Lo Pan Ner, celebrare l’arte del pane e gli antichi saperi delle comunità
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Sabato 3 ottobre si è tenuta in diretta streaming la quinta edizione de Lo Pan Ner – Il Pane Nero delle Alpi, un evento transfrontaliero organizzato dalla Regione Lombardia e dalla Comunità della segale per celebrare l’arte del pane e della panificazione, ma anche l’agricoltura naturale, locale e biologica. All’evento ha preso parte anche Italia che Cambia, con la partecipazione di Paolo Cignini che ha raccontato alcune delle storie virtuose di valorizzazione delle tipicità locali incontrate in questi anni.
La Regione, gli organizzatori, i volontari, i comuni e le comunità montane, i fornai ed i ristoratori hanno animato questo appuntamento rendendolo “un viaggio stupendo, una diretta di sette ore con migliaia di persone connesse”, si legge sulla pagina Facebook.
«È stato faticoso ma siamo molto soddisfatti di come è andata. È stata un’edizione sperimentale dal punto di vista tecnologico e per questo fino all’ultimo momento c’è stata tensione. Stiamo ricevendo tantissimi feedback positivi dalle comunità e ne siamo felici. La Regione ed ERSAF hanno avuto un ruolo importante, supportandoci nell’organizzazione dell’evento. Ringraziamo in modo particolare Agostina Lavagnino, che ci ha creduto e sostenuto», afferma Fabrizio Zanotti, tra i responsabili dell’organizzazione della festa insieme a Claudio Furloni e Matteo Astori.
«L’evento – ci spiega Fabrizio – è stato incentrato sul fare il pane insieme sotto la guida del maestro Claudio Zani, cuoco errante di Slow Food. Questa “cerimonia di panificazione” è stata intervallata da una serie di interventi in diretta, servizi registrati e ospiti in studio. Abbiamo così fatto incontrare virtualmente molte comunità e possiamo dire che la formula ha funzionato».
«Grazie a questo evento – continua Fabrizio – si sono create connessioni tra le persone che hanno iniziato a sentirsi e confrontarsi sulla realizzazione del pane, e non solo. È nato un movimento e questo è un risultato molto importante. Tantissime poi le richieste arrivate nell’ultima settimana di farine locali biologiche. C’è molto da fare e va fatto attraverso la creazione di reti e nel rispetto di quella grande eredità di sapori e saperi che chi ha vissuto prima di noi ci ha lasciato».
«A differenza di quello che a volte si pensa, le comunità alpine sono molto attive e vive. Questa festa lo ha confermato!».
Guarda qui sotto il video della prima parte della festa. A questo link il video della seconda parte.
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