L’altra metà della colonia che è rimasta nel vecchio nido, infine, continuerà a vivere lì con la nuova regina.
Formiche saltatrici indiane
Le formiche saltatrici indiane vivono in colonie in cui ciascun individuo ricopre un ruolo ben preciso. Le operaie costruiscono il nido e lo mantengono pulito quando la regina depone le uova per aumentare la popolazione. Ma quando questa muore, si scatena l’inferno: le candidate a prendere il suo posto di affrontano in duelli di scherma con le loro antenne finché la colonia non sceglie una nuova regina.
Durante questi scontri regali, che sono decisamente più concreti di qualsiasi confronto all’interno del sistema democratico americano, le formiche si azzuffano anche per mesi in una battaglia infuocata e una dozzina di candidate regine emerge fra le altre. A questo punto, secondo Discover Magazine, «i loro cervelli di contraggono, i loro addomi si ingrossano per via delle ovaie e la loro aspettativa di vita aumenta da sei mesi a cinque anni». Questo nuovo gruppo si impadronisce dello scettro della precedente regina e assurge al nuovo ruolo di “macchine sforna-uova”.
Piccioni
Uno stormo di piccioni che sciama verso casa sembra muoversi con una sincronia quasi perfetta. Ma cosa succede se il capo stormo prende la direzione sbagliata? Secondo una ricerca dell’Università di Oxford, i piccioni iniziano a tubare se il loro leader si dimostra inadeguato.
Con un GPS posizionato sul dorso di alcuni piccioni, i ricercatori hanno potuto svelare tutti i dettagli del volo di questi uccelli. Essi fanno affidamento su un orologio interno per determinare la direzione. Per provare a interferire con il loro senso d’orientamento, gli studiosi li hanno chiusi in una camera oscura e questo ha alterato la loro percezione dell’alternanza giorno-notte. L’obiettivo era «generare in maniera sperimentale confusione nell’uccello che era stato precedentemente identificato come leader», ha spiegato dora Biro, esperta di comportamento animale del dipartimento di zoologia dell’Università di Oxford e co-autrice della ricerca.
Secondo la studiosa, ci sono due modi principali in base ai quali il leader può sentirsi screditato. Con il primo, il piccione stesso si rende conto di essere troppo confuso e “abdica” posizionandosi in coda allo stormo. Con il secondo invece, il resto dello stormo capisce che c’è qualcosa che non va nel suo capo e e decide di non seguirlo più. «Attualmente non conosciamo i meccanismi che regolano l’avvicendamento delle gerarchie di comando, ma l’effetto finale è che i leader vengono “deposti”».
Se solo si riuscisse a farlo lo stesso anche con i leader umani che si comportano male…
Traduzione da un articolo di Paola Rosa-Aquino tratto dal The Guardian: “Animals vote, too: how different species choose – or depose – a leader”
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