Seguici su:
La Spezia - Rendere il mare fruibile da tutti. Questo l’obiettivo del ripristino del percorso subacqueo per diversamente abili di Punta Corone, vicino a Monterosso, che l’associazione Cinque Terre sotto il mare ha realizzato grazie alle risorse messe a disposizione dal Parco Nazionale delle Cinque Terre.
Mi faccio raccontare di più da Lorenzo Rollandi, il biologo marino che ha seguito la progettazione del percorso: «Si tratta di un sentiero subacqueo per diversamente abili e non vedenti, già in essere dal 2004, che abbiamo voluto riprogettare e rendere nuovamente fruibile: un itinerario a anello di 196m che raggiunge quota -18m. Lungo questo percorso, abbiamo installato diverse stazioni tematiche, inizialmente corredate da pannelli in forex con descrizione delle specie ittiche prevalenti e della flora subacquea, successivamente completate da una versione in codice braille per i non vedenti. Attualmente, per venire incontro anche agli ipovedenti, è disponibile anche un’audioguida wireless che si attiva passando nei pressi delle varie postazioni».
Come funziona? Gli istruttori dei diving center locali sono guide subacquee opportunamente formate per l’assistenza di persone disabili e accompagnano sott’acqua tutti coloro che desiderano sperimentare il percorso: si incontrano alghe, spugne, praterie di posidonia oceanica, diversi esemplari di Pinna Nobilis e numerose altre specie che popolano la riserva marina. In ogni caso, trovandosi in ZONA C dell’Area Marina Protetta delle Cinque Terre, area in cui è consentita la libera balneazione, il sentiero subacqueo è aperto, quindi è fruibile anche per immersioni individuali.
Sensibilizzare sull’importanza dell’accessibilità del mare, che grazie a progetti come questi, può essere vissuto da tutti, senza ostacoli, contribuisce a superare innumerevoli barriere, in primis quelle che noi stessi abbiamo nella mente. E dal 2017 le persone con disabilità hanno la possibilità di vivere il mare da una prospettiva alternativa, sperimentando nuove dimensioni di benessere.
L’EDUCAZIONE AMBIENTALE
Parallelamente a questo lavoro, dalla forte valenza etica e sociale, l’associazione si occupa anche di educazione ambientale rivolta ai più piccoli: «Negli ultimi anni, – spiega Daniele – si è unita a noi Ilaria Bernardini, biologa marina che nel suo iter accademico ha affrontato anche tematiche ambientali, come l’impatto delle microplastiche sulla fauna marina». Il suo lavoro per l’associazione è tradurre questi temi così importanti in un linguaggio fruibile dai più piccoli: così, tra il 2018 e il 2019 si sono susseguite varie uscite di pulizia spiagge, con bambini dai 6 ai 12 anni, a Monterosso e Levanto.
E per insegnare ai bambini è importante fare, non solo far vedere: «Durante questi incontri, una volta terminata la raccolta rifiuti, i bambini hanno aperto tutti i sacchi e, sotto la guida della biologa, hanno suddiviso ogni oggetto in base al tempo che impiega a biodegradarsi, dalle cicche di sigaretta alle lattine, fino ai pezzi di stoffa». Due ore di impegno e una modalità concreta per sensibilizzare le nuove generazioni sulle conseguenze dei rifiuti in mare.
«Per stimolare ancora di più l’attenzione, – prosegue Lorenzo – abbiamo progettato schede didattiche molto visuali che assegnano degli smile differenti a ogni specie marina, distinguendo quelle amiche, quelle a cui stare attenti e quelle da non toccare». Tutti i bambini, che di solito amano giocare e divertirsi fuori dall’acqua, restano poi incantati dalla varietà di colori presenti sotto il mare, durante gli incontri di snorkeling che l’associazione organizza ciclicamente.
Nel frattempo, i ragazzi dell’associazione hanno realizzato anche dei cartelli sott’acqua rivolti a persone disabili, che durante uscite in snorkeling possono leggere informazioni sugli organismi acquatici che si trovano più frequentemente in mare.
LA RICERCA SCIENTIFICA
A quadrare il cerchio, l’attività di ricerca: «Le aree marine hanno sempre nuovi progetti in atto: ora, per esempio, con la Marine Strategy della Commissione Europea, è attivo uno studio sulla Pinna Nobilis, mollusco bivalve ad alto rischio estinzione».
Un impegno a tutto tondo, per la salvaguardia del nostro mare: per tutelarlo, renderlo accessibile e divulgarne la bellezza.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento