La Specie Felice: pensare e praticare la felicità per costruire un futuro di benessere condiviso
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Divulgare visioni e pratiche di felicità e consapevolezza, per aumentare il ben-essere e costruire un futuro ed un presente migliori, prendendo ciò che c’è di buono per farne del bene. Questo il proposito de La Specie Felice, un progetto ideato da Matteo Ficara e Lara Lucaccioni. Li abbiamo intervistati.
Potete presentarvi?
M: Il mio nome è Matteo Ficara, filosofo e visionario, al quarto libro, di cui ben tre saggi sui temi di pensiero e immaginazione. Sono ideatore di metodi di pensiero che usano l’immaginazione per scoprire idee ed orizzonti nuovi, nonché appassionato di futures studies.
L: Sono Lara Lucaccioni, Master Trainer di Yoga della Risata e prima Trainer Certificata Heartmath in Italia, a maggio hoa pubblicato il bestseller “Ridi Ama Vivi” per BUR Rizzoli e hoa già accompagnato migliaia di persone a costruire una vita più felice, grazie alla risata e alla coerenza cardiaca, due pratiche di benessere semplici e con benefici scientificamente provati.
Insieme: Siamo ambedue CHO, Chief Happiness Officer ovvero Manager della Felicità certificati dall’IIPO, Italian Institute for Positive Organizations, e oltre ad essere famiglia, gestiamo insieme il lavoro e vari progetti, tra cui il principale è, appunto, “La Specie Felice”.
Potete spiegarci in cosa consiste il progetto “La Specie Felice”?
La Specie è quell’immagine che ci definisce come una tra le tante specie esistenti. Abbiamo scelto questo termine, piuttosto che “umanità”, per bypassare la cultura ego-centrica, senza porci all’apice di una catena alimentare e di una piramide di cui noi siamo i dominatori. Cerchiamo di riscoprire, restituire e riscrivere il senso della nostra Specie in modo organico, ecosistemico, capace di comprendere una vita di senso. Abbiamo scelto la felicità, insomma, come forma che vogliamo dare al volto della Specie.
Una felicità non solo edonica, cioè fatta di momenti di piacere e di emozioni passeggere, ma eudaimonica. Una felicità intesa come prassi quotidiana, come scelta e ricerca. Un po’ come fu per le prime filosofie, insomma, o come viene intesa, oggi, dalla Scienza della Felicità: una competenza che si può acquisire ed allenare.
Ad oggi il nostro impegno è diviso in tre direzioni e settori: da una parte la community, in un gruppo Facebook, dall’altra un evento di co-progettazione e lavoro sul proprio senso e scopo di vita e, infine, i progetti, che nascono da questo stesso evento.
Parlateci della vostra community
Divulgare visioni e pratiche di felicità e consapevolezza, per aumentare il ben-essere e costruire futuri migliori: questo il proposito che si può leggere sul gruppo Facebook “La Specie Felice”, dove quasi 4000 persone possono incontrarsi ogni giorno, per praticare la felicità. il lunedì ed il giovedì facciamo filosofia, affrontando ogni volta un tema diverso per aumentare consapevolezza e diffondere visioni di futuri (e presenti) possibili; il martedì, mercoledì e venerdì ridiamo insieme, pratica di benessere accessibile a tutti, anche a distanza, e con moltissimi benefici scientifici ormai riconosciuti. Ogni 2 settimane, il mercoledì, intervistiamo quelle persone che riteniamo possano portare contributo attraverso pratiche di pensiero e benessere.
È una community fortemente cresciuta nei mesi del lockdown, in cui quello della felicità è stato un esercizio difficile, ma importante, che ha creato – attraverso il network di persone collegate alle dirette giornaliere, da tutta Italia – non solo benessere e resilienza, bensì anche connessioni inattese, che hanno permesso di superare il momento difficile.
Cosa potete anticiparci dell’evento online in programma?
L’evento online si terrà il 24 e 25 ottobre con un triplice obiettivo:
- fare un lavoro su tutto ciò che può aiutarci ad essere felici: sia le pratiche di risata e coerenza cardiaca sia la ricerca di un maggiore Senso del vivere: si lavorerà sulle relazioni e sulle narrazioni, sui temi dello Scopo di vita e della trascendenza, individuati come fondamenti di una vita “piena”;
- creare un’occasione di co-partecipazione: si definisce insieme cosa vogliamo sia “una Specie Felice”, cosa riconosciamo come valori in comune ed in che modo possiamo (e vogliamo) portare un contributo nel mondo.
- sperimentare la co-generazione, con l’obiettivo di far nascere delle attività reali, dei progetti da valutare per poi venire realizzati, dando voce alla Specie, permettendoci di portare impatto positivo e sentirci realizzati in quel che si fa.
L’invito è, quindi, non tanto necessariamente a partecipare, ma a fermarsi un momento e guardare alla terra ed al cielo, riscoprire la poesia di un volo di rondini e poi tornare all’uomo e a ciò che ha creato. Nel bene o nel male si parte da quello che c’è: non possiamo cambiare la storia ma imparare da essa. Né possiamo sperare in un cambiamento di quello che c’è, perché il presente è un momento sfuggevole. Ma da qui possiamo costruire futuri migliori, individuando cosa per noi ha valore e collaborando sotto l’insegna di un bene comune: una felicità condivisa tra tutte le specie.
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