Stop ai pesticidi in viticoltura: e se la soluzione venisse da un robot?
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Stop alla chimica in viticoltura? Il sogno, a breve, potrebbe diventare realtà, riconciliando interessi economici, salvaguardia delle persone e tutela dell’ambiente. Un patto che, nelle campagne italiane ed europee, si è rotto da decenni, basti pensare che la viticoltura in Europa, pur consumando solo il 3% del suolo disponibile, utilizza il 65% dei fungicidi complessivi. Un patto che necessita di essere al più presto ricostituito.
Una risposta verrebbe dagli Uv-C, la categoria di ultravioletti che non raggiunge la terra perché interamente filtrata dalla ozonosfera. Già impiegata per la sanificazione di ambienti e di strumentazione, sembra risultare efficace contro le più comuni malattie della vite, quali la peronospora e l’oidio, e gli insetti patogeni come la tignola e la tignoletta. Gli Uv-C infatti modificano il DNA o l’RNA dei microorganismi impedendo loro di riprodursi ed essere quindi dannosi.
Una nuova possibile soluzione tecnologica arriva dalle colline del Prosecco Superiore Docg Conegliano-Valdobbiadene patrimonio Unesco, in provincia di Treviso, dove negli ultimi anni i vigneti sono sorti ovunque e, con essi, le proteste dei cittadini costretti a convivere con un ambiente sempre più inquinato mentre l’agricoltura biologica stenta ancora ad affermarsi (per ragioni anche di ordine climatico).
Si tratta di Icaro X4: un robot che irrora le viti di luce ultravioletta. L’invenzione porta la firma degli ingegneri Valter Mazzarolo e Guido Tarticchio, fondatori della start-up Free Green Nature, e del loro collaboratore, l’ingegnere programmatore Roberto Arato.
L’efficacia dei raggi Uv-C nel prevenire e contrastare le malattie della vite (ma anche di frutta e ortaggi in genere) è nota da decenni (il primo brevetto è del 1989) e tale soluzione viene già utilizzata sperimentalmente in Francia sui vigneti e in Olanda sulle piantagioni di fragole, mentre test sono in corso negli Stati Uniti e in altre parti del mondo, Cina compresa.
Nessuno però aveva finora progettato e ingegnerizzato un rover ibrido, a guida autonoma, regolato da remoto, che fa tutto da solo. Che, se riuscirà ad imporsi sul mercato, potrà sostituire (interamente?) la chimica sulle colture con un grande beneficio per l’ambiente e per la salute umana e animale.
«Icaro X4 è un prototipo finanziato interamente in proprio – precisa Guido Tarticchio, che ha seguito la parte meccanica del progetto – senza aiuti da banche o fondi europei». Il rover, lungo 2,86 metri, largo 1,72 e alto 2,68, per un peso di 980 kg, è un gioiello di alta tecnologia che fa tagliare il traguardo al nostro Paese nella corsa all’automazione in questo settore.
«È un progetto colossale che abbiamo sviluppato per divertimento e pura passione, senza pensare al ritorno economico, depositando i primi brevetti già nel 1992 e poi nel 2014 – racconta Valter Mazzarolo -. Volevamo raggiungere l’obiettivo di eliminare la chimica in viticoltura. La soluzione l’abbiamo trovata nel sole».
Gli Uv hanno, appunto, proprietà antibatteriche e antimicotiche. Infatti dove c’è maggiore esposizione agli ultravioletti, ovvero in alta montagna, le piante risultano più immuni alle malattie che in pianura.
Secondo i suoi “genitori”, la tecnologia è sicura, non dannosa né per l’uomo né per gli animali. «È sicura per l’uomo perché il rover, essendo a guida autonoma, non ha bisogno di intervento umano – spiega l’ing. Mazzarolo -. Inoltre i sensori di sicurezza fanno sì che la macchina si spenga non appena qualcuno si avvicini. Ma non potevamo progettare una macchina che fosse sicura per l’uomo e dannosa per gli insetti. Così abbiamo previsto che il trattamento sia accompagnato da un getto d’aria a 196 km/h che ha sia la funzione di muovere il fogliame per irrorare tutte le parti della vite che quella di far allontanare gli insetti».
La macchina è stata presentata al pubblico sabato 3 ottobre nella fiabesca cornice di Villa Papadopoli Giol a San Polo di Piave (TV) davanti a oltre 200 persone arrivate da tutta Italia, a dimostrare un interesse altissimo verso una soluzione tecnologica che potrebbe dare una spinta decisiva alla viticoltura green.
I suoi ideatori hanno spiegato che Icaro X4 è in grado di trattare fino a 10 ettari di vigneto, memorizza i percorsi di allontanamento dal ricovero, di lavorazione e di ritorno e può essere programmato anche per raggiungere appezzamenti non adiacenti. Tutto ciò è possibile grazie alla tecnologia satellitare GNSS per la navigazione di precisione, il cui margine di errore è di al massimo 2 cm. Icaro X4, insomma, si muove, cammina e prende decisioni da solo, in base ai dati che riceve. Comunica anche con una centralina meteorologica, con cui scambia informazioni relative alle condizioni climatiche – temperatura, umidità, vento, esposizione solare, punto di rugiada – e i due bracci movibili con le lampade Uv possono di conseguenza modificare la loro inclinazione e la vicinanza al fogliame.
La tecnologia è stata sperimentata nel corso del 2019 in un appezzamento della Pedemontana vittoriese, precisamente nel paese di Sarmede, e ha dato i risultati attesi: mentre i vigneti della provincia hanno subito, nella stagione, in media sedici trattamenti, le viti di Gabriele Esarca non sono mai state trattate con prodotti chimici e hanno prodotto uva sana da cui è stato ricavato un Prosecco di qualità.
«Con Icaro X4 l’obiettivo europeo del Farm to Fork, che prevede l’abbattimento del 50% della chimica in agricoltura entro il 2030, può dirsi raggiunto – ha detto, nella sua relazione, Diego Tomasi, primo ricercatore del CREA-VE, il Centro di Ricerca per la Viticoltura con sede a Conegliano Ora servirà un altro anno di collaudo per mettere a punto i protocolli di utilizzo. La ricerca, che sarà curata dal nostro istituto, porterà a tarare intensità, frequenza e durata dei trattamenti in relazione alle specifiche problematiche fitosanitarie». Il piano industriale della Free Green Nature prevede che nel 2021 sarà messa in commercio la prima tranche di rover, per poi passare alla produzione massiva dall’anno successivo.
Starà poi ai viticoltori raccogliere la sfida. Il costo di Icaro X4 è di 130 mila euro, un investimento certamente importante che potrebbe non interessare a chi ha già, da poco, investito in un atomizzatore a deriva controllata di ultima generazione (ce ne sono un migliaio in tutto il Veneto). Tuttavia, gli incentivi di Industria 4.0, e i nuovi allo studio del Governo per la riconversione green dell’economia legati al recovery fund Next Genetation Ue, renderebbero conveniente l’acquisto grazie alla possibilità di recuperare dal 40% all’80% della spesa.
Il team di Free Green Nature, intanto, sta mettendo a punto due nuovi macchinari dotati sempre di lampade Uv-C: uno più piccolo e meno costoso per appezzamenti da un ettaro e un altro per le zone collinari più scoscese e per le aree montane, che sarà battezzato Leonardo.
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