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Trovare una linea unitaria di corretto recepimento rispetto al protocollo sarebbe auspicabile per una chiara ed efficace informazione. Qui di seguito ripercorriamo i passaggi significativi:
- 09/05/2020, L’istituto Superiore della Sanità, citando il DPCM del 26/4/20, scrive: «In base al comma 2 dell’articolo 3 dello stesso DPCM, possono essere utilizzare mascherine di comunità, ovvero mascherine monouso o mascherine lavabili, anche autoprodotte, in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriere e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mente al di sopra del naso».
- 28/05/2020, Relazione del Comitato Tecnico Scientifico sulla modalità di ripresa delle attività didattiche c/o il Dipartimento della Protezione Civile: «Gli alunni dovranno indossare per l’intera permanenza nei locali scolastici una mascherina chirurgica o di comunità di propria dotazione, fatte salve le dovute eccezioni (ad esempio attività fisica, pausa pasto ecc.); si definiscono “mascherina di comunità” mascherine monouso o mascherine lavabili, anche autoprodotte, in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriere e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mente al di sopra del naso».
- 06/08/2020, nel Protocollo d’intesa per garantire l’avvio dell’anno scolastico nel rispetto delle regole di sicurezza per il contenimento della diffusione di covid-19 emesso dal Ministero dell’Istruzione si legge: «La scuola garantirà giornalmente al personale la mascherina chirurgica, che dovrà essere indossata per la permanenza nei locali scolastici». Nessuna traccia di obbligo.
- 31/08/2020, verbale numero 104 del Ministero dell’Istruzione, che tenendo ferme le indicazioni del CTS, afferma: «Sarà necessario assicurare l’uso della mascherina, preferibilmente di tipo chirurgico». Nessuna traccia di obbligo.
Per quanto sopra, il Governo potrà continuare a fornire le mascherine alle scuole, ma non vi è traccia di obbligo da parte dei cittadini di ritirarle o di usarle. Sono tante le famiglie che, nel pieno rispetto della sicurezza della salute e delle evidenze scientifiche, si sono organizzate con mascherine lavabili che rispettano anche una coscienza ambientale e un migliore esempio didattico per i figli.
Le mascherine intanto sono state acquistate e verranno consegnate alle scuole. Per evitare lo spreco di fondi statali e di prodotti nuovi, onde evitare che vadano buttati, suggeriamo di organizzare negli istituti la raccolta di tutte le mascherine monouso che rimarranno inutilizzate ogni mese e di comunicarlo al ministero per il conguaglio sul mese successivo.
In alternativa, laddove il ministero abbia già programmato gli acquisti e gli invii, le mascherine non utilizzare dagli alunni che rinunciano e ritirare quelle messe a disposizione dagli istituti scolastici potrebbero essere donate a RSA, ospedali, centri di accoglienza e altre strutture.
Evitando il monouso dove non sia realmente necessario, che si tratti di mascherine o di qualsiasi altro prodotto, il problema dello smaltimento trova una via per la sua stessa soluzione.
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