29 Ott 2020

Terre AbbanDonate: mettere in connessione chi offre un terreno con chi non ce l’ha!

Scritto da: Lorena Di Maria

Mettere in connessione chi offre il proprio pezzo di terra di cui non vuole o non può occuparsene con chi un terreno non ce l'ha, ma vorrebbe trovarlo: è questo l’obiettivo di "Terre AbbanDonate", la piattaforma realizzata dall’associazione biellese Let Eat Bi che raccoglie la mappatura degli appezzamenti incolti disponibili e coinvolge tutti quei coltivatori interessati ad "adottare" un terreno!

Salva nei preferiti

Biella - Riconoscere la Terra come bene comune, facendo rinascere i territori in disuso oppure dimenticati e restituendo loro la vocazione agricola. Terre AbbanDonate è un progetto dell’associazione Let Eat Bi – il Terzo Paradiso in terra biellese che nasce dall’incontro tra associazioni, cooperative, imprese sociali, operatori economici e comunità territoriali unite dall’amore e dal rispetto della terra.

Si tratta di una piattaforma pensata per raccogliere una mappatura dei terreni abbandonati disponibili e metterli in connessione con i coltivatori interessati ad “adottare” un appezzamento inutilizzato. I vantaggi? Sono tantissimi! Non solo vengono arginati gli episodi di abbandono e degrado del paesaggio rurale, ma si favorisce il recupero delle tradizioni e il senso di appartenenza ad una comunità fondato sull’aiuto reciproco.

Il progetto è pensato infatti per incentivare la creazione di legami sociali duraturi e lo scambio di saperi tra generazioni e culture diverse. Lo testimoniano alcune bellissime storie come quella di Andrea che, grazie al progetto, ha trovato un frutteto di cui prendersi cura o la storia di Renzo, che ha messo a disposizione le proprie terre che, all’età di 28 anni, ha dovuto abbandonare per cercare lavoro all’estero. Così ha deciso di offrire non solo il suo appezzamento ma anche un alloggio e i suoi macchinari agricoli, chiedendo in cambio solo parte del raccolto e una cura attenta dei suoi terreni.

Come si legge sul sito, «sappiamo che spesso è difficile rendere nuovamente produttiva una terra incolta da anni, invasa da erbe e piante infestanti. Inoltre, può rivelarsi complicato capire quale sia la “vocazione” della terra di cui ci si prende cura, quali specie vegetali e quali coltivazioni siano adatte. Ma sappiamo anche quanto sia importante farlo per il nostro territorio e quanto possa risultare gratificante per chi gode poi dei risultati!».

Se sei in cerca di un terreno da coltivare

Come funziona la piattaforma? In un modo molto semplice! Innanzitutto, se si è in cerca di un terreno da coltivare, basta iscriversi all’Anagrafe dei Coltivatori, e creare un profilo visibile a tutti sul sito di Let Eat Bi. In questo modo è possibile individuare, alla sezione Catasto Terreni, l’appezzamento che fa al caso proprio, sulla base delle caratteristiche indicate come la localizzazione o le dimensioni. Nel momento in cui si individua il terreno, è possibile, infine, procedere per formalizzare lo scambio!

Se vuoi donare un tuo terreno

Nel caso si fosse intenzionati a “donare” un terreno è possibile creare una “Carta d’identità” del proprio appezzamento, fornendo le indicazioni sulla localizzazione, le dimensioni e le caratteristiche generali, con fotografie e consigli da dare agli aspiranti agricoltori. La “donazione” del terreno non comporta di fatto un passaggio di proprietà: si continuerà ad essere proprietari del proprio terreno, che verrà affidato ad un altro soggetto per un periodo che verrà concordato insieme.

La prima fase di contatto coinvolgerà l’associazione Let Eat Bi nella comunicazione del terreno interessato. Saranno in seguito le parti coinvolte a stabilire autonomamente le modalità effettive di accordo giuridico con cui regolare i rapporti di uso del terreno. In questo caso è fondamentale che coloro che intendono donare un terreno lo facciano nel rispetto della promozione di un’agricoltura naturale, ecologica e che non faccia uso di sostanze chimiche.

Uno degli aspetti più interessanti del progetto è la sua capacità di essere replicato ovunque: il territorio del biellese ha rappresentato in questi anni un banco di prova per testare il modello di Terre AbbanDonate, che ha tutte le caratteristiche per essere esportato dove ce ne sia bisogno e dove si voglia combattere l’abbandono dei terreni.

In questo modo il progetto intende diffondere una sensibilità volta al riuso al posto che al consumo e la cura del territorio in quanto luogo dell’identità collettiva, che, come dimostra quest’esperienza, passa anche attraverso la messa a disposizione di un terreno inutilizzato!

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Olio del Casale, l’azienda agricola che punta sul lavoro in rete
Olio del Casale, l’azienda agricola che punta sul lavoro in rete

Ramona Bavassano: “Le soluzioni per affrontare la siccità stanno in una gestione comunitaria dell’acqua”
Ramona Bavassano: “Le soluzioni per affrontare la siccità stanno in una gestione comunitaria dell’acqua”

Il cambio vita di Alessandro Mancosu con Agrobass: “Scegliere cosa produrre e mangiare è un valore inestimabile”
Il cambio vita di Alessandro Mancosu con Agrobass: “Scegliere cosa produrre e mangiare è un valore inestimabile”

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Com’è andata la COP16 biodiveristà di Cali fra flop, successi e disinteresse – #1013

|

La lettera del movimento per la Pratobello ’24: “Della legge di iniziativa popolare adesso parliamo noi”

|

La biodiversità arriva a scuola con il progetto “Azioni e voci per il clima”

|

Olio del Casale, l’azienda agricola che punta sul lavoro in rete

|

Abitare collaborativo: cosa significa e perché è importante

|

Arghillà rinasce: la rigenerazione urbana dal basso di “uno dei luoghi più problematici d’Italia”

|

Oltre alle barriere, Capri diventa inclusiva e accessibile

|

Fabio Gerosa: “Con Fratello Sole aiutiamo il sociale a costruire un percorso di transizione ecologica”

string(8) "piemonte"