Marta, la naturalista e attrice che con le fiabe avvicina i bambini all’ambiente
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La Spezia - Fin da piccolissima Marta è istintivamente attratta dal “mondo mare” e s’appassiona alla natura, inseguendo le tracce della passione di suo padre, agronomo ed erborista, e di sua madre geologa.
A separare Modena, dove nasce, e Levanto, dove oggi vive, nella casa ereditata dai nonni, ci sono numerosi chilometri e (quasi) altrettante esperienze formative e di vita che hanno fatto di lei una “naturalistattrice”, come si definisce.
Dopo il diploma come maestra d’arte e la laurea in Scienze Naturali conseguita a Modena, continua a studiare biologia marina da autodidatta, con una incessante formazione sul campo: «Il mare è sempre lì in un cassetto, lo amo da sempre e porto avanti una costante osservazione marina, mia personale, dei fondali del Mar Ligure, che conosco palmo a palmo, e ho notato un notevole cambiamento da dieci anni a questa parte».
Parliamo delle plastiche e delle microplastiche e mi racconta dei suoi interventi sul tema, durante conferenze scientifiche: «È un problema reale, perché lo sbriciolamento di questo materiale è pericoloso, comportando gravi danni sull’ecosistema marino. Ma pochi, pochissimi, parlano degli inquinanti disciolti nelle acque che portano all’eutrofizzazione del mare: questo fenomeno è dovuto a scarichi delle abitazioni, del comparto agricolo o industriale. Ciò che non si vede è più difficile da divulgare, anche per questo se ne parla poco».
Parallelamente alla sua passione per la dimensione naturalistica, scopre il teatro e il mondo dell’arte di strada e non l’abbandonerà più. Ed è questa combinazione di passioni a rendere l’arte di Marta unica, perché oltre a infondere in chi la guarda una viva curiosità verso il mondo della natura, rivela leggende, storie antiche e fiabe legate ai territori. In un continuo sguardo verso l’esterno, l’ambiente in cui viviamo, e l’interno, le nostre tradizioni popolari. E questo avviene sia durante gli spettacoli che nelle escursioni, che alternano racconti fantastici e suggestioni musicali.
Gli spettacoli, i laboratori e i tour di Marta sono “esperienze immersive” in cui i piccoli partecipanti entrano totalmente e imparano che c’è tanto da scoprire, anche nell’immediato vicinato: «Quest’estate, le escursioni narrative “Avventure dietro casa” sono state un’esperienza molto interessante sia per me che per i bimbi, perché insieme siamo riusciti a rivedere la definizione della parola “viaggio”: non è l’isola deserta in mezzo all’oceano, il giro del mondo fino alla luna, ma è vedere con occhi nuovi il monte, percorrendo il sentiero vicino a casa (quello non vai mai a vedere perché tanto è lì), scorgere un fiore meraviglioso mai visto prima, fare il bagno nel torrente». Proprio perché l’avventura esiste, anche senza fare lunghe distanze.
E così, una semplice passeggiata tra i borghi delle Cinque Terre, per esempio, si trasforma in una fiaba itinerante, attraverso tappe narrative, circondati da tanti occhietti attenti e orecchie tese.
«Nello spettacolo itinerante “La Marcolfa”, per esempio, io sono un personaggio che arriva dai boschi: il pubblico entra nel bosco e non sa cosa accadrà. Con il supporto di un collega guida ambientale, solitamente compaio in varie fasi, mi faccio intravedere, poi scappo, proprio come un personaggio selvatico».
Un modo per andare oltre sia alla didattica ambientale che al teatro: «I bambini credono davvero che quel personaggio venga dai boschi, li sento entrare in quel dettaglio, in quell’ascolto del bosco, perché tocca un livello emotivo diverso dal quotidiano. E sorrido quando, alla fine, mi chiedono: Ma tu dove dormi, sul muschio?».
In questo modo, la natura diventa un palcoscenico a cielo aperto, che mescola narrazioni naturalistiche e teatrali, all’interno di aree naturalistiche o parchi, come quello delle Cinque Terre o di Portofino.
Alla fine, ripensa a cosa l’ha portata fino a qui: «Dopo il diploma della scuola d’arte, tutti mi dicevano che non avrei potuto iniziare un’università scientifica; dopo la laurea tutti mi dicevano che non avrei potuto mollare le scienze per fare teatro. Non so cosa sono riuscita a fare, ma, nel mio piccolo, sono riuscita a mettere insieme le due cose di cui non riesco a fare a meno».
E la sua storia ha molto da insegnare a chi oggi si ritrova a corto di motivazione.
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