Seguici su:
L’equilibrio tra natura e artificio rappresentato dal Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto è sempre meno scontato raggiungere, soprattutto dopo gli anni 2000. La tecnologia sembra aver preso il sopravvento, in particolare nelle giovani generazioni: se anni fa il tempo libero veniva trascorso perlopiù in un parco vicino a casa o con attività ludiche all’aperto, ora la scelta ricade spesso sul divertimento domestico, tra videogiochi e smartphone.
Il problema non sono questi ultimi due punti, ma la mancanza di equilibrio tra gli apparenti opposti. «La natura – queste le parole dello scrittore e pedagogista Richard Louv riportate dal WWF – attiva più sensi: vedere, sentire, annusare e toccare gli ambienti esterni. Mentre i giovani trascorrono sempre meno la loro vita in un ambiente naturale, i loro sensi si restringono e questo riduce la ricchezza dell’esperienza umana».
Oltre agli effetti benefici, il contatto con il “verde” compensa nei bambini e ragazzi molti dei disturbi legati al confinamento in spazi urbani, soprattutto in luoghi chiusi, e influisce sullo sviluppo cerebrale ed emotivo in maniera positiva. Secondo l’Attention Restoration Theory, «gli ambienti urbani richiedono quella che viene chiamata attenzione diretta, che ci costringe a ignorare le distrazioni ed esaurisce il nostro cervello. Negli ambienti naturali, pratichiamo un tipo di attenzione senza sforzo noto come fascino morbido che crea sensazioni di piacere, non di fatica».
I 10 punti
Gli effetti benefici della natura sono molteplici e fondamentali nella crescita di un bambino: il WWF, raccogliendo le evidenze scientifiche e pedagogiche più recenti, ha elencato in una nota i 10 fattori che vengono migliorati o sviluppati dal contatto con il verde.
La prima parola chiave di questa lista è benessere: secondo la maggiore associazione ambientalista italiana frequentare aree verdi influisce positivamente sulla mente, sull’autodisciplina e riduce comportamenti depressivi.
La seconda è prevenzione: «Una maggiore disponibilità di spazi verdi pubblici favorisce l’attività fisica quotidiana necessaria a sviluppare armoniosamente l’apparato musico-scheletrico, a prevenire malattie cardiorespiratorie, metaboliche e tumorali».
La terza è socialità, in quanto il contatto con la natura favorisce l’interazione tra le persone, aiuta a contenere lo stress e aumenta l’autostima.
La quarta è intelligenza, perché in un bambino che cresce in un ambiente urbano ricco di verde viene rafforzato il quoziente intellettivo (tutti i dettagli uno studio effettuato su un campione di bambini in Belgio e pubblicato nell’agosto di quest’anno su Plos Medicine).
La quinta e la sesta parole chiave sono concentrazione e attenzione: «La ricerca medica – così il WWF – ha indicato nelle “dosi naturali” uno strumento sicuro nella gestione dei sintomi dell’ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività). I bambini che vivono in prossimità di aree verdi, inoltre, hanno sviluppate le aree celebrali implicate nella memoria di lavoro e nel mantenimento dell’attenzione».
Il contatto con la natura favorisce nei bambini anche l’empatia e la creatività (settimo e ottavo punto), agendo anche come anti-stress (nono fattore). L’ultimo termine chiave è comunità: vivere in ambienti più verdi rafforza il “senso” di luogo di appartenenza al proprio contesto sociale.
Voce ai bambini, il riscontro
Le parole dei più piccoli hanno confermato i contenuti dello studio: in un report pubblicato dal Wildlifetrusts sulla relazione “Bambini e Natura”, è stato dimostrato che il 90% dei giovanissimi oggetto di studio, dopo aver trascorso il loro tempo in un ambiente naturale, ha riferito di aver imparato qualcosa di nuovo sul mondo naturale, l’84% ritiene di essere capace di cose nuove quando ci prova, il 79% pensa che l’esperienza possa aiutare il proprio lavoro scolastico, il 79% si è sentito più sicuro di sé.
Sono stati evidenziati anche miglioramenti nel rapporto con gli insegnanti e con i compagni di classe. «Tutti questi elementi – ha concluso il WWF – devono spingere i decisori politici e chi ha il compito di pianificare le aree urbane, a considerare con maggiore attenzione la relazione con la natura nell’infanzia per creare un ambiente ottimale per i più piccoli in grado di sviluppare pienamente tutte le loro potenzialità».
Articolo tratto da: Journal Cittadellarte
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento